sabato 31 ottobre 2015

Che fine ha fatto il dossier Vatileaks ordinato da Benedetto XVI? Non è il caso di pubblicarlo con nomi e cognomi dei responsabili? (Raffaella)

C'era una volta il famoso dossier Vatileaks redatto dai cardinali Herranz, De Giorgi e Tomko su disposizione di Benedetto XVI nel 2012.
Sembrava all'epoca il "vaso di Pandora", era prezioso custode (secondo vaticanisti e "giallisti") di tutti i segreti vaticani.
Ad un tratto...puf! E' sparito! Nessun giornalista l'ha più invocato, nessun editorialista ne ha più preteso la pubblicazione in nome di quella trasparenza sempre invocata ma mai, di fatto, applicata.
A detta dei commentatori nessun corvo svolazzava più in Vaticano dal marzo del 2013. Sì...circolava qualche gabbiano divoratore di povere colombe indifese ma di corvi nemmeno l'ombra.
Anche le rane dalla bocca larga, sempre all'erta nel Pontificato di Benedetto, erano state avvelenate e buttate nello stagno.
La fresca brezza di primavera (vero signori cardinali?) soffiava beata nei sacri palazzi e fra le mura leonine.
Fino al patatrac! Oggi si scopre che i corvi e le rane sono più vivi che mai. Si erano semplicemente nascosti per un po'. Dove? E chi lo sa...bisognerebbe chiedere a chi è sempre in contatto con questi animali.
Notiamo però il paradosso: i corvi di Benedetto agivano per il "bene", volevano fare pulizia, cercavano all'esterno ciò che non potevano ottenere all'interno. Le bestiole di Francesco, invece, sono da censurare: cattivi e puzzolenti, questi corvi si oppongono all'opera di pulizia.
Se vogliamo prenderci in giro e raccontarci delle favore fra di noi va benissimo, però tutta la situazione è comica: qui siamo in presenza di gente che commette reati esattamente come nel 2011 e nel 2012 (anche prima in realtà). 
E non mi sembra che sia cambiato molto da quei tempi: lo Ior è ancora lì (certo! Adesso i bancomat funzionano!), la curia è ancora al suo posto e non ha subito "cure dimagranti" e gli scandali e scandaletti abbondano ancora. E' cambiata sicuramente la "percezione" ma questo è tutto merito dei mass media.
Visto che siamo tornati alla situazione precedente il marzo 2013 perchè non rispolverare il famoso dossier dei tre cardinali? Perché non chiederne la pubblicazione?
Che senso ha mantenerlo segreto? Se si vuole davvero fare pulizia è opportuno che escano TUTTI i nomi: i mandanti interni e gli esecutori esterni. Chiunque siano...
R.

Vaticano: violati i file riservati di un computer, sospetti sui «corvi» (Vecchi). Ma non era stata fatta pulizia? (R.)

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Resto basita! Ma non soffiava forte il vento profumato di primavera capace di spazzare via l'aria stagnante (per qualcuno!) degli anni passati?
In Vaticano svolazzano ancora corvi? Ma come è possibile? Non ci si crede...
Ma non era stata fatta una sapiente opera di pulizia che aveva annegato nello stagno le rane dalla bocca larga? Ohibo'! E qui sorge spontanea una domanda: che fine ha fatto il dossier su Vatileaks consegnato da Benedetto XVI al suo successore? Ma questo sarà oggetto di un altro post...
R.

domenica 25 ottobre 2015

Complotti, macchinazioni e cospirazioni? I media compiacenti ed allineati hanno un bel coraggio! (Raffaella)

