venerdì 10 febbraio 2017

Benedetto XVI, il Papa del Logos, il Papa della Rete. Uno studio di Armin Schwibach

Clicca qui per leggere l'articolo e qui una traduzione sommaria però comprensibile.
Ringrazio ancora Armin Schwibach e riporto il commento scritto qualche giorno fa.
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Lo studio è l'occasione per riflettere un po' su quanto accaduto nel mondo dei blog in questi anni. Benedetto XVI è stato davvero il Papa di internet, non solo per la collocazione storica del suo Pontificato (negli anni in cui è stato Papa i blog hanno avuto una grande espansione), ma anche perchè i suoi insegnamenti hanno colpito il cuore e la testa di tante persone, giovani in particolare, che hanno voluto conoscere e diffondere il suo pensiero tramite un mezzo di comunicazione moderno che permetteva l'accesso a tutti alle fonti e il commento "indipendente e non veicolato" delle medesime.
Durante gli otto anni di Pontificato di Benedetto abbiamo imparato a leggere criticamente ciò che i media scrivevano e propagandavano. In un certo senso Papa Benedetto ci ha messi in posizione di avanguardia perché i partecipanti ai blog sul Papa sanno da anni che una cosa è il contenuto dei messaggio e un'altra il commento dei mezzi di comunicazione. Le tante polemiche di oggi sulla "post verità" e sul declino dei media tradizionali non ci trovano impreparati :-)
Che cosa resta ora dei tanti blog nati con e per Benedetto? 
Grazie ancora ad Armin Schwibach.
Raffaella

giovedì 9 febbraio 2017

Prelati chiacchieroni e conversazioni a ruota libera (Tosatti). Riflessioni (R.)

Clicca qui per leggere l'articolo davvero molto interessante.
Prendo spunto e faccio qualche riflessione personale.
Noto innanzitutto che Danneels è sempre presente...ma tu guarda! Eccheccaso...direbbe Ezio Greggio :-)
Dalla conversazione apprendiamo che la "Familiaris Consortio" di Giovanni Paolo II non è più "ammissibile" perchè, caspita, è stata scritta più di trent'anni fa!
Bella spiegazione...
Visto che ciò che oggi è attualissimo domani sarà "passatissimo" (per dirla con Benedetto XVI), fra trent'anni non sarà più ammissibile nemmeno la "Amoris laetitia". Sono entrambe Esortazioni Apostoliche. E che si farà? Si andrà ancora più in là oppure si tornerà indietro? Chi vivrà vedrà...
Attenzione però! Seguendo il ragionamento fra un po' non sarà più ammissibile nemmeno il Vangelo visto che è stato scritto quasi duemila anni fa. "Roba vecchia" insomma...
Prosegue il disprezzo nei confronti della Congregazione per la dottrina della fede. Beh! Almeno questo atteggiamento non è cambiato rispetto a trent'anni fa e nemmeno rispetto a sessant'anni fa. Nel disprezzo si annida una certa continuità :-)
Prosegue anche il fastidio verso la teologia e i teologi. Temo però che non si tratti tanto di disprezzo quanto di senso di inferiorità. Chi ha studiato latino sa di che cosa parlo. Interrogati dopo decenni dalla maturità, alcuni diranno: "Il latino? A che serve? Per carità...eliminiamolo dagli studi!". Altri diranno: "Il latino è stato fondamentale per la mia formazione, potenziamolo!". Si scoprirà che i primi avevano un bel quattro in pagella (o meno), mentre gli altri andavano bene. Si tratta di disprezzo per il latino? Non direi. Parlerei piuttosto di senso di inferiorità. E lo stesso discorso vale per la matematica, la chimica, la storia....
Tanti, troppi, prelati provano invidia per chi ha studiato teologia e, invece di migliorare le proprie conoscenze, disprezzano tutto ciò che è scienza rifugiandosi nella "pastorale".
E' quindi un'emerita sciocchezza affermare che Ratzinger è "teologo, ma non ha nessuna esperienza pastorale". A parte il fatto che non è vero, ci potremmo spingere ben oltre con le amenità.
Potremmo dire che un avvocato penalista non ha nessuna esperienza nella difesa del ladro perchè non è mai stato arrestato per furto. Potremmo anche dire che un cardiochirurgo non può operare un paziente se egli stesso non è cardiopatico. E le battute potrebbero moltiplicarsi all'infinito...
Tosatti ha assolutamente ragione quando afferma che c'era la volontà di cambiare la dottrina. Solo che non si ha avuto il coraggio di andare fino in fondo.
La stessa cosa vale per la questione delle apparizioni mariane. O si dice chiaramente che questa o quella apparizione non può essere riconosciuta dalla chiesa o si lascia tutto com'è oggi. Le mezze parole non aiutano nessuno e la politica del "ma anche" comincia davvero a essere irritante.
Si vuole cambiare il Magistero precedente? Lo si faccia assumendosi ogni responsabilità ma non si lasci tutto "in sospeso" tanto per tenere unita la baracca e dare una parvenza di continuità. 
In questo modo non solo la baracca non resta unita ma rischia di rompersi in più parti.
R.

