sabato 29 luglio 2017

Gmg di Colonia: più di un milione di giovani in adorazione del Santissimo con Benedetto XVI (YouTube)



LINK DIRETTO SU YUOUTUBE

L'adorazione del Santissimo Sacramento presieduta da Benedetto XVI a Colonia durante la Veglia con più di un milione di giovani.
Momenti emozionanti per intensità e un grande insegnamento per tutta la Chiesa.

venerdì 28 luglio 2017

Una preghiera speciale per Charlie che è diventato un piccolo angelo

Ho appena letto la notizia della morte di Charlie.
E' inutile dire o scrivere troppe parole.
Una preghiera specialissima per il bimbo e per i suoi genitori sui quali veglierà per sempre un piccolo angelo.
Riposa in pace, piccolo!
Il blog

domenica 23 luglio 2017

Caso Ratisbona. Doverosi ringraziamenti ad Alberto e a Kathnet per il servizio alla verità (Raffaella)

Buona domenica, carissimi amici!
Non ho potuto fare a meno di notare che sui social viene rilanciato il post del blog con il commento del nostro Alberto a proposito del "rapporto Weber" sui presunti abusi nella diocesi di Ratisbona.
Grande eco sta avendo anche l'intervista di Kathnet allo storico Hesemann. Non penso però che tutto questo sussulto di giornalismo sia sufficiente. Parlano alcuni siti web ma tacciono i grandi giornali e le televisioni, forse perchè raccontare la verità significherebbe ammettere di avere mentito spudoratamente nei giorni scorsi.
In ogni caso ora è tardi per rimediare ai torti.
Abbiamo avuto modo di vedere in azione i mass media allineati: letto uno, letti tutti. Visto un telegiornale, visti tutti.
Un'agenzia confeziona una notizia vecchia di sette anni, ci mette sopra un fiocco e la presenta come assoluta novità. Tutti abboccano. In realtà il verbo abboccare (sulla base del politicamente corretto chiediamo scusa ai pesci che potrebbero sentirsi offesi dall'accostamento...) non è quello giusto perchè esso presuppone una certa inconsapevolezza. In realtà giornalisti e vaticanisti non potevano non sapere che le notizie erano datate e quindi c'è stato dolo nella diffusione della fake news. Inoltre, cosa gravissima, nessuno si è preoccupato di leggere la fonte originale o almeno di farsela tradurre dal tedesco. Si voleva colpire Mons. Georg Ratzinger e lo si è fatto senza ritegno. Egli ha dedicato la sua vita alla Chiesa (maiuscolo) e alla musica ed è stato ripagato, a 93 anni, nei modi che abbiamo visto. La sua colpa? Avere un fratello minore di nome Joseph diventato Papa con il nome di Benedetto XVI.
Mi vergogno di tutto ciò e chiedo scusa a Mons. Ratzinger a nome dei giornalisti italiani (e non solo).
Ritengo ancora più grave il comportamento della chiesa (minuscolo) e dei suoi mezzi di comunicazione che non hanno speso una parola a favore della verità. 
In fondo bisogna capirli: nei giorni in cui il mondo cattolico era impegnato sui social e sui blog a diffondere la verità su Mons. Ratzinger, in altri luoghi ci si preoccupava di bacchettare i cattolici americani e di offendere preti e vescovi non allineati chiamandoli ignoranti (qui e qui).
Addirittura un'autorevole firma bacchetta i media sul caso Ratisbona senza nominare, nemmeno di striscio, Georg Ratzinger. 
Grazie ancora ad Alberto e Kathnet per il servizio alla verità in tempi non facili e grazie a tutti gli amici del blog sempre e comunque presenti :-)
R.

sabato 22 luglio 2017

'Il rapporto sul Coro di Ratisbona scagiona Georg Ratzinger'. La traduzione dell'intervista di Yuliya Tkachova allo storico e biografo Michael Hesemann

Clicca qui per leggere la traduzione in italiano dell'intervista che Yuliya Tkachova ha fatto allo storico e biografo Michael Hesemann in rapporto alla relazione sullo scandalo dei Cantori del Duomo di Ratisbona.
Ci tengo particolarmente a ringraziare kath.net per l'impegno straordinario nella ricerca e divulgazione della verità.
A questo punto consiglierei a giornalisti e commentatori o sedicenti tali di andarsi a nascondere nel punto più remoto della Terra. Che vergogna...
R.

venerdì 21 luglio 2017

Ecco la verità su Georg Ratzinger così come risulta dalla lettura integrale del rapporto sugli abusi di Ratisbona (Alberto)

Carissimi amici,
il nostro Alberto ha fatto un lavoro straordinario leggendo direttamente il rapporto sugli abusi reso noto nei giorni scorsi dalla diocesi di Ratisbona.
Dallo studio diretto della fonte, operazione sconosciuta alla maggiorparte dei commentatori ma base del giornalismo di un certo livello, si ricava che Mons. Georg Ratzinger è del tutto estraneo agli episodi di violenza emersi. Non solo: nulla è cambiato rispetto a quanto già si sapeva nel 2010.
Il fatto che la maggiorparte dei giornali e delle tv abbia presentato il documento di Ratisbona come novità dimostra ancora una volta non solo la faziosità ma anche l'assoluta mancanza di scrupoli e di professionalità di molti (non di tutti).
Accostare sui giornali e soprattutto in televisione il volto di Mons. Ratzinger e, ovviamente, di Papa Benedetto XVI a questa vicenda non è solo un'operazione scorretta e priva di etica ma, a mio avviso, assume i connotati di un vero e proprio reato. 
Il fatto che la chiesa cattolica e il vaticano abbiano permesso questa operazione senza intervenire nemmeno con una nota di precisazione è ancora più grave e non deve stupire se in molti ne stanno traendo le dovute conclusioni.
Si dice spesso che il processo primaverile in atto è irreversibile. Davvero? Si sappia che è irreversibile anche la condanna di certi comportamenti anche omissivi.
Grazie ancora ad Alberto per il grande aiuto che ci ha dato.
Riporto integralmente i suoi interventi scritti ieri sul blog. I professionisti della disinformazione sono pregati di prendere appunti.
R.


"Non solo i fatti erano fondamentalmente già noti nel 2010 (salvi l'arco temporale e la consistenza numerica riferiti dal rapporto Weber), ma per quanto riguarda precisamente la posizione di Georg Ratzinger, risulta in sostanza confermata nel rapporto la versione dei fatti dallo stesso rilasciata alla stampa nel 2010.


