giovedì 16 gennaio 2020

"Maladetto sia tu che tacesti”. Oimè, non più tacere...". Introduzione e conclusione del card. Sarah e di Benedetto XVI (Tosatti)

Clicca qui per leggere i due testi.
Sposo parola per parole le considerazioni di Marco Tosatti sui commenti vomitati in questi giorni dal fior fiore dei misericordiosi e dei tolleranti.
Comunque consoliamoci con il fatto che il libro è già campione di vendite e che a noi che vogliamo bene a Benedetto e al card. Sarah restano nero su bianco le parole scritte da entrambi, cioè il contenuto del libro.
Ad altri restano il rancore, la cattiveria e la consapevolezza di avere, ancora una volta, denigrato e offeso un uomo buono la cui unica colpa è quella di amare Cristo e la sua Sposa.
R.

Matthew Schmitz: Nella Chiesa di oggi ogni chiara affermazione di ortodossia viene interpretata come sfida all'autorità del papa regnante

Clicca qui per leggere l'articolo in inglese.

E' assolutamente vero ciò che scrive Schmitz e che ho riprodotto nel titolo del post.
Tale considerazione è chiara a tutti come è altrettanto chiaro che essa non costituisce di certo un problema per Papa Benedetto o per il card. Sarah o per noi fedeli. E' l'odierna chiesa che dovrebbe domandarsi come mai qualsiasi richiamo alla teologia, al diritto canonico, alla liturgia e alla dottrina viene visto come un attacco all'autorità.
In ogni caso ci sono due modi per reagire a concetti espressi così chiaramente: si può rispondere pacatamente e con argomenti solidi oppure si può offendere e screditare.
Il primo metodo è quello di Papa Benedetto, il secondo non è nemmeno degno di essere preso in considerazione.
R.

Mons. Schneider sul libro Ratzinger-Sarah: “Ha provocato la rabbia dell’inferno” (Ippolito)

Clicca qui per leggere il testo dell'intervento di Mons. Schneider.

mercoledì 15 gennaio 2020

Castel Gandolfo, sradicata la vigna voluta da Papa Benedetto (Giansoldati)

Clicca qui per leggere l'articolo.
Mi si è stretto il cuore leggendo questa brutta notizia. Mi domando che bisogno ci fosse di sradicare una vigna così bella. In nome di cosa si è dato il via libera a questa devastazione? 
Benedetto si presentò al mondo come "umile lavoratore nella Vigna del Signore" e quell'angolo nella residenza da lui tanto amata era sicuramente un simbolo.
Viviamo tempi bui in cui il "nuovo" che avanza pensa di sradicare impunemente ciò che considera sorpassato. Ricordiamo però le parole di Benedetto XVI durante una memorabile udienza generale: "Tutto ciò che oggi è attualissimo, domani sarà passatissimo".
Complimenti a chi ha voluto distruggere la vigna sicuramente in modo misericordioso, tenero, tollerante e ovviamente nel nome del rispetto del Creato. Bravi!
R.

Cinque testi sul celibato sacerdotale estratti dal libro "Dal profondo del cuore" (Magister)

Clicca qui per leggere i cinque testi pubblicati da Sandro Magister sul suo blog.
E' chiaro come il sole che i primi due scritti sono del Papa Emerito (sembra di sentirlo parlare!).
E' ancora più importante, quindi, pensare al contenuto senza lasciarci distrarre dal fumo sparso ad arte (arte? Più che artisti alcuni si sono dimostrati degli "imbrattatele").
R.

p.s. Il libro esce oggi in Francia e basta guardare le prime classifiche di vendita per stamparsi un sorriso sulla faccia. Anche questo dà fastidio? Domanda retoricamente sciocca :-)

martedì 14 gennaio 2020

Facciamo un po' di chiarezza sul libro "Dal profondo del nostro cuore". Verità e fake news (Raffaella)