Cari amici, ci vuole un bel coraggio a parlare di complotto con riferimento alla famosa lettera dei 13 cardinali quando in passato si è considerato del tutto normale (e giornalisticamente lecito) pubblicare documenti trafugati dall'Appartamento di Benedetto XVI in nome di una ipotetica "trasparenza" (verso chi e contro chi?). 
Ci vuole un bel coraggio a parlare di cospirazione oggi quando per anni un gruppo di alti prelati si riuniva in Svizzera a (s)parlare dei Papi regnanti.
Ci vuole una bella faccia di "bronzo" a urlare allo scandalo se alcuni cardinali mettono nero su bianco (e firmandosi) quello che pensano, quando pochi anni fa si sono scritti valanghe di articoli e di libri in "virtù" di documenti ottenuti grazie a reati commessi da altri e in nome di una presunta libertà giornalistica.
Allora il frutto dei reati era un modo per denunciare la sporcizia della curia, ora le legittime opinioni altrui diventano macchinazioni e cospirazioni contro la volontà di pulizia e trasparenza del Papa.
Fra l'11 febbraio 2013 ed il 13 marzo successivo alcuni cardinali venivano additati sulla pubblica piazza giornalistica come indegni di partecipare al conclave, ora nessuno dice una parola se vengono invitati in sedi importanti.
Se il sinodo non va come previsto (da giornali e tv) si getta la croce mediatica addosso ai cardinali ed ai vescovi nominati da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II...colpa loro se la chiesa non fa passi avanti!
Pie illusioni che sono state smascherate, indirettamente, in molti articoli.
I media allineati sanno benissimo che questa è l'ultima occasione per i prelati settantenni, ottantenni e novantenni di imporre le loro idee. Per questo li appoggiano senza se e senza ma arrivando a puntare il dito contro chi osa opporsi alla linea imposta. Tutti sanno (o dovrebbero sapere) che i prelati più giovani (aggiungo: in generale i fedeli più giovani) guardano alla radicalità del Vangelo e non amano le mezze misure. Lo spirito si evolve? Quale? Quello dei tempi moderni? E se poi lo spirito del tempo torna sui propri passi? La chiesa gli arranca dietro? 
Benedetto XVI aveva capito benissimo che la chiesa deve puntare sui giovani prelati, quelli che hanno scelto il sacerdozio in modo decisivo e convinto e che spesso si trovano più a loro agio in ordini considerati molto "rigidi" piuttosto che nei seminari (che infatti sono desolatamente vuoti).
Le chiese giovani (quella africana per esempio) non si preoccupano del consenso e non temono di parlare chiaro.
Considero particolarmente demoralizzante il comportamento di giornali e televisioni italiani anche se ammetto che mi diverto anche constatando che ora è lecito ciò che prima era vergognoso oppure che diventa scandaloso ciò che prima era approvato.
Avanti cosi' nella piena contraddizione :-)
R.

Le conclusioni del sinodo secondo Socci che sferza i compiacenti media italiani

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Il sinodo è stato una farsa: l'opinione di Steve Skojec (Washington Post)

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Chiesa spaccata (e unita). Un solo voto consiglia prudenza, non slanci (Tosatti)

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Il complotto per cambiare il Cattolicesimo (Ross Douthat, New York Times)

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Il Sinodo e la profezia di Paolo VI (Del Pozzo)

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Il Sinodo finisce con un compromesso ma lascia l'impressione di una Chiesa divisa (Bertocchi)

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venerdì 23 ottobre 2015

La grande balla del complotto contro il Papa (Ferrara). Riflessioni (R.)

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In effetti ci vuole un bel coraggio a parlare oggi di complotto quando la triste faccenda Vatileaks, solo tre anni fa, veniva presentata come opera di trasparenza e pulizia.
Allora era lecito, e per qualcuno doveroso, sottrarre documenti nell'Appartamento del Papa e consegnarli al di fuori delle Mura (a proposito...non abbiamo mai conosciuto ufficialmente i nomi dei "referenti esterni"). 
Oggi si urla al complotto per la pubblicazione di una lettera che doveva rimanere riservata ma che non era anonima. Ci si scandalizza per notizie, vere o false, sulla salute del Pontefice dimenticando la valanga di inchiostro usato per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sullo stesso argomento.
Ora certe tematiche servono per screditare il Papa, allora si trattava di giornalismo. Oggi quanto sta avvenendo è colpa dei "cattivi", allora era merito dei "buoni" che avevano diritto ad esprimere un'opinione anche se coperti dall'anonimato e protetti da media compiacenti.
Due pesi e due misure che, francamente, fanno ridere e, direi, anche pena.
R.