Direi di più, essa risulta rafforzata, in quanto va tenuto in conto che:


- l'avv. Weber è stato appositamente scelto dalla diocesi perché legale della Wasser Ring, associazione di tutela delle vittime di abusi e quindi massima garanzia di trasparenza e di non collusione con le istituzioni ecclesiastiche


- Weber ha contattato e ascoltato gli studenti, ma non ha domandato a G. R. la sua versione dei fatti


- il metodo usato da Weber non è quello di un processo, da svolgersi in contraddittorio, ma una specie di inchiesta storica che non ha pretese di arrivare alla verità piena ma, come dice lo stesso Weber, si accontenta di affermare una maggiore o minore plausibilità dei resoconti degli studenti, con conseguente risarcimento in denaro offerto dalla diocesi.
Quindi se, a tale limitato fine, è giusto privilegiare la versione data dagli allora studenti, si può ritenere altamente plausibile – per parafrasare Weber – che ciò che essi non affermano essere accaduto non è accaduto.
Al ruolo di Georg Ratzinger (che era il Domkapellmeister, maestro di cappella del Duomo, e non lavorava nelle strutture scolastiche) il rapporto dedica le pagine 378-381, all'interno di un contesto nel quale si precisa che gli episodi violenti (anche quelli, la gran maggioranza, di abuso dei mezzi di correzione a connotazione non sessuale) accaddero non nell'ambito delle lezioni musicali del coro ma in quello ginnasiale e del convitto.


Dalla lettura di tali pagine si evince che egli (Georg Ratzinger) non è accusato da nessuno di alcun maltrattamento, né fisico né morale (è stato semmai lui stesso, nel 2010, a ricordare spontaneamente di aver dato prima del 1980 qualche schiaffo, di cui si era già allora pentito), ma al massimo di aver ricevuto qua e là notizia di eccessi nell'uso dei mezzi di correzione nelle sedi ginnasiali e convittuali e di non essere intervenuto, salvo aver mandato una lettera di segnalazione al direttore scolastico nel 1989.
E' proprio ciò che lo stesso G.R. disse nell'intervista del 2010: gli erano giunte alcune voci in tal senso (mai di abusi sessuali) e non ne aveva immaginato la portata.
La più grave delle accuse specifiche gliela rivolge un ex studente, il quale riferisce che, durante un pranzo, mise in tasca dell'arrosto di maiale, fu per questo schiaffeggiato dal direttore della scuola e G. R. assistette senza intervenire.
Il rapporto conferma che non vi è alcuna prova che egli abbia mai saputo di abusi sessuali ed anzi cita opinioni di studenti che ritengono altamente improbabile che egli ne sapesse qualcosa, a causa del suo carattere schivo e del suo interesse al solo aspetto musicale del coro, contrapposto al totale disinteresse per la vita della scuola e del convitto.
Non manca nel rapporto (ma del tutto nei resoconti giornalistici) la parola di alcune vittime di maltrattamenti che hanno di G.R. un caro ricordo "Dava l'impressione di non percepire la realtà circostante al di fuori della musica. Era una persona rispettata, ma più come un nonno che distribuiva settimanalmente dei dolci e con la sua passione più alta per la buona musica... Non sapeva nulla della scuola. Anche della vita interna al collegio non sapeva davvero molto" (righi 24-29 pag. 378).


Nelle pag. 212-218 il rapporto non analizza eventuali responsabilità di GR di cui abbiamo già parlato prima, ma la sua personalità come descritta da 124 vittime di maltrattamenti all'interno dell'istituzione di Regensburg.
Sulla sua personalità le opinioni divergono. Mentre qualcuno afferma di ricordarlo irascibile e autoritario, soprattutto se l'esecuzione non era musicalmente perfetta, ed alcuni di questi ricordano gli schiaffi durante le prove di cui lo stesso GR aveva già parlato, tirate di orecchie o capelli, ma precisando che il maestro non si divertiva a punire bensì semplicemente si arrabbiava alquanto e aveva i suoi scatti d'ira, molti altri – che pure si dichiarano vittime di veri e propri maltrattamenti e abusi da parte di altre persone – lo elogiano: “Era autoritario ma non ha mai fatto male a nessuno”; “Era veramente giusto, competente. Lo ricordo con rispetto”; “Sgridava, ma in modo amichevole, mai vendicativo”; “Era rigoroso, ma indubbiamente bonario”; “Ne ho un buon ricordo, come di una persona molto calorosa”; “I bambini gli andavano incontro senza paura. Era sempre attorniato da grappoli di bambini”; “"Il nostro Domkapellmeister, il nostro capo, era apprezzato da tutti i bambini, anche se ci sottoponeva a prove stressanti”; "Se era possibile, eravamo tutti i pomeriggi alle ore 16 davanti alla sua porta e lui condivideva con noi pezzi di torta, biscotti e dolci” “I bravi alunni lo amavano”

In “quer pasticciaccio brutto de Ratisbona” Georg Ratzinger non c’entra (Aleteia)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Maria Pia.
Grazie per la citazione  ma soprattuto grazie per il contributo alla verità da parte di Aleteia.
R.

giovedì 20 luglio 2017

Lo storico Michael Hesemann: il rapporto "Domspatzen" scagiona espressamente Georg Ratzinger. La perfidia dei mass media

Clicca qui per leggere l'importantissima intervista che TUTTI i giornalisti dovrebbero leggere,  magari  guardandosi contemporaneamente allo specchio. Qui una traduzione sommaria dal tedesco.
Il rapporto tanto sbandierato non solo non accusa ma anzi scagiona del tutto Mons. Ratzinger descritto come una persona gentile e cordiale con i ragazzi. Certo! Era anche molto severo ma parliamoci chiaro: i bravi insegnanti non sono quelli più severi? Personalmente ricordo con affetto e riconoscenza alcuni professori mentre di altri ho dimenticato anche il nome.
Quali sono i docenti che ricordo? Sicuramente quelli che pretendevano di più e che ci spremevano affinché ottenessimo risultati positivi.
La verità è che questo documento difficilmente avrebbe varcato i confini della Baviera se non vi fosse contenuto il cognome "magico": Ratzinger. Certamente non 
Ciò che è stato fatto in questi giorni a Mons. Georg e, di riflesso, a Papa Benedetto è quanto di più vile possa esistere.
Ribadisco: mi vergogno per chi ha scritto certi articoli e costruito certi servizi televisivi.
La ruota gira e spesso finisce in testa a qualcuno...
R.

