lunedì 8 aprile 2013

WikiLeaks: Vaticano minimizzava abusi Pinochet, ''propaganda comunista'' (Asca)

Come leggiamo, caro Galli Della Loggia, la curia romana aveva gia' i suoi grattacapi nel 1973 solo che li scopriamo solo 40 anni dopo...I corvi? Evidentemente erano in azione anche decenni fa solo che, allora, probabilmente, non prendevano di mira direttamente il Papa e la sua opera di pulizia.
R.

WikiLeaks: Vaticano minimizzava abusi Pinochet, ''propaganda comunista''

(ASCA) - Roma, 8 apr 

Il Vaticano minimizzava i crimini del dittatore cileno Augusto Pinochet, imputandoli alla ''propaganda comunista''. Lo rivela un cablo inviato dall'Ambasciata americana presso la Santa Sede il 18 ottobre del 1973, che riferisce di una conversazione avuta dai diplomatici statunitensi con l'alllora numero due del Segretariato di Stato Vaticano, monsignor Giovanni Benelli.
Il telegramma - pubblicato sul sito di WikiLeaks - era stato inviato a Henry Kissinger, all'epoca segretario di stato Usa, e riferiva della ''grave preoccupazione'' di monsignor Benelli e del Papa stesso ''di fronte alla campagna internazionale orchestrata dalla sinistra che presentava una visione completamente falsa della realta' cilena''.
''Benelli - proseguiva il telegramma - ha deplorato in particolare una copertura esagerata di certi avvenimenti definendola uno dei piu' grandi successi della propaganda comunista'' e che secondo l'alto prelato dimostrava ''come i comunisti potessero influenzare i media internazionali negli anni a venire''.
Il monsignore aveva inoltre definito una ''spiacevole ma naturale conseguenza di un colpo di stato lo spargimento di sangue avvenuto durante i rastrellamenti in Cile'', aggiungendo che i vescovi cileni lo avevano rassicurato sul fatto che ''le storie di repressione brutale descritte dalla stampa mondiale erano infondate''.
La conversazione fra il diplomatico americano e il sottosegretario di stato vaticano era avvenuta cinque settimane dopo la presa del potere in Cile da parte di Pinochet, che dopo aver rovesciato il governo di Salvador Allende attuo' invece un vero e proprio sterminio di massa, con l'uccisione di circa 3.000 oppositori politici su 130.000 arrestati in maniera arbitraria, e sistematiche violazioni dei diritti umani, anche se alcune fonti parlano addirittura di oltre 40 mila morti e 600 mila arresti.
Negli anni seguenti, il Vaticano realizzo' la reale portata degli abusi commessi dal regime militare, ma si rifiuto' di criticare apertamente Pinochet e prosegui' nelle normali relazioni diplomatiche con il Cile.
Un altro telegramma riferisce di quanto il cardinale cileno Raul Silva racconto' a papa Paolo VI nel novembre 1974, fornendogli ''una visione piuttosto pessimistica della situazione cilena generale, sostenendo che egli aveva poca fiducia nella volonta' della leadership per ripristinare le liberta' civili''. (fonte AFP).

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