giovedì 22 ottobre 2015

Benedetto XVI: la Chiesa non può far tacere lo Spirito di Verità. I successori degli Apostoli, insieme con il Papa, sono responsabili per la verità del Vangelo... (YouTube)



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Il 26 maggio 2006, in occasione del suo Viaggio Apostolico in Polonia, Benedetto XVI tenne, a Varsavia, un'omelia che sembra scritta per ogni tempo. Grazie, come sempre, a Gemma. Il testo dell'omelia è consultabile qui.

In particolare:

"All'inizio del pontificato Giovanni Paolo II scrisse al Cardinale Wyszyński: "Sulla Sede di Pietro non ci sarebbe questo Papa polacco, che oggi pieno di timore di Dio, ma anche di fiducia, inizia il nuovo pontificato, se non ci fosse stata la Tua fede, che non si è piegata davanti alla prigione e alla sofferenza, la Tua eroica speranza, il Tuo fidarti fino in fondo della Madre della Chiesa; se non ci fosse stata Jasna Góra e tutto questo periodo di storia della Chiesa nella nostra Patria, legato al Tuo servizio di Vescovo e di Primate" (Lettera di Giovanni Paolo II ai Polacchi, 23 ottobre 1978)".

""Egli vi darà un altro Consolatore - lo Spirito di Verità". La fede, come conoscenza e professione della verità su Dio e sull'uomo, "dipende dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo", dice san Paolo (Rm 10, 17). 
Lungo la storia della Chiesa gli Apostoli hanno predicato la parola di Cristo preoccupandosi di consegnarla intatta ai loro successori, i quali a loro volta l'hanno trasmessa alle successive generazioni, fino ai nostri giorni. Tanti predicatori del Vangelo hanno dato la vita proprio a causa della fedeltà alla verità della parola di Cristo. 
E così, dalla premura per la verità è nata la Tradizione della Chiesa
Come nei secoli passati così anche oggi ci sono persone o ambienti che, trascurando questa Tradizione di secoli, vorrebbero falsificare la parola di Cristo e togliere dal Vangelo le verità, secondo loro, troppo scomode per l'uomo moderno. 
Si cerca di creare l'impressione che tutto sia relativo: anche le verità della fede dipenderebbero dalla situazione storica e dalla valutazione umana. 
Però la Chiesa non può far tacere lo Spirito di Verità. I successori degli Apostoli, insieme con il Papa, sono responsabili per la verità del Vangelo, ed anche tutti i cristiani sono chiamati a condividere questa responsabilità accettandone le indicazioni autorevoli. 
Ogni cristiano è tenuto a confrontare continuamente le proprie convinzioni con i dettami del Vangelo e della Tradizione della Chiesa nell'impegno di rimanere fedele alla parola di Cristo, anche quando essa è esigente e umanamente difficile da comprendere. 
Non dobbiamo cadere nella tentazione del relativismo o dell'interpretazione soggettivistica e selettiva delle Sacre Scritture. Solo la verità integra ci può aprire all'adesione a Cristo morto e risorto per la nostra salvezza".

"Ma vivere la propria fede come rapporto d'amore con Cristo significa anche essere pronti a rinunciare a tutto ciò che costituisce la negazione del suo amore. Ecco perché Gesù ha detto agli Apostoli: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti". Ma quali sono i comandamenti di Cristo? Quando il Signore Gesù insegnava alle folle, non mancò di confermare la legge che il Creatore aveva iscritto nel cuore dell'uomo ed aveva poi formulato sulle tavole del Decalogo. "Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure uno iota o un segno, senza che tutto si sia compiuto" (Mt 5, 17-18). Gesù però ci ha mostrato con una nuova chiarezza il centro unificante delle leggi divine rivelate sul Sinai, cioè l'amore di Dio e del prossimo: "Amare [Dio] con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stessi vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici" (Mc 12, 33). Anzi, Gesù nella sua vita e nel suo mistero pasquale ha portato a compimento tutta la legge".