Rinfreschiamo la memoria ai giornalisti! Abusi nel coro di Ratisbona? Sapevamo e sapevate già tutto nel 2010

Cari amici,
prosegue sui giornali la fiction sui presunti abusi nel coro di Ratisbona.
Perchè parlo di fiction? Semplice! Quando c'è una notizia ed essa viene divulgata siamo di fronte a un fatto. Quando quella stessa notizia viene riciclata e presentata al pubblico come se fosse nuova o accaduta in tempi recenti, non siamo più di fronte a un fatto ma alla riproposizione della notizia e, quindi, a una fiction.
Purtroppo dobbiamo stare tanto vicini ai nostri "amici" giornalisti perchè pare che la maggiorparte di loro soffra di una grave forma di amnesia.
Eh sì...non si spiega altrimenti l'insistenza con cui continuano a parlare degli abusi nel coro di Ratisbona. Sembra quasi che siano venuti a conoscenza dei fatti (che, comunque, sono gravissimi come abbiamo sempre affermato) solo l'altroieri.
Eppure nel 2010 essi sapevamo TUTTO. Non c'è nulla di nuovo se non l'esposizione del numero dei presunti abusati.
Il problema non sta nella notizia in sè ma nel mondo in cui essa viene presentata, divulgata, ingigantita e strumentalizzata a uso e consumo di pochi (sempre meno infatti, come i dieci piccoli indiani). Si tratta di una brutta pagina nella storia del giornalismo ma questo, in fondo, non è affare nostro. Ciascuno si guardi allo specchio alla mattina.
Dicevamo: nel 2010 i giornalisti sapevamo tutto, come sapevamo anche noi. E infatti questo blog dedicò moltissimi post alla vicenda di Ratisbona che ora, grazie anche a Gemma, vorrei riproporvi:

Il tempo della purificazione della Chiesa, voluto da Benedetto XVI, è arrivato. Le scuse di Mons. Georg Ratzinger (Francesco Antonio Grana)

Intervista a Mons. Georg Ratzinger: il commento di Roberto Caracciolo. Abusi in Europa sotto i Pontificati dei predesssori di Benedetto XVI

Visto, caro Cesare Augusto Maggiore? Il blog riportò la notizia (schiaffi compresi).

Comunicato del Vescovo di Ratisbona e la nota della Santa Sede (Osservatore Romano)

Vescovo Ratisbona: abusi nel coro diretto dal fratello del Papa. Il Vaticano non interviene (ne dubitavamo?)

Il pugno del Papa tedesco non farà sconti alla Chiesa di Germania. L´ira di Benedetto XVI: convocato in Vaticano il capo del clero tedesco (Ansaldo)

Ma chi era il vescovo di Ratisbona all'epoca? Ah già...Mueller!
Ieri qualcuno si è azzardato a dire che il vaticano non interverrà più nella vicenda di Ratisbona nel nome della trasparenza. Peccato che tale decisione sia stata presa nel 2010, regnante Benedetto XVI! Vergogna per chi se l'è dimenticato!

Continuo a segnalare post e articoli ohttp://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.it/search?q=ratisbona può bastare?
In ogni caso l'elenco completo dei post è consultabile al link sottostante:

LA VICENDA DEL CORO DI RATISBONA (2010)



Ratisbona, Gotti Tedeschi: "Scandali per avvertire, li conosco. Occorre capire rinuncia Ratzinger"

Clicca qui per leggere l'intervista.
Quella frase sulla rinuncia è esplosiva ma assolutamente azzeccata :-)
R.

Prosegue la campagna stampa contro i Ratzinger mentre in Vaticano...

...si tace e per me questo è un dato fondamentale e imprescindibile.
Come dimostreremo stamattina si tratta di fatti e accuse vecchie, trite e ritrite, ma ormai tutto fa brodo.
Chissà come mai i mass media evitano di riportare i dati che davvero dovrebbero allarmare la chiesa: il calo dell'otto per mille già nel 2014 (ma la primavera?) e la previsione di una débâcle, o quasi, per i prossimi anni.
Giornalisti e gerarchie continuino pure a farsi i complimenti fra di loro, un po' come i dieci piccoli indiani con l'augurio (per loro) che la storia abbia un finale diverso :-)
R.

mercoledì 19 luglio 2017

Ma che chiesa è questa? Meglio la cosiddetta "opzione Benedetto" (Raffaella)

Cari amici,
sono davvero sconcertata per i titoli di oggi.
La pedofilia nella chiesa, scomparsa da quattro anni e quattro mesi dai titoloni dei giornali, ritorna prepotentemente alla ribalta attraverso il riciclaggio di presunti scandali già scoppiati nel 2010.
Mi sembra che sia evidente a TUTTI (basta semplicemente fare un giro sui social) lo scopo dell'operazione che poi è sempre la stessa: colpire Benedetto XVI.
Che cosa c'è di nuovo? Il titolo di Avvenire per esempio.
Non sorprende invece il silenzio del vaticano. Non intervenivano quando Benedetto era Papa, figuriamoci oggi...
Salta agli occhi di tutti la "strana" tempistica. Coincidenze? Sì...come no?
Benedetto parla pochissimo ma, quando lo fa, suscita sempre clamore: grande gioia in chi vede nuovamente affiorare una luce nel buio, disperazione in chi lo vorrebbe ridotto al silenzio tombale.
Un dato però è certo: Ratzinger non lascia certo indifferenti. Può suscitare opposti sentimenti ma offre sempre uno spunto di riflessione. Capisco che sia sconvolgente per chi vorrebbe che fossimo tutti allineati e sull'attenti. Mi dispiace ma non tutti sono manovrabili dai media :-)
Il lato "divertente" è che la chiesa primaverile si illude di usare i media quando, invece, avviene l'esatto contrario. Il fatto che nessuno se ne renda conto ai piani alti è già di per sè preoccupante ma non è certo un mio problema. Come direbbe Clark Gabre "francamente me ne infischio!".
Parlavamo della "strana" tempistica.
Che cosa è successo? Che cosa può avere dato tanto fastidio da suscitare non la pubblicazione della notizia in sè, ma la violenza con cui essa è stata divulgata. Guarda caso sono stati colpiti Georg Ratzinger (e di riflesso il Papa Emerito) e il card. Mueller. Ma tu guarda che coincidenza!
Facciamo delle ipotesi.
Sembra che la "pietra dello scandalo" sia il Messaggio di Benedetto ai funerali del sempre più compianto cardinale Meisner.
Che cosa c'era di così sconvolgente in quel testo?
Chi, come noi, conosce e ama il Papa non è rimasto sorpreso da quelle parole e MAI ha avuto il dubbio che non fossero farina del suo sacco. Cerchiamo di capire che cosa può aver fatto saltare i nervi a qualcuno.
1) Ha dato fastidio l'immagine della barca che rischia di rovesciarsi? Ma non si tratta di qualcosa di nuovo. Il cardinale Ratzinger usò più o meno le stesse parole nella Via Crucis del 2005. Il discorso andava bene per l'inverno del Pontificato di Giovanni Paolo II (conclusosi infatti dopo qualche giorno) ma non è compatibile con il fresco profumo di primavera che qualcuno dice di sentire ma che la maggioranza dei fedeli fatica ad annusare?
2) Ha dato fastidio il riferimento alla necessità urgente di pastori "capaci di opporsi alla dittatura dello spirito del tempo e pienamente risoluti ad agire e pensare da un punto di vista di fede"? Ratzinger ha sempre insistito su questa necessità. Non si contano i suoi interventi in questo senso. Ne parlò anche nella Missa pro eligendo, il giorno prima di diventare Benedetto XVI. Qualcuno si è riconosciuto nella figura del pastore relativista incapace di opporsi allo spirito del tempo? Affari suoi...si vede che Papa Ratzinger sa ancora colpire esattamente il bersaglio.
3) Non sarà che ha dato fastidio anche l'applauso con cui il Messaggio di Benedetto è stato accolto? Non c'è ragione di provare invidia. Si è trattato di una manifestazione spontanea dei fedeli. Non è colpa di nessuno se altri messaggi inviati nella stessa circostanza hanno ricevuto una risposta glaciale.