Cari amici,
siamo di fronte al solito pasticcio con notizie, contronotizie, conferme e smentite. In una parola: confusione.
Facciamo il punto della situazione sommando le notizie (quelle vere, non le ricostruzioni di seconda o di ventesima mano) che possiamo ricavare da fonti sicure.
Il card. Sarah rende noto che per le edizioni successive del libro figurerà egli stesso come autore "con il contributo di Benedetto XVI".
Questo a seguito delle polemiche dei soliti noti che ancora una volta hanno pensato di gettare fumo sul libro nella speranza (vana) che nessuno lo apra e ne legga il contenuto.
Il card. Sarah conferma che Papa Benedetto sapeva che le sue riflessioni sarebbero state inserite in un libro.
Nello stesso tempo Mons.George Gaenswein afferma: "Il Papa emerito sapeva che il cardinale stava preparando un libro e aveva inviato un suo testo sul sacerdozio autorizzandolo a farne l'uso che voleva. Ma non aveva approvato alcun progetto per un libro a doppia firma né aveva visto e autorizzato la copertina. Si è trattato di un malinteso senza mettere in dubbio la buona fede del cardinale Sarah. Il testo che Benedetto ha mandato al cardinale è un testo suo che rimane e lui l'autore e non degli altri testi".
Quindi nelle prossime edizioni del libro non ci sarà la doppia firma e forse (è solo una mia deduzione) sarà cambiata la copertina ma il contenuto resta IMMUTATO.
Ancora più precisamente: i testi di Benedetto appartengono a lui ed a lui solo.
Questa è la sola informazione che conta almeno per me.
Non appena il libro del card. Sarah, con il contributo di Benedetto XVI, sarà pubblicato anche in italiano, correrò ad acquistare la mia copia perché voglio leggere quanto ha scritto il Papa Emerito.
Tutto il resto è fumo e contorno assolutamente irrilevante.
Da una parte c'è stata la gestione per così dire superficiale della pubblicazione di un testo di Benedetto, dall'altra non si è persa occasione per sputare veleno contro il Papa Emerito arrivando agli insulti contro la sua persona. Vergogna assoluta per le parole scritte contro un uomo che ha solo da insegnare a tutti noi.
Ribadisco: ciò che conta è solo e soltanto il contenuto del libro
Sappiamo che una parte dei testi è stata scritta dal card. Sarah, la parte restante da Benedetto. Punto e basta! Alla faccia delle polemiche inutili e pretestuose.
Certo! E' affascinante constatare il carisma di Ratzinger/Benedetto XVI che riesce ancora una volta a coinvolgerci TUTTI! 
Basta che parli o scriva per avere tutta l'attenzione del mondo. Non è poco in questo tempo di assoluta indifferenza verso la chiesa.
Lieta del regalo di poter leggere un testo inedito di Joseph Ratzinger, turbata e schifata dal comportamento di tante penne misericordiose che credono di avere tanto da insegnare ma che, evidentemente, hanno ancora tutto da imparare quanto a correttezza ed educazione. 
Non basta riempirsi la bocca di belle parole come tolleranza e tenerezza quando si vorrebbe imporre il silenzio a un anziano solo perché disturba il quieto vivere e/o non si è d'accordo con quanto afferma. Volete contestare il testo di Benedetto? E chi ve lo impedisce? Egli sarebbe il primo a incoraggiarvi. Ma una cosa è criticare anche aspramente, un'altra è mettere il bavaglio.
Questo atteggiamento ha un nome o una serie di nomi ben precisi.
Ma lasciamo i rancorosi al loro rancore e concentriamoci sui testi, cioè su ciò che conta davvero: il contenuto del libro.
Buona lettura in anticipo :-)
Raffaella

“Taccia l’Emerito! Taccia per sempre!” Ironia e menzogne contro il cardinale Sarah e Benedetto XVI. La censura e le offese dei vaticanisti della misericordia e della tenerezza (Samperi)

Clicca qui per leggere il commento.

Io mi vergognerei e non poco! Il bullismo contro Benedetto XVI s(qualifica) i misericordiosi (Raffaella)