martedì 7 febbraio 2017

Il "fronte del silenzio", la "pasquinata" dei manifesti e altre riflessioni (Raffaella)

Clicca qui per leggere l'editoriale di Massimo Franco pubblicato dal Corriere della sera. 
Il pezzo offre l'occasione per fare più di una riflessione sulla condizione attuale della chiesa e sulla "pasquinata" dei manifesti.
Franco, come ormai è sua consuetudine, difende a spada tratta il "nuovo corso", dividendo il mondo fra i buoni (quelli che la pensano come la maggioranza dei mass media) e i cattivi (quelli che non si attengono a questa visione).
Ormai dovremmo tutti aver capito che il sentire dei media e quello della gente comune spesso e volentieri viaggiano su piani diversi e di fatto opposti, ma questo è un altro discorso...
Stavolta però Franco fa un passo in più e di questo occorre essergli grati perchè è sempre positivo quando ci si interroga sui problemi. Parla, infatti, del "fronte del silenzio" all'interno della chiesa.
Non bisogna però pensare, a mio parere, che a questo fronte appartenga solo l'ala conservatrice. Non mi piace affatto quando i media puntano il ditino: "è colpa dei conservatori, dei tradizionalisti, dei sepolcri imbiancati, dei peperoni sottaceto e bla bla bla...".
Al fronte del silenzio appartengono tutti coloro che hanno consapevolmente deciso di non mettersi la casacca e ripetere a pappagallo tutto ciò che viene servito su un piatto d'argento come pappa pronta.
Al fronte del silenzio, caro Franco, non appartengono solo gli episcopati che si sentono esclusi ma anche i semplici fedeli che si trovano smarriti.
Ed è esattamente questo dato che deve far riflettere prima ancora della "fronda cattivona" dei vescovi e dei cardinali "chiacchieroni".
Questo blog ha tentato, nelle settimane successive al 13 marzo 2013, di capire, di trovare una continuità. Ci siamo opposti ai continui confronti con Papa Benedetto dipinto come "il passato" da superare e da dimenticare al più presto. Abbiamo cercato di evidenziare tutto il lavoro fatto da Ratzinger, ma siamo stati stigmatizzati come "nostalgici", "vedove inconsolabili" ecc. ecc.
Così a un certo punto abbiamo deciso di mantenere vivo il ricordo e l'insegnamento di Benedetto intervenendo sul nuovo corso quando la discontinuità era evidente. 
Come noi hanno agito in tanti e lo studio di Armin Schwibach è ancora più importante e interessante alla luce dei fatti recenti.
I blog nati sotto Papa Benedetto sono stati vissuti come un "fastidio" a partire dal 2013 e noi visti come i "testoni" che non si rassegnavano. E' arrivato poi il momento in cui i media hanno avuto bisogno di marcare la continuità e non la discontinuità (come si è fatto per più di due anni), ma era ormai troppo tardi. Il fronte del silenzio non ha battuto ciglio. Del resto con tutti questi avvocati difensori che bisogno c'è dei blog privati? Questi reagiscono per ristabilire la verità storica su Ratzinger (che non ha avvocati presso i media), ma non si può chiedere loro di scendere in campo quando per anni sono stati denigrati.
Eppure...eppure è la fuga o il silenzio dei fedeli che deve preoccupare, non quello degli episcopati.
E veniamo ora alla "pasquinata" dei manifesti.
Personalmente condanno, come ho sempre condannato, iniziative del genere. Quando c'è qualcosa che non va si deve avere il coraggio di metterci la faccia e non nascondersi dietro l'anonimato. Non è questo il modo di affrontare le questioni. E' però anche necessario ammettere che il dissenso fatica a trovare ospitalità. 
I mass media tradizionali (stampa e tv) non ospitano MAI interventi critici o polemici sul nuovo corso. Non hanno dato nemmeno notizia dei "dubia" dei cardinali quando la Rete diffuse lo "scoop" e si sono occupati dell'Ordine di Malta solo dopo le "dimissioni" del Gran Maestro. Non è questo il modo di informare i cittadini. 
I manifesti però non servono anche perchè, essendo anonimi, si squalificano subito. C'è il web che può diventare il veicolo privilegiato dell'informazione. Si approfitti di questa occasione. Benedetto è stato il Papa della Rete e dalla Rete sono arrivate calunnie e offese ma anche tanta solidarietà e soprattutto un lavoro di ricerca per ristabilire la verità su tante questioni.