Io direi che tutti i fatti sopraelencati possono avere avuto un certo peso nel modo in cui la notizia del coro è stata divulgata. Magari ci sono anche altri motivi che non conosciamo ma, come si suol dire, non abbiamo la palla di cristallo.
In tutta onestà sono davvero stanca di combattere contro i mulini a vento. Il diverso trattamento riservato a Benedetto rispetto ad altri è talmente palese che ormai viene denunciato a gran voce dai fedeli sui social. Purtroppo però non cambia nulla e francamente ha poco senso illudersi che la situazione possa migliorare. Piuttosto bisognerebbe chiedersi perchè i media siano così benevoli con il nuovo corso ma temo che la risposta sia fin troppo chiara e, in ogni caso, non mi interessa particolarmente approfondire l'argomento.
Sono invece piuttosto affascinata dalla cosiddetta "opzione Benedetto". Ne parleremo meglio nei prossimi giorni. Tutto nasce da un libro pubblicato negli Stati Uniti (guarda caso!) e che ha avuto e sta avendo un grandissimo successo. L'Autore vede in San Benedetto da Norcia il modello per costruire nuove, piccole, comunità cristiane che conservino intatto il grande Messaggio del Cristianesimo.
Non a caso il libro non è stato tradotto in italiano e non a caso fa storcere il naso agli araldi della primavera. L'opzione Benedetto non è affatto una fuga dal mondo ma la riscoperta più autentica delle nostre radici.
Ne riparleremo :-)
Intanto ribadisco tutto il mio disprezzo per chi usa un argomento così delicato come la pedofilia nella chiesa a proprio uso e consumo.
Mi domando inoltre che chiesa sia quella in cui uno dei suoi figli più preziosi (Benedetto) non solo viene lasciato solo, ancora una volta, ma addirittura colpito attraverso la persona del fratello.
Una parola: vergogna!
R.

Che coincidenze nell'inchiesta del coro di Ratisbona (Tosatti). Il titolo peggiore? Quello di Avvenire (R.)

Clicca qui per leggere l'illuminante (come sempre) articolo di Tosatti. Averne di vaticanisti così...
Il titolo peggiore di oggi? Sicuramente quello di Avvenire, quotidiano dei vescovi. La prima pagina è online. Personalmente mi vergogno a citarla.
Comunque: Avvenire - vescovi italiani - cei - otto per mille.
E' tempo di passare ai fatti concreti anche a scopo "educativo".
R.

Che delusione certi vaticanisti...

Davvero una delusione cocente soprattutto per me che con molti di loro ho avuto qualche scambio epistolare (che non ho certo scordato) negli anni del Pontificato di Papa Benedetto. Spesso con molta gentilezza mi segnalavano i loro articoli facendo anche qualche commento. Dopo la rinuncia di Joseph Ratzinger sono spariti ad eccezione del migliore :-)
Non mi sono certo strappata i capelli per questo abbandono :-) però non avrei mai immaginato simili voltafaccia. Eppure i vaticanisti, più di tutti i loro colleghi giornalisti, conoscono perfettamente il lavoro di Ratzinger, cardinale e Papa, contro i pedofili nella chiesa. Sembra che oggi soffrano tutti, o quasi, di amnesia. Beh, un piccolo consiglio: ritrovino la memoria perduta perché la dignità non ha prezzo e non vale la pena perderla per nessuno. Anche perchè un giorno il "giro del fumo" potrebbe cambiare di nuovo e spero di essere qui a godermi le capriole.
Delusione e ancora delusione di vedere come viene attaccata sempre e solo la stessa persona. 
Per lui nessuna pietà, comprensione o giustificazione. Per altri solo tripudio di osanna. Eppure in questi anni di argomenti su cui discutere ce ne sono stati tanti e anche ora si potrebbero scrivere dei libri su come vengono gestite le cose nella chiesa.
Evidentemente tutto ciò non conta perchè l'ordine dall'alto è quello di prendere di mira sempre e solo Ratzinger. Beata coerenza e soprattutto beata professionalità.
Felice di non dovermi più confrontare con chi soffre di crisi di amnesia a senso unico.
R.


Notizia vecchia fa buon brodo. I giornali italiani sbattono Ratzinger in prima pagina e Repubblica...

...Repubblica sceglie come notizia di apertura proprio la storia dei presunti abusi nel coro di Ratisbona.
E' vero che 2+2 non fa 4 secondo la chiesa ufficiale però tutti sappiamo che il quotidiano di Scalfari ha, per così dire, lettori eccellenti.
R.

martedì 18 luglio 2017

Strane "coincidenze". Benedetto XVI fa sentire la sua voce e subito rispuntano news da Ratisbona