"Vi prego, coltivate questa ricca eredità di fede a voi trasmessa dalle generazioni precedenti, l'eredità del pensiero e del servizio di quel grande Polacco che fu Papa Giovanni Paolo II. 
Rimanete forti nella fede, tramandatela ai vostri figli, testimoniate la grazia, che avete sperimentato in modo così abbondante attraverso lo Spirito Santo nella vostra storia. 
Che Maria, Regina della Polonia, vi mostri la strada verso il Figlio suo e vi accompagni nel cammino verso un futuro felice e pieno di pace. Non manchi mai nei vostri cuori l'amore per Cristo e per la sua Chiesa. Amen!"

Joseph Ratzinger e Karol Wojtyla: storia di una grande amicizia e collaborazione (YouTube)



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Cari Amici, nel giorno in cui la Chiesa festeggia San Giovanni Paolo II, Gemma ci fa un grande regalo con alcune immagini di Papa Wojtyla con l'allora cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI.
La storia di una grande amicizia e di una delle collaborazioni più proficue della storia della Chiesa Cattolica.

mercoledì 21 ottobre 2015

I "padri" sinodali parlino di Papa Benedetto XVI in modo più rispettoso! (Raffaella)

Capisco che a molti stia mancando la terra sotto ai piedi perché i risultati del sinodo non sono certo quelli sperati anche a livello mediatico, ma un Papa non è paragonabile a un cardinale. Ci si rivolga a Benedetto XVI evitando di usare solo il cognome visto che l'intervista è di un porporato.
Più rispetto e meno nervosismo!
R.

La grazia di un incontro speciale con Benedetto XVI (Alessandro Scaccianoce)

Clicca qui per leggere il commovente resoconto e vedere le foto dell'incontro :-)

Napier, la voce della verità sulla lettera dei tredici cardinali (Magister)

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Come ci fa notare Laurentius il giornalista Robert Mickens, allontanato da The Tablet per avere auspicato i funerali di Benedetto (clicca qui e qui), è ancora super accreditato presso la sala stampa vaticana.
Robert Mickens sì e Sandro Magister no? Questo spiega molto sul diverso atteggiamento vaticano nei confronti dei due Papi. Bravi...complimenti!
R.

Chi ha capito di più la lettera dei tredici cardinali? Un grande teologo valdese (Magister)

Clicca qui per leggere il commento.

Leggo:

"Le chiese protestanti "liberali" sono quelle luterane, riformate, unite, anglicane, molte chiese metodiste, alcune chiese battiste. 
Esse sono al "collasso", perché hanno abbandonato "elementi chiave della fede [!] e della pratica cristiana"
Ciò sarebbe accaduto "in nome dell’adattamento pastorale", espressione che, in un simile contesto, sembra indicare un atteggiamento servile nei confronti del secolarismo, il che, in realtà, tutto sarebbe tranne che "pastorale"".

...


2) Al giudizio teologico ed etico si unisce la valutazione "politica": le nostre chiese sarebbero al "collasso": perdono membri, sono ininfluenti nella società e dunque risultano poco interessanti come interlocutrici.

Cento minuti di applausi :-)
R.

mercoledì 14 ottobre 2015

Vatileaks 1 e Vatileaks 2 (?): le differenze sull'unico piano che conta...quello mediatico (Raffaella)