E' dal web che siamo venuti a conoscenza dei retroscena del Sinodo, dei "dubia" dei cardinali e di tante altre iniziative in discontinuità che altrimenti sarebbero state ben nascoste. Con il declino dei media tradizionali è il web l'occasione del confronto, magari con regole chiare che obblighino la rettifica di notizie false o calunniose.
Devo dire la verità: sono rimasta sorpresa dall'eco che hanno trovato i manifesti. Si è, per così dire, colta la palla al balzo. Ribadisco la mia condanna e nello stesso tempo noto che i media hanno fatto tutti quadrato trovando subito il colpevole senza bisogno di celebrare processi (ne parla Rusconi qui). Poi questa storia dei "gruppi fortemente minoritari"...a furia di ripeterlo diventa verità?
Persino il "nostro" Politi indossa l'armatura (clicca qui). Tralascio di citare la miriade di articoli degli altri giornali, tutti indignati per l'affissione, perchè tanto "letto uno li hai letti tutti...".
Prendete appunti, oh voi che leggete: ferma condanna dei manifesti da parte mia ma anche (mi sono iscitta al "ma anche"? aaahahah) segnalazione dei "due pesi e due misure" dei media. Più che una segnalazione, a dire il vero, è una denuncia. Quante volte Benedetto XVI è stato insultato? C'è mai stata una reazione mediatica così compatta a sua difesa? NO!
Ricordo che a Benedetto XVI fu impedito di parlare alla Sapienza e i nostri cari media offrivano il microfono agli "illuminati sapienti" che avevano scritto una lettera basandosi su una citazione sbagliata! Quella volta i giornalisti andarono alla fonte? NO! Solo una cosa importava: dare voce al dissenso. Chi difese il Papa? I blog e qualche mezzo di informazione ma non certo i grandi giornali o i telegiornali (ricordo che il Tg1 ospitò Scalfari che dava ragione a chi non voleva il Papa all'università). Chi trovò il testo originale di Ratzinger che diceva l'esatto opposto di quanto scritto dai docenti? Gemma! Allora ci fu una reazione popolare incredibile e l'Angelus fu affollatissimo. I media storsero più di un naso ma purtroppo per loro Benedetto calamitava i fedeli.
Per non parlare dei tempi della revoca della scomunica ai Lefebvriani. Apriti Cielo! Ricordo un'intervista di fuoco a "Rosso Malpelo". Per non parlare degli editorialisti (Melloni in testa) che criticavano aspramente il Papa. Oggi è più vicino l'accordo con i Lefebvriani ma tutti zitti...
E il 2010? Tutti i media contro Benedetto colpevole di avere scritto la lettera De delictis gravioribus. Chi trovò il testo (in latino) del motu proprio di Papa Wojtyla da cui la lettera derivava? MedievAle. E chi tradusse pezzi dal latino? Il blog! Ora sembra quasi che sia più importante il motu proprio della lettera...ennò!
Diciamocelo: senza i blog (non solo il nostro ovviamente, ma tutti quelli nati sotto il suo Pontificato) Benedetto XVI, il Papa della Rete, non sarebbe mai stato difeso né da chi di dovere né, tantomeno, dalla stampa. Oggi la difesa arriva direttamente dal vaticano, dagli organi di informazione che ruotano intorno all'hotel Santa Marta e da tutti i media laici.
A che servono i blog? :-)
I manifesti sono certamente da condannare ma forse tutti (vaticano e media osannanti) dovrebbero chiedersi se non è proprio questo atteggiamento teso a ignorare ogni critica o perplessità ad alimentare non le "pasquinate", che tutti condanniamo, ma il "fronte del silenzio" che si sente escluso o che (quanto di peggio) ignora sempre più quanto accade nella chiesa.
In particolare: i media si chiedano se stanno facendo corretta informazione e il vaticano si domandi se questo atteggiamento di chiusura che minimizza le critiche (i famosi "gruppi fortemente minoritari) e che rifiuta di rispondere ai "dubia" non sia diventato un rischio che la chiesa non può più permettersi.
Finchè le piazze erano stracolme anche grazie alla novità e all'olio dei media qualcuno poteva fare spallucce. Ora che i fedeli scarseggiano sia in chiesa sia nelle piazze non viene il dubbio che qualcosa non stia funzionando?
R.