Cari amici, leggendo i commenti mi sono rasserenata: nonostante il caldo qualche cellulina grigia funziona ancora, magari a rilento ma c'è. Eh sì...in effetti è molto strano che a qualche giorno di distanza dal messaggio di Papa Benedetto ai funerali del card. Meisner siano rispuntate notizie "succulente" per i mass media. Parliamo ovviamente dei presunti abusi avvenuti nel coro di Ratisbona.
Ma che strano...siti e contrositi se la prendono con Mueller e Georg Ratzinger. Non ci si può credere. 
Ma perchè? Non sarà tutto collegato ai fatti delle ultime settimane? Mah...ci vorrebbe Hercule Poirot :-)
Certo che sembra un tantino "bizzarro" che le televisioni stasera si buttino sulla vicenda di Ratisbona...quelle stesse televisioni che hanno "abilmente" taciuto sul caso Inzoli...
Ho appena sentito il telegiornale di Mentana. Nulla di nuovo. Tutte notizie note da anni però voilà in primo piano il viso di Mueller e di Georg Ratzinger. Sullo sfondo la foto di Papa Benedetto.
Confesso che questo atteggiamento mi incute timore. Se si dice una parola, si ottiene questa reazione? Buono a sapersi.
Si rassegnino comunque gli araldi della primavera: non sarà una notizia vecchia di almeno sette anni a riportare tutti sulla "retta" via...
Purtroppo è sempre più evidente l'insofferenza assoluta per ogni tipo di critica. Qualcuno però sta un po' uscendo dal seminato perché una chiesa che presenta se stessa come misericordiosa non dovrebbe offendere gruppi di cattolici un giorno sì e l'altro pure.
Chi non la pensa in un certo modo è un integralista? E pazienza! Sempre meglio di appellativi come "vedove inconsolabili" o "peperoncini all'aceto".
Chi non si sottomette al pensiero che piace alla gente che piace riceve frecciate se non veri e propri insulti. Non appena qualcuno alza la testa arriva puntuale il tentativo mediatico di intimidazione. 
C'è in tanti la tentazione di scendere dalla barca. Evidentemente certe domande o, se vogliamo, certi "dubia" danno tanto fastidio. Forse non ha nemmeno senso insistere, ma attenzione: chi ne esce sconfitta è la chiesa, non i fedeli dubbiosi. Restino solo le voci osannanti trasformando la chiesa da polifonia a canto da solista, ma si tenga presente che le domande non spariranno solo perchè alcuni smettono di porle a voce alta. C'è poi il rischio che le risposte a quelle domande siano ricercate altrove o che, semplicemente, le risposte non siano più considerate importanti.
Buon concerto per pochi eletti (sempre meno in verità).
R.

p.s. non sarà che ha dato fastidio anche l'accoglienza del messaggio di Papa Benedetto ai funerali del card. Meisner? L'applauso spontaneo che non c'è stato all'inizio della cerimonia può avere posto dei "dubia" a qualcuno?

lunedì 17 luglio 2017

Benedetto XVI in morte del cardinale Meisner: "Con la certezza che il Signore non abbandona la sua Chiesa…" (Magister)

Clicca qui per leggere la traduzione del Messaggio inviato da Papa Benedetto ai funerali del card. Meisner.

domenica 16 luglio 2017

La confessione di Marco Tosatti che non va però lasciato solo: siamo tutti scrittori :-)

Clicca qui per leggere l'esilarante (ma profonda) riflessione di Marco Tosatti.
Colpisce che non si riconosca Benedetto XVI anche nelle virgole del messaggio inviato per i funerali del compianto card. Meisner. La barca che rischia di affondare (o è sul punto di rovesciarsi) non richiama le tante riflessioni di Joseph Ratzinger comprese le meditazioni per la Via Crucis del 2005? Ha ragione MedievAle: ormai non si è più abituati a un linguaggio poco diplomatico e non politicamente, mediaticamente e religiosamente corretto. Forse per questo si cerca di individuare presunti colpevoli.
Seguendo la graffiante ironia di Marco Tosatti invito i vari complici a farsi avanti. Noi del blog possiamo fare la nostra parte...sì...siamo tutti scrittori :-)
R.

Benedetto XVI: San Bonaventura e il rischio di un gravissimo fraintendimento di san Francesco (YouTube)



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Cari amici, buona domenica.
Gemma ci ha fatto un bellissimo regalo ritrovando la seconda parte della catechesi di Papa Benedetto su San Bonaventura. Il testo (qui la versione integrale) è un grande insegnamento anche per la chiesa di oggi. Ne consiglio la lettura :-)
R.


Benedetto XVI spiega Bonaventura e venera la reliquia del Santo a Bagnoregio (YouTube)





Cari amici, oggi la Chiesa ricorda Bonaventura da Bagnoregio, un Santo che, come Agostino, è particolarmente caro a Papa Benedetto.
Rivediamo e riascoltiamo quindi la catechesi del 3 marzo 2010 e l'atto di venerazione del Papa della reliquia di San Bonaventura (6 settembre 2009) seguito dal discorso alla cittadinanza di Bagnoregio. 
Grazie come sempre a Gemma :-)

Dalla catechesi (testo integrale):

"quest’oggi vorrei parlare di san Bonaventura da Bagnoregio. Vi confido che, nel proporvi questo argomento, avverto una certa nostalgia, perché ripenso alle ricerche che, da giovane studioso, ho condotto proprio su questo autore, a me particolarmente caro. La sua conoscenza ha inciso non poco nella mia formazione. Con molta gioia qualche mese fa mi sono recato in pellegrinaggio al suo luogo natio, Bagnoregio, una cittadina italiana, nel Lazio, che ne custodisce con venerazione la memoria".

"intorno all’anno 1243 Giovanni vestì il saio francescano e assunse il nome di Bonaventura. Venne subito indirizzato agli studi, e frequentò la Facoltà di Teologia dell’Università di Parigi, seguendo un insieme di corsi molto impegnativi. Conseguì i vari titoli richiesti dalla carriera accademica, quelli di “baccelliere biblico” e di “baccelliere sentenziario”. Così Bonaventura studiò a fondo la Sacra Scrittura, le Sentenze di Pietro Lombardo, il manuale di teologia di quel tempo, e i più importanti autori di teologia e, a contatto con i maestri e gli studenti che affluivano a Parigi da tutta l’Europa, maturò una propria riflessione personale e una sensibilità spirituale di grande valore che, nel corso degli anni successivi, seppe trasfondere nelle sue opere e nei suoi sermoni, diventando così uno dei teologi più importanti della storia della Chiesa. È significativo ricordare il titolo della tesi che egli difese per essere abilitato all’insegnamento della teologia, la licentia ubique docendi, come si diceva allora. La sua dissertazione aveva come titolo Questioni sulla conoscenza di Cristo. Questo argomento mostra il ruolo centrale che Cristo ebbe sempre nella vita e nell’insegnamento di Bonaventura. Possiamo dire senz’altro che tutto il suo pensiero fu profondamente cristocentrico".