Uno dei soliti articoli pro Bergoglio a firma di Massimo Franco mi offre l'occasione, cari amici, di scrivere questo post che medito da qualche giorno.
Innanzitutto noto, come sempre, la "punta" di veleno riservata a Papa Benedetto: "Dire che sta per esplodere un nuovo Vatileaks trasmette invece l’impressione che, Bergoglio o Ratzinger, non cambia nulla"...
Eh, caro Franco, cio' che conta è sempre l'impressione,vero? E la realta'?
Io, per esempio, vedo una realta' molto diversa da quella che vaticanisti e giornalisti tentano disperatamente di rappresentare in ogni modo ed in ogni luogo.
Bergoglio è cosi' diverso da Ratzinger? Beh, questo è ovvio...
Ma in che senso? Si vuole dare ad intendere a chi ha seguito il Pontificato di Benedetto che ora ci sia pulizia e che i problemi siano stati risolti per magia, per cosi' dire, primaverile? Ma per favore...
Lo Ior? E' ancora li'? 
Le struttura elefantesca della curia? Ancora li'! 
Il calo delle vocazioni? Sempre presente anzi...la situazione sta peggiorando. 
La partecipazione dei fedeli alle messe domenicali? In ulteriore calo. 
I preti pedofili? Mi risulta che il campione nella lotta agli abusi sia Joseph Ratzinger anche se tutti fingono di dimenticarsene. 
Sotto il suo Pontificato sono finiti tutti sotto il fuoco mediatico: non solo i colpevoli ma anche chi è stato anche minimamente sfiorato dalle inchieste.
Che cosa sarebbe successo se fosse stato lui a invitare al sinodo certe persone? Apriti, Cielo! Titoloni sopra titoloni, prime pagine, dibattiti televisivi alla presenza di Cecchi Paone. E invece ora tutto è normale perchè, come dice Thompson...ehi, qui si tratta di Francesco!
Siccome il papa e le idee dei suoi più convinti elettori piacciono alla gente che piace allora si sorvola su tutto.
Regnante Benedetto, alcuni ecclesiastici che oggi siedono all'assise sarebbero finiti nel tritacarne nel 2015 come nel 2010 perchè la priorità sarebbe stata quella di mettere in difficoltà Ratzinger.
Ma poi che cosa c'entra l'opposizione all'opera di pulizia con la lettera dei cardinali consegnata all'inizio del sinodo? 
Si trattava di una lettera privata che è stata pubblicata, non di una cospirazione. Chi ha sottoscritto quel testo (chiunque sia) ci ha messo la faccia. Non si è nascosto negli angoli bui del Vaticano a sussurrare, a spettegolare ed a tramare.
Ieri sera un signore che a suo tempo intervistò Paolo Gabriele (con tutte le conseguenze che sappiamo...) è andato in tv a parlare di opposizione al Papa, di grandezza di Bergoglio...ma che cosa c'entra? 
Che cosa c'entra una lettera che puntualizza alcune falle nei lavori del sinodo con una possibile cospirazione (che non c'e') contro il Papa regnante?
Ma la cosa divertente, come giustamente osserva MedievAle, è che ciò che fino a tre anni fa sarebbe stato considerato un atto di coraggio e di legittimo dissenso ora viene interpretato come "atto di disturbo". Troppo comodo!
Quanto è piaciuto a vaticanisti e giornalisti strizzare l'occhio ai corvi nel 2012, farsi risatine alle spalle di Benedetto e puntare il dito su Bertone (che comunque NON è mia intenzione difendere in nessun modo!). Ora tutti sono allineati nell'indignazione. Addirittura parlano di cospirazione dimenticando che fra i presunti firmatari della presunta lettera ci sono cardinali che hanno speso tutta la loro vita per la Chiesa (maiuscolo) e per la fede in Cristo.
Ciò che prima sarebbe stato considerato accettabile e mediaticamente appetibile oggi diventa scandaloso e stigmatizzabile in tutti i modi possibili e mediaticamente efficaci.
Una chiesa difesa dai poteri forti si era mai vista negli ultimi decenni?
Ai posteri l'ardua sentenza come il giudizio su cio' che sta accadendo in questi anni.
Raffaella

martedì 13 ottobre 2015

La lettera dei tredici cardinali al papa. Seconda puntata della storia (Magister)

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Tagespost: c'è un Sinodo parallelo a Santa Marta (Tosatti)

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Fiction è la parola giusta anche se io preferisco Montalbano :-)

Benedetto XVI: Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa (YouTube)



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Grazie alla nostra Gemma rivediamo questo preziosissimo frammento nell'anniversario della sesta apparizione della Vergine a Fatima.

