Pedofilia, Papa Francesco: continuità con la tolleranza zero di Ratzinger
CITTÀ DEL VATICANO
Il nuovo Papa esige una «azione decisa» contro gli abusi del clero, «continuando nella linea voluta da Benedetto XVI». Papa Bergoglio lo ha indicato a monsignor Gerhard Mueller, chiedendo che la Congregazione per la dottrina della fede si mostri fermissima in particolare su questi punti: «misure di protezione dei minori», «aiuto alle vittime», «procedimenti» contro i «colpevoli», «impegno delle conferenze episcopali» per formulare e attuare le «direttive» in un «campo tanto importante» per la «testimonianza e la credibilità» della Chiesa.
La conferma da parte di papa Francesco della linea di tolleranza zero verso la pedofilia incarnata da papa Ratzinger viene dopo un incontro tra il Pontefice e monsignor Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (CDF). Nell'udienza sono stati affrontati «vari argomenti», ma sulla lotta alla pedofilia il Vaticano fornisce dettagli significativi su quanto papa Bergoglio ha in mente e informa che nelle preghiere del Papa per i sofferenti, «le vittime di abusi sono presenti in modo particolare». I punti indicati dal nuovo papa alla CDF incarnano e rilanciano le priorità su cui Benedetto XVI ha mobilitato la Chiesa da almeno dieci anni a questa parte, prima come prefetto della CDF e poi da papa.
Al primo posto c'è la protezione dei bambini e la vicinanza alle vittime - che Benedetto XVI ha praticato in particolare incontrando numerosi gruppi di vittime, nei suoi viaggi apostolici in Usa, Australia, Germania, Gran Bretagna, Malta e Portogallo. In pari tempo si chiede alla Chiesa di punire i colpevoli e alle Chiese dei singoli paesi di attuare le Linee guida contro la pedofilia, pensate da papa Ratzinger per creare una nuova cultura di protezione dei bimbi che diventi cultura di tutta la Chiesa, affinchè tali crimini non si verifichino più. L'udienza di oggi a Mueller ratifica quello che nessuno dubitava, e cioè che il nuovo Papa si farà carico del problema degli abusi del clero con la stessa tenacia del predecessore. Oltre che su Mueller, in Congregazione papa Francesco può contare sul braccio operativo contro gli abusi, il promotore di giustizia, che da alcuni mesi è padre Robert Oliver, canonista della diocesi di Boston, una delle più colpite negli anni Novanta-Duemila quando lo scandalo esplose negli Stati Uniti.
Oliver è succeduto come promotore a monsignor Charles Scicluna, per dieci anni a fianco di Ratzinger nella lotta alla pedofilia, e molto deciso nello spingere le Conferenze episcopali a stilare e attuare Linee guida contro gli abusi. Per Papa Ratzinger la pedofilia dei preti è stata una spina nel fianco, che ha saputo affrontare con grande coraggio e capacità di riforma, grazie anche al fatto che da prefetto della CDF si doveva a lui, nel 2001, la prima azione di concentrazione dei dossier in Congregazione, per stimolare i vescovi locali e per evitare a questi la tentazione di insabbiare le accuse. Da Papa, Benedetto XVI si è trovato di fronte l'esplodere degli scandali nella vecchia Europa, particolarmente in Irlanda, ma con una certa estensione anche in Germania e Belgio, e da questa crisi epocale ha tratto occasione per elaborare leggi contro gli abusi e impegnare la Chiesa di tutto il mondo a una azione a 360 gradi per prevenire e curare.
Papa Francesco, si capisce dall'incontro di oggi con Mueller, ha intenzione di proseguire sulla stessa strada. Dalla tolleranza zero contro gli abusi non si torna indietro.
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