" Bonaventura volle presentare l’autentico carisma di Francesco, la sua vita ed il suo insegnamento. Raccolse, perciò, con grande zelo documenti riguardanti il Poverello e ascoltò con attenzione i ricordi di coloro che avevano conosciuto direttamente Francesco. Ne nacque una biografia, storicamente ben fondata, del santo di Assisi, intitolata Legenda Maior, redatta anche in forma più succinta, e chiamata perciò Legenda minor. La parola latina, a differenza di quella italiana, non indica un frutto della fantasia, ma, al contrario, “Legenda” significa un testo autorevole, “da leggersi” ufficialmente. Infatti, il Capitolo generale dei Frati Minori del 1263, riunitosi a Pisa, riconobbe nella biografia di san Bonaventura il ritratto più fedele del Fondatore e questa divenne, così, la biografia ufficiale del Santo.

Qual è l’immagine di san Francesco che emerge dal cuore e dalla penna del suo figlio devoto e successore, san Bonaventura? Il punto essenziale: Francesco è un alter Christus, un uomo che ha cercato appassionatamente Cristo. Nell’amore che spinge all’imitazione, egli si è conformato interamente a Lui. Bonaventura additava questo ideale vivo a tutti i seguaci di Francesco".

"Raccogliamo l’eredità di questo santo Dottore della Chiesa, che ci ricorda il senso della nostra vita con le seguenti parole: “Sulla terra… possiamo contemplare l’immensità divina mediante il ragionamento e l’ammirazione; nella patria celeste, invece, mediante la visione, quando saremo fatti simili a Dio, e mediante l’estasi ... entreremo nel gaudio di Dio” (La conoscenza di Cristo, q. 6, conclusione, in Opere di San Bonaventura. Opuscoli Teologici /1, Roma 1993, p. 187)".

Dal discorso del Papa alla cittadinanza di Bagnoregio (testo integrale):

"Giovanni Fidanza, che divenne poi fra’ Bonaventura, unisce il suo nome a quello di Bagnoregio nella nota presentazione che di se stesso fa nella Divina Commedia. Dicendo: “Io son la vita di Bonaventura da Bagnoregio, che nei grandi offici sempre posposi la sinistra cura” (Dante, Paradiso XII,127-129), sottolinea come negli importanti compiti che ebbe a svolgere nella Chiesa, pospose sempre la cura delle realtà temporali (“la sinistra cura”) al bene spirituale delle anime. Qui, a Bagnoregio, egli trascorse la sua infanzia e l’adolescenza; seguì poi san Francesco, verso il quale nutriva speciale gratitudine perché, come ebbe a scrivere, quando era bambino lo aveva “strappato dalle fauci della morte” (Legenda Maior, Prologus, 3,3) e gli aveva predetto “Buona ventura”, come ha ricordato poc’anzi il vostro Sindaco. Con il Poverello di Assisi seppe stabilire un legame profondo e duraturo, traendo da lui ispirazione ascetica e genio ecclesiale".

"Non è facile sintetizzare l’ampia dottrina filosofica, teologica e mistica lasciataci da san Bonaventura. In questo Anno Sacerdotale vorrei invitare specialmente i sacerdoti a mettersi alla scuola di questo grande Dottore della Chiesa per approfondirne l’insegnamento di sapienza radicata in Cristo. Alla sapienza, che fiorisce in santità, egli orienta ogni passo della sua speculazione e tensione mistica, passando per i gradi che vanno da quella che chiama “sapienza uniforme” concernente i principi fondamentali della conoscenza, alla “sapienza multiforme”, che consiste nel misterioso linguaggio della Bibbia, e poi alla “sapienza onniforme”, che riconosce in ogni realtà creata il riflesso del Creatore, sino alla “sapienza informe”, l’esperienza cioè dell’intimo contatto mistico con Dio, allorché l’intelletto dell’uomo sfiora in silenzio il Mistero infinito (cfr J. Ratzinger, San Bonaventura e la teologia della storia, Ed. Porziuncola, 2006, pp. 92ss). Nel ricordo di questo profondo ricercatore ed amante della sapienza, vorrei inoltre esprimere incoraggiamento e stima per il servizio che, nella Comunità ecclesiale, i teologi sono chiamati a rendere a quella fede che cerca l’intelletto, quella fede che è “amica dell’intelligenza” e che diventa vita nuova secondo il progetto di Dio".

"San Bonaventura fu messaggero di speranza. Una bella immagine della speranza la troviamo in una delle sue prediche di Avvento, dove paragona il movimento della speranza al volo dell’uccello, che dispiega le ali nel modo più ampio possibile, e per muoverle impiega tutte le sue forze. Rende, in un certo senso, tutto se stesso movimento per andare in alto e volare. Sperare è volare, dice san Bonaventura. Ma la speranza esige che tutte le nostre membra si facciano movimento e si proiettino verso la vera altezza del nostro essere, verso le promesse di Dio. Chi spera - egli afferma - “deve alzare il capo, rivolgendo verso l’alto i suoi pensieri, verso l’altezza della nostra esistenza, cioè verso Dio”".

"Grazie, cari amici, ancora una volta per la vostra accoglienza. Mentre vi assicuro un ricordo nella preghiera imparto, per intercessione di san Bonaventura e specialmente di Maria, Vergine fedele e Stella della speranza, una speciale Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a tutti gli abitanti di questa Terra bella e ricca di santi"".

lunedì 10 luglio 2017

Benedetto XVI lancia un appello alla prudenza per evitare gli incidenti stradali (26 giugno 2005)



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Davanti a una Piazza San Pietro stracolma nonostante il caldo soffocante di fine giugno, Benedetto XVI ricorda la Solennità dei Santi Pietro e Paolo invitando i fedeli di Roma e i pellegrini a partecipare alla celebrazione del 29 giugno.
Il Papa ricorda anche l'inizio dell'estate, periodo di riposo e di vacanze lanciando un appello alla prudenza affinché si evitino i tanti incidenti stradali che causano innumerevoli vittime.
Il testo integrale dell'intervento si trova qui.
Grazie come sempre a Gemma :-)
R.

venerdì 7 luglio 2017

Omaggio a Joachim Meisner. Una folla immensa accoglie Benedetto XVI a Colonia, la città del cardinale



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Buonasera amici!
Ricordiamo con affetto il cardinale Meisner con queste bellissime immagini che ci riportano a Colonia, nell'agosto del 2005, quando una folla immensa accolse Papa Benedetto nella città dell'arcivescovo in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, la prima di Joseph Ratzinger.
Ancora un ricordo speciale di un grande uomo di Chiesa e di un caro amico del Papa Emerito.
Delizioso il siparietto in cui il Papa "imita" l'arcivescovo di Colonia nel tentativo di ottenere un po' di silenzio :-)
R.

giovedì 6 luglio 2017

Pasticci su pasticci in vaticano, errori di comunicazione ma la colpa è sempre di Ratzinger (e Wojtyla)