Il 13 maggio 2010, in occasione del suo Viaggio Apostolico in Portogallo, Benedetto XVI celebrò la Santa Messa nella Spianata del Santuario di Fatima. Il testo integrale dell'omelia è consultabile qui.

Nel video alcune delle parole più significative del Santo Padre.

"Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162)".

Pell ammette: la lettera è mia (Tosatti)

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Ecco chi sono i "veri" firmatari della Lettera a Bergoglio (Matzuzzi)

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Il Sinodo si incarta tra leak e veline. In Aula regna la confusione (Matzuzzi)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Alessia.

Applausi al presidente dei vescovi polacchi che ammonisce sul rischio di trasformare “la teologia in sociologia”, strada che “non ha futuro”. Amen!

Tredici cardinali hanno scritto al papa che ha respinto in blocco le loro richieste (Magister)

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Grazie a tutti per le segnalazioni.
Da notare che alcuni firmatari si sono già sfilati.
Lo spettacolo che la chiesa sta dando di sé, a tutti i livelli, è veramente al limite del buon gusto!
R.

domenica 11 ottobre 2015

Mai così segreti i lavori sinodali. Le "gaffes" del Vaticano. Il simbolico gesto di rottura dei vescovi polacchi (Magister)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.
Papa Benedetto pensava al sinodo come al luogo della discussione dentro e fuori la chiesa. Per questo tutti i documenti venivano pubblicati (e tradotti).
Se avesse voluto lui un sinodo segreto...beh...apriti, media! 
Thompson sempre più profetico nel paragonare indirettamente, in un tweet, i due Pontificati.
Continuano gli scivoloni comunicativi del Vaticano solo che adesso non vengono più evidenziati.
Lodevolissimo invece il coraggio dei vescovi polacchi.
Buona domenica a tutti :-)
R.

venerdì 9 ottobre 2015

Media completamente disinteressati al caso del vescovo cileno...che cosa sarebbe accaduto con Ratzinger Papa?

Cari amici, avevo già segnalato il commento di Magister, uno dei pochi che non si unisce al coro delle voci unidirezionali.
Non una voce di indignazione (in Italia) si è levata. Non conosco il caso di questo vescovo e non approfondisco perchè non è questa la ragione del post.
Qui un articolo sulle polemiche in corso in Cile.
Mi chiedo che cosa sarebbe accaduto se il Papa fosse ancora Benedetto e se avesse parlato come il suo successore (guarda e ascolta il video).
In realtà le domande (e le risposte) sono retoriche perché sappiamo tutti che cosa sarebbe accaduto...
E non parliamo della presenza di qualcuno al sinodo...
Urge però un bel ripasso.

La tolleranza zero di Papa Benedetto XVI sulla pedofilia nel clero: il "caso" Karadima in Cile


giovedì 8 ottobre 2015

Danneels al sinodo, il tweet di Thompson: scandalo incomprensibile ma i media non sono interessati...



Grazie ad Alessia per la segnalazione.
C'è altro da aggiungere? Pensiamo solo a che cosa sarebbe successo se il Papa fosse Benedetto!
L'immagine del tweet vale più di mille parole non solo per quanto accaduto nel 2010 ma anche per ciò che sappiamo oggi del "gruppo" di San Gallo.
R.

I lavori sinodali e l'ingombrante presenza del card. Danneels nel commento di Damian Thompson

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alessia.
Qui una traduzione sommaria.
Grave, come sempre, la responsabilità dei media che con "simpatie ed antipatie" pretendono di orientare i Pontificati (alcuni in realtà).
Gravissima la responsabilità del clero molto suggestionabile dall'opinione dei salotti buoni.

Sinodo, la trasparenza non voluta (Tosatti)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.