p.s. notiamo ancora una volta che non siamo noi ad essere cambiati. Ai tempi di Benedetto avremmo condannato senza riserve i manifesti così come li condanniamo ora. E i media che oggi condannano senza appello? Probabilmente dal 2005 al 2013 avrebbero parlato di "manifestazione legittima di dissenso popolare". Non siamo quindi cambiati noi :-)
R.

lunedì 6 febbraio 2017

Autentica liturgia, sgambetto a Sarah. E a Benedetto XVI (Bertocchi)

Clicca qui per leggere l'articolo.
La risposta alla domanda che chiude il pezzo è: ovviamente sì...senza se e senza ma. Solo che c'è un piccolo problema: i fedeli scappano dalla chiesa a gambe levate nonostante tutte queste "innovazioni". Come mai?
Preghiamo per la sofferenza inflitta a Papa Benedetto e al card. Sarah...
R.

Medicina per i peccatori. Le argomentazioni teologiche e pastorali di Benedetto XVI (Magister)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.

giovedì 2 febbraio 2017

Benedetto XVI, il Papa del Logos, il Papa della Rete. Uno studio di Armin Schwibach

Clicca qui per leggere (in pdf) l'articolo di Armin Schwibach, che ringraziamo per le tante citazioni e per l'impegno.
Il testo è in tedesco.
E' l'occasione per riflettere un po' su quanto accaduto nel mondo dei blog in questi anni. Benedetto XVI è stato davvero il Papa di internet, non solo per la collocazione storica del suo Pontificato (negli anni in cui è stato Papa i blog hanno avuto una grande espansione), ma anche perchè i suoi insegnamenti hanno colpito il cuore e la testa di tante persone, giovani in particolare, che hanno voluto conoscere e diffondere il suo pensiero tramite un mezzo di comunicazione moderno che permetteva l'accesso a tutti alle fonti e il commento "indipendente e non veicolato" delle medesime.
Durante gli otto anni di Pontificato di Benedetto abbiamo imparato a leggere criticamente ciò che i media scrivevano e propagandavano. In un certo senso Papa Benedetto ci ha messi in posizione di avanguardia perché i partecipanti ai blog sul Papa sanno da anni che una cosa è il contenuto dei messaggio e un'altra il commento dei mezzi di comunicazione. Le tante polemiche di oggi sulla "post verità" e sul declino dei media tradizionali non ci trovano impreparati :-)
Che cosa resta ora dei tanti blog nati con e per Benedetto? 
Grazie ancora ad Armin Schwibach.
Raffaella