Cari amici, su segnalazione di Carmelina sono andata a leggere gli articoli di ieri a firma di Massimo Franco sul Corriere (clicca qui) e di Politi sul Fatto (clicca qui).
In effetti salta subito all'occhio la differenza di trattamento riservata ai Pontefici. 
Quando Benedetto XVI era il Papa non si lesinavano espressioni del tipo: "incapacità di comunicare", "incapacità di scegliere i collaboratori", "volontà di scegliere sempre i collaboratori fra le persone di cui ci si fida", "isolamento del Papa", "accesso di pochissime persone all'Appartamento del Papa", ecc. ecc. ecc.
In tutta onestà la situazione attuale della chiesa non ha precedenti quanto a crisi eppure si cerca (e si trova!) sempre una giustificazione. 
Chiaramente il nuovo corso primaverile non ha mai colpe. La responsabilità va forse ricercata nei "vertici curiali così come si sono formati nell’era di Wojtyla e Ratzinger" (cit. Politi) o nella "vecchia guardia" (cit. Franco)? Ma di che cosa stiamo parlando?
Il card. Muller, chiamato da Papa Benedetto alla Congregazione per la dottrina della fede, è stato congedato in tutta fretta e quindi non costituisce più un problema, almeno questo è ciò che molti credono e sperano. Il resto dei curiali non rema di certo contro la brezza di primavera.
Pell? E' stato chiamato a Roma dopo il Conclave del 2013. Si parlava di lui come successore di Re ma Benedetto XVI scelse altrimenti e ricordo perfettamente che già allora giravano voci piuttosto "critiche" contro l'arcivescovo di Sydney. Colpa di Ratzinger la crisi della scorsa settimana? Ci vuole un bel coraggio anche solo a insinuarlo!
Milone? E' una nomina recente. Che c'entrano Ratzinger e Wojtyla?
La confusione generata dalla vicenda del piccolo Charlie? Beh! Regnanti Benedetto e Giovanni Paolo, i fedeli non avrebbero sentito la necessità di intasare i centralini della segreteria di stato e dell'albergo Santa Marta. La sensazione è quella di un intervento tardivo e sollecitato da pressioni non mediatiche ma popolari (e questo è grave per un pontificato che crede di avere il consenso unanime dei fedeli).
La questione pedofilia? Benedetto XVI aveva affrontato con decisione il problema sradicandolo alla radice, riducendo allo stato laicale centinaia di preti e allontanando decine di vescovi. La competenza era ed è della CDF che agisce contando sull'esperienza e la competenza maturata in anni di duro lavoro. La famosa commissione sugli abusi può affiancare ma di certo non sostituire la Congregazione che, alla scuola di Ratzinger, sa bene come agire.
Essa, con l'approvazione totale di Benedetto XVI, ridusse allo stato laicale Inzoli a cui poi venne data la possibilità di appellarsi ma dopo la rinuncia del Papa e non per volontà della CDF. Anche qui è colpa di Ratzinger?
Dispiace la polemica sul Prefetto Ladaria che ha agito applicando le norme in vigore. Che cosa può fare di più il vaticano se non spretare un pedofilo? Non è possibile che la CDF denunci direttamente il cittadino di un Paese straniero. Può farlo il vescovo locale ma ricordiamoci che in Italia non c'è obbligo di denuncia se non per i pubblici ufficiali (e i vescovi non lo sono). 
Non ci piace questa norma? E' giusto! Ciascuno può discutere e proporre di cambiare le leggi per adattarle alle nuove esigenze, ma il cambiamento spetta allo Stato e non alla chiesa. In Francia vige per i vescovi l'obbligo di denuncia perché essi sono considerati pubblici ufficiali, in Italia no. Si cambi la legge.
Fa sorridire che si insista sull'isolamento con l'immagine suggestiva del tavolo da pranzo appartato.
Regnante Benedetto, si sarebbe scritto che il Papa vuole isolarsi e non accetta il confronto con gli altri. Oggi sono gli altri a essere i cattivi. 
Chissà che cosa si sarebbe detto di Ratzinger se si fosse rifiutato di confrontarsi con i cardinali o se avesse mandato via un Prefetto o un Presidente di curia che gli erano ostili (e ce n'erano tanti...). Chissà come avrebbero reagito i giornali alla notizia che Castel Gandolfo non avrebbe più goduto della presenza del Papa togliendo così il lavoro a tanti esercizi commerciali o al licenziamento in tronco di alcuni ottimi collaboratori della CDF.
Altri tempi...ora capiamo meglio che cosa intendeva Benedetto parlando di "anticipo di simpatia" senza il quale è impossibile ogni confronto.
Comunque l'immagine del tavolo appartato suggerisce che sia venuta meno l'esigenza di risiedere a Santa Marta. Perchè non tornare nel Palazzo Apostolico? Isolamento per isolamento...
In questo modo l'hotel resterebbe vuoto e ci si potrebbero ospitare tanti migranti...giusto per dare il buon esempio :-)
Idem per le case dei cardinali. Potrebbero vivere in cinque o sei in ogni appartamento liberando così molto alloggi. Fatti non parole...
R.

RIP Joaquín Navarro Valls. Il ricordo di Aldo Maria Valli

Ci ha lasciato Joaquín Navarro Valls, storico direttore della sala stampa vaticana. Un ricordo specialissimo nella preghiera e un ringraziamento per l'affetto filiale che ha sempre dimostrato per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Da sottolineare la sua grande dedizione al lavoro e la tempestività con cui bloccava i "salti in avanti" dei mass media. L'abbiamo rimpianto spesso.
Qui la testimonianza di Aldo Maria Valli.

mercoledì 5 luglio 2017

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: NOVITA' IN LIBRERIA

Bernardo Estrada, Pierluca Azzaro, Ermenegildo Manicardi, "Ciò che il fedele spera . L'escatologia cristiana a partire dal pensiero di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI", Libreria Editrice Vaticana 2017

Robert Sarah, "La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore". Postfazione di Benedetto XVI, Cantagalli 2017

Angela Ambrogetti, Andrea Gagliarducci, Marco Mancini, "Cronache dal monte - Due anni con Benedetto, notizie e approfondimenti su ACI STAMPA", Tau Editrice

Maria Giuseppina Buonanno, Luca Caruso, "Joseph Ratzinger Benedetto XVI - Immagini di una vita", San Paolo 2017

Mimmo Muolo, "Il Papa del coraggio - Un profilo di Benedetto XVI", Ancora 2017

"Cooperatores veritatis - Scritti in onore del Papa emerito Benedetto XVI per il 90° compleanno", Libreria Editrice Vaticana 2017