Abusi sessuali. Il vescovo di Osorno ha un superavvocato: il papa (Magister)

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No comment...

Benedetto XVI parla di Sant’Atanasio che combattè l'eresia ariana (2007)



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Grazie a Gemma rivediamo una delle catechesi fondamentali di Papa Ratzinger.
Il 20 giugno 2007, in occasione della catechesi dell'udienza generale, Benedetto XVI si soffermò sulla figura di uno dei più importanti Padri della Chiesa, Sant’Atanasio di Alessandria. Il testo della catechesi è consultabile qui.

In particolare:


Cari fratelli e sorelle,

continuando la nostra rivisitazione dei grandi Maestri della Chiesa antica, vogliamo rivolgere oggi la nostra attenzione a sant’Atanasio di Alessandria. Questo autentico protagonista della tradizione cristiana, già pochi anni dopo la morte, venne celebrato come «la colonna della Chiesa» dal grande teologo e Vescovo di Costantinopoli Gregorio Nazianzeno (Discorsi 21,26), e sempre è stato considerato come un modello di ortodossia, tanto in Oriente quanto in Occidente. Non a caso, dunque, Gian Lorenzo Bernini ne collocò la statua tra quelle dei quattro santi Dottori della Chiesa orientale e occidentale – insieme ad Ambrogio, Giovanni Crisostomo e Agostino –, che nella meravigliosa abside della Basilica vaticana circondano la Cattedra di san Pietro.

Atanasio è stato senza dubbio uno dei Padri della Chiesa antica più importanti e venerati. Ma soprattutto questo grande Santo è l’appassionato teologo dell’incarnazione del Logos, il Verbo di Dio, che – come dice il prologo del quarto Vangelo – «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Proprio per questo motivo Atanasio fu anche il più importante e tenace avversario dell’eresia ariana, che allora minacciava la fede in Cristo, riducendolo ad una creatura «media» tra Dio e l’uomo, secondo una tendenza ricorrente nella storia, e che vediamo in atto in diversi modi anche oggi. 

Nato probabilmente ad Alessandria, in Egitto, verso l’anno 300, Atanasio ricevette una buona educazione prima di divenire diacono e segretario del Vescovo della metropoli egiziana, Alessandro. Stretto collaboratore del suo Vescovo, il giovane ecclesiastico prese parte con lui al Concilio di Nicea, il primo a carattere ecumenico, convocato dall’imperatore Costantino nel maggio del 325 per assicurare l’unità della Chiesa. I Padri niceni poterono così affrontare varie questioni, e principalmente il grave problema originato qualche anno prima dalla predicazione del presbitero alessandrino Ario.

Questi, con la sua teoria, minacciava l’autentica fede in Cristo, dichiarando che il Logos non era vero Dio, ma un Dio creato, un essere «medio» tra Dio e l’uomo, e così il vero Dio rimaneva sempre inaccessibile a noi. 

I Vescovi riuniti a Nicea risposero mettendo a punto e fissando il «Simbolo della fede» che, completato più tardi dal primo Concilio di Costantinopoli, è rimasto nella tradizione delle diverse confessioni cristiane e nella Liturgia come il Credo niceno-costantinopolitano. In questo testo fondamentale – che esprime la fede della Chiesa indivisa, e che recitiamo anche oggi, ogni domenica, nella Celebrazione eucaristica – figura il termine greco homooúsios, in latino consubstantialis: esso vuole indicare che il Figlio, il Logos, è «della stessa sostanza» del Padre, è Dio da Dio, è la sua sostanza, e così viene messa in luce la piena divinità del Figlio, che era negata dagli ariani.

