Oggi, intanto, il Papa argentino ha certificato pubblicamente che sulla pedofilia si muove sulla scia di Benedetto XVI.La posizione rigorosa di Jorge Mario Bergoglio sul dramma della pedofilia, espressa per la prima volta oggi da Pontefice, non però è nuova.
Nel libro a due voci con il rabbino Abraham Skorka, ‘Sobre el cielo y la tierra’, pubblicato nel 2012, Bergoglio parlava così: “Che il celibato porti come conseguenza la pedofilia è escluso.
Più del 70% dei casi di pedofilia avviene nel contesto familiare e di vicinato: nonni, zii, patrigni, vicini. Il problema non è collegato al celibato. Se un sacerdote è pedofilo, lo è prima di essere sacerdote. Quando ciò accade, non bisogna mai chiudere un occhio. Non si può stare in una posizione di potere e distruggere la vita a un’ altra persona. Nella diocesi non mi è mai accaduto, ma una volta un vescovo mi ha telefonato per chiedermi cosa doveva fare in una situazione di questo tipo e gli ho detto di togliere all’ interessato le licenze, di non permettergli di esercitare più il sacerdozio e di avviare un giudizio canonico presso il tribunale corrispondente a quella diocesi. Per me è questo l’ atteggiamento da assumere, non credo nelle posizioni che affermano di sostenere un certo spirito corporativo per evitare di danneggiare l’ immagine dell’ istituzione.
Credo che negli Stati Uniti qualche volta si sia proposta questa soluzione: cambiare i sacerdoti. È una sciocchezza perché in quel modo il sacerdote porta il suo problema con sé. La reazione corporativa porta a questa conseguenza, per questo non sono d’ accordo con soluzioni simili. Di recente in Irlanda sono saltati fuori casi ventennali, e il papa attuale ha detto chiaramente: ‘Tolleranza zero con questo crimine’.
Ammiro il coraggio e la rettitudine di Benedetto XVI al riguardo”.
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