Giovan Battista Brunori, "Benedetto XVI - Fede e profezia del primo Papa emerito nella storia", Paoline 2017

Benedetto XVI, "Io credo - Le pagine più belle", San Paolo 2017

Card. Raymond Leo Burke, Card. Gerhard Ludwig Müller, "Il Motu proprio «Summorum Pontificum» di S.S. Benedetto XVI. Volume 4 - Una speranza per tutta la Chiesa", Fede & Cultura 2017

Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), Opera Omnia "L'insegnamento del Concilio Vaticano II", Libreria Editrice Vaticana 2016

Benedetto XVI, "Ultime conversazioni", a cura di Peter Seewald, Garzanti


Il card. Joachim Meisner è tornato alla Casa del Padre. La preghiera del blog

Cari amici, si è spento serenamente nella notte il cardinale Joachim Meisner.
La notizia mi rattrista moltissimo e penso di interpretare il pensiero di tutti raccomandando la preghiera e il ricordo.
Riposi in pace. Ha condotto la buona battaglia.
Una preghiera anche per il nostro caro Papa Benedetto legato all'arcivescovo emerito di Colonia da profondo affetto e sincera amicizia.
Il blog

lunedì 3 luglio 2017

Benedetto XVI ai nuovi cardinali: il Signore vince alla fine (28 giugno 2017)



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Benedetto XVI riceve i cinque nuovi cardinali presso il Monastero Mater Ecclesiae subito dopo il Concistoro del 28 giugno 2017.
Grazie come sempre alla nostra Gemma :-)
R.

domenica 2 luglio 2017

Charlie e l'assalto ai centralini del vaticano e dell'hotel "Santa Marta". La risposta? Un tweet generico

Clicca qui per leggere l'articolo di Socci.
Interessante il fatto che NESSUNO abbia parlato delle veglie di preghiera e soprattutto dell'assalto ai centralini telefonici della segreteria di stato vaticano e dell'albergo "Santa Marta".
Peccato che la risposta sia stata solo un tweet di circostanza, molto generico e, a essere sinceri, del tutto inutile. Fino a stamattina sui social c'era la speranza di un intervento a mezzogiorno, speranza che naturalmente è andata delusa. Peccato perchè il testo preparato per l'occasione riguardava la necessità di conformarsi a Cristo e non al mondo.

Dichiarazione del direttore della sala stampa vaticana (ore 19.47).

Il commento di Marco Tosatti

sabato 1 luglio 2017

Un grazie al card. Müller prima silurato e ora sottoposto ad accuse al limite della diffamazione (R.)

Cari amici, è dunque ufficiale: il card. Müller non è stato riconfermato alla guida della Congregazione per la dottrina della fede. 
La notizia non mi stupisce affatto ma non mi aspettavo tutta questa celerità. Magari è la tecnica sempre efficace del "chiodo scaccia chiodo": si parla di Müller e così si tende a dimenticare Pell, Milone, il monsignore sporcaccione fermato qualche giorno fa, il "caso" Inzoli (spretato da Benedetto XVI poi quasi graziato e infine spretato di nuovo), i tiepidi comunicati in difesa del piccolo Charlie ecc. ecc. ecc.
Non c'è da stupirsi, dicevo, della decisione che era nell'aria da mesi se non da anni. Semplicemente il Prefetto della CDF, scelto da Papa Benedetto, non era adatto al nuovo corso. Chissà...magari soffre di allergia al polline e la brezza di primavera non lo entusiasma :-)
La notizia è semplice: il card. Müller lascia il suo incarico e non accetta altri ruoli in Vaticano. Punto.
Ciò che trovo insopportabile è la corsa di vaticanisti, opinionisti, siti vari e affini a giustificare il mancato rinnovo del mandato insinuando che il Prefetto non abbia gestito con sufficiente severità i casi di abuso. No...questo proprio no!
Simili insinuazioni quando non vere e proprie affermazioni sono al limite della diffamazione. Ci può essere stata qualche incomprensione con la nuova commissione sui minori, ma ricordiamoci tutti che la competenza sui casi di abuso sessuale commessi dai preti spetta esclusivamente alla Congregazione per la dottrina della fede. E grazie al Cielo! La CDF, su impulso di Ratzinger, cardinale e Papa, ha fatto passi da gigante nella tutela delle vittime e nella condanna dei colpevoli.
Insinuare, anche velatamente, il contrario al solo scopo di difendere sempre e comunque il nuovo corso non è accettabile. Si narrino i fatti non le opinioni, magari suggerite da altri. 
Personalmente mi sento di ringraziare il card. Müller per il suo lavoro e per la sua vicinanza a Papa Benedetto. L'ex Prefetto è molto giovane e sicuramente non se ne andrà in pensione nella bella Baviera. Speriamo di sentire e di leggere tanti suoi interventi che possano illuminare le nostre menti. Sì perché abbiamo bisogno di sentire di nuovo discorsi di ampio respiro teologico. 
So che molti temono che l'allontanamento di Müller possa determinare ancora più confusione all'interno della chiesa, soprattutto in ambito dottrinale. Capisco la preoccupazione, però la centralità della Congregazione nella difesa e nella promozione della dottrina è andata diminuendo progressivamente negli ultimi anni. Di fatto il suo ruolo non è più essenziale come nei Pontificati di Papa Benedetto e di Giovanni Paolo II (e in tutti quelli precedenti in verità). Meglio quindi un Müller lontano da Roma che possa dare il suo contributo liberamente e da "esterno". In questo senso, come sempre, Marco Tosatti è lungimirante (clicca qui).
So anche che in tanti vedono nel licenziamento di Müller uno schiaffo a Benedetto XVI. Non so se sia così. Forse. E' anche vero che Benedetto è abituato a ricevere schiaffi e quindi uno in più non fa molta differenza :-)
Auguri e buon lavoro al card. Müller. Grazie per l'impegno durato, purtroppo, solo cinque anni.
R.

Charlie, così parla un vero uomo. Card. Caffarra: "Fermatevi in nome di Dio!"

Clicca qui per leggere la dichiarazione del card. Caffarra.
Personalmente non ho "dubia": l'arcivescovo emerito di Bologna si dimostra ancora una volta un grande cardinale e un uomo straordinario. Avremmo voluto sentire parole così forti da altri uomini di chiesa e invece...
Ci dobbiamo accontentare di un tweet che va bene per tutte le occasione e del comunicato di una delle tante accademie vaticane. Non serve che io commenti perché sposo anche i punti e le virgole dell'articolo di Marco Tosatti consultabile qui.
Preghiamo incessantemente per il piccolo Charlie e per i suoi genitori.
R.