Morto il Vescovo Alessandro, Atanasio divenne, nel 328, suo successore come Vescovo di Alessandria, e subito si dimostrò deciso a respingere ogni compromesso nei confronti delle teorie ariane condannate dal Concilio niceno. La sua intransigenza, tenace e a volte molto dura, anche se necessaria, contro quanti si erano opposti alla sua elezione episcopale e soprattutto contro gli avversari del Simbolo niceno, gli attirò l’implacabile ostilità degli ariani e dei filoariani

Nonostante l’inequivocabile esito del Concilio, che aveva con chiarezza affermato che il Figlio è della stessa sostanza del Padre, poco dopo queste idee sbagliate tornarono a prevalere – in questa situazione persino Ario fu riabilitato –, e vennero sostenute per motivi politici dallo stesso imperatore Costantino e poi da suo figlio Costanzo II. Questi, peraltro, che non si interessava tanto della verità teologica quanto dell’unità dell’Impero e dei suoi problemi politici, voleva politicizzare la fede, rendendola più accessibile – secondo il suo parere – a tutti i sudditi nell’Impero.
La crisi ariana, che si credeva risolta a Nicea, continuò così per decenni, con vicende difficili e divisioni dolorose nella Chiesa. E per ben cinque volte – durante un trentennio, tra il 336 e il 366 – Atanasio fu costretto ad abbandonare la sua città, passando diciassette anni in esilio e soffrendo per la fede. Ma durante le sue forzate assenze da Alessandria, il Vescovo ebbe modo di sostenere e diffondere in Occidente, prima a Treviri e poi a Roma, la fede nicena e anche gli ideali del monachesimo, abbracciati in Egitto dal grande eremita Antonio con una scelta di vita alla quale Atanasio fu sempre vicino. Sant’Antonio, con la sua forza spirituale, era la persona più importante nel sostenere la fede di sant’Atanasio. Reinsediato definitivamente nella sua sede, il Vescovo di Alessandria poté dedicarsi alla pacificazione religiosa e alla riorganizzazione delle comunità cristiane. Morì il 2 maggio del 373, giorno in cui celebriamo la sua memoria liturgica.

...

Del resto, lo stesso Atanasio mostra di avere chiara coscienza dell’influsso che poteva avere sul popolo cristiano la figura esemplare di Antonio. Scrive infatti nella conclusione di quest’opera: «Che fosse dappertutto conosciuto, da tutti ammirato e desiderato, anche da quelli che non l’avevano visto, è un segno della sua virtù e della sua anima amica di Dio. Infatti non per gli scritti né per una sapienza profana né per qualche capacità è conosciuto Antonio, ma solo per la sua pietà verso Dio. E nessuno potrebbe negare che questo sia un dono di Dio. Come infatti si sarebbe sentito parlare in Spagna e in Gallia, a Roma e in Africa di quest’uomo, che viveva ritirato tra i monti, se non l’avesse fatto conoscere dappertutto Dio stesso, come egli fa con quanti gli appartengono, e come aveva annunciato ad Antonio fin dal principio? E anche se questi agiscono nel segreto e vogliono restare nascosti, il Signore li mostra a tutti come una lucerna, perché quanti sentono parlare di loro sappiano che è possibile seguire i comandamenti e prendano coraggio nel percorrere il cammino della virtù» (93,5-6).

Sì, fratelli e sorelle! Abbiamo tanti motivi di gratitudine verso sant’Atanasio. La sua vita, come quella di Antonio e di innumerevoli altri Santi, ci mostra che «chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino» (Deus caritas est, 42).

domenica 4 ottobre 2015

Kim Davis chi la conosce? L'unica vera "udienza" è stata con la coppia gay (Magister). Riflessioni (R.)

Clicca qui per leggere il commento.
Io invece non commenterò per adesso visto che tutta la situazione è di una evidenza imbarazzante (leggete TUTTO l'articolo di Magister, in particolare il trafiletto sotto al titolo "La confessione del monsignore teologo").
Oggi inizia il sinodo che avrebbe dovuto filare liscio come l'olio nelle intenzioni superiori e mediatiche. Voglio vedere come ne escono :-)
Si paga la contraddittorietà di molte affermazioni e di una miriade di gesti buttali là ad uso e consumo di giornali e televisioni.
Buona domenica, Amici!
R.