Cari amici,
consiglierei a tutti coloro che fra domenica sera e la notte scorsa si sono permessi di scrivere amenità su giornali e social di guardarsi allo specchio e di provare un secondo (non dico tanto: un secondo!) di vergogna!
Prima orde barbariche insultano Benedetto XVI ricordandogli che egli è l'unico essere umano al quale sia negato il diritto di parlare e/o di scrivere ciò che pensa, poi qualcuno gli dà del "rimbambito". In questa fase escono dalle tane anche opinionisti dei quali si erano perse le tracce tanto è il loro interesse per la chiesa attuale.
In un secondo momento intervengono i "pompieri" che, come sempre, minimizzano ogni intervento di Benedetto XVI e, fra le righe, suggeriscono il solito concetto: "tanto Ratzinger non è più Papa e in ogni caso ripete ciò che ha già detto in passato (appunto!)".
Segue un momento di relativa calma finchè "qualcuno" inasprisce nuovamente gli animi facendoci sapere che Papa Benedetto ha delle limitazioni fisiche scendendo anche nei particolari. Parla anche di "cerchio", cioè delle persone che sono più a contatto con il Papa.
Beh, un consiglio: eviterei di parlare di cerchio o di cerchi perché potremmo indicare altre ubicazioni di tali figure geometriche.
Viene inoltre accusato il card. Sarah di avere approfittato della situazione.
Nello stesso tempo l'orda barbarica riprende a marciare denigrando il cardinale e suggerendo che ci sia una sorta di mistero sulla firma di Papa Benedetto in calce alla pubblicazione del suo pensiero.
L'orda si ritwitta vicendevolemente finchè il card. Sarah decide di pubblicare le lettere di Papa Ratzinger.
Qualcuno scrive che si tratta di uno spettacolo deprimente. Sono pienamente d'accordo.
E' veramente indegno e deprimente insultare un uomo anziano che ha dedicato la sua vita alla Chiesa (con la maiuscola) e che ancora oggi tende la mano per dare il suo contributo.
E' il più grande teologo vivente ma secondo i soloni del giornalismo progressista mondiale non ha il diritto di parlare. Possono parlare solo gli "eletti" cioè essi stessi.
Facciano tutti un bel bagno di umiltà alla scuola di Benedetto!
Evitino di offendere e squalificare il prossimo salvo poi riempirsi la bocca di parole altisonanti come misericordia, perdono, accoglienza, ponti, discernimento e compagnia cantante.
Come si chiama quel regime in cui si può parlare solo se si è tutti d'accordo?
Come si chiama l'atteggiamento per cui alcuni hanno sempre ragione e gli altri sono integralisti, tradizionalisti, legalisti, freddi, intransigenti, fondamentalisti?
Provo un sospiro di sollievo visto che non devo più avere a che fare con questo tipo di persone alle quali consiglio di mettersi per un istante davanti allo specchio e di chiedersi per quale ragione provano tanto odio per chi esprime il proprio pensiero.
Uno spettacolo deprimente davvero.
Buona misericordia a tutti.
R.


lunedì 13 gennaio 2020

28 febbraio 2013 - 13 gennaio 2020: riflessioni e impressioni personali (Raffaella)

Cari amici,
sono passati quasi sette (lunghissimi) anni dal giorno in cui Benedetto XVI lasciava il Vaticano a bordo di un elicottero bianco ponendo fine al suo luminoso Pontificato.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e molto è cambiato nella chiesa, come nel mondo.
C'è sempre stato però un punto fermo: la presenza silenziosa ma importantissima di Benedetto XVI che mai ha cessato di pregare per tutti noi.
Dal 2013 sono state pochissime (troppo poche!) le occasioni in cui abbiamo potuto riascoltare e/o leggere interventi del Papa Emerito. Tuttavia ogni volta che ha parlato o scritto ci siamo sentiti tutti più ricchi e felici.
Ovviamente parlo dal nostro punto di vista, quello di tutti noi, semplici fedeli. Non mi riferisco certo a giornalisti o illuminati vari...
In questi anni mi sono tenuta informata di ciò che accadeva nella chiesa con un'attenzione particolare a tutto ciò che riguardava direttamente o indirettamente Papa Benedetto.
Ovviamente i post sul blog si sono fatti sempre più rari perché questo spazio virtuale, nato nel 2006, all'indomani della lectio di Ratisbona, aveva come ragione di essere la divulgazione sul web del pensiero del Santo Padre, ma anche la difesa del Pontefice da attacchi spesso vili e ingiustificati.
A partire dal marzo 2013 lo scopo del blog è venuto meno perché la "difesa" del Papa regnante è stata assunta a piene mani e costantemente da tutti i mass media che contano e dall'universo televisivo. A noi è rimasto il compito di vigilare sulle notizie che riguardano Benedetto.
Ciò però non significa che io non abbia continuato a leggere e a documentarmi, spinta dalla curiosità e dalla voglia di verificare fin dove possono spingersi malafede e ipocrisia.
Coloro che hanno sempre attaccato se non offeso Papa Ratzinger hanno continuato e continuano a denigrarlo con ancora maggior violenza che in precedenza.
Sono convinti che sulla Terra ogni essere umano possa parlare, scrivere e affermare un'opinione personale ad eccezione di Joseph Ratzinger. Per loro la rinuncia al Pontificato equivale a una sorta di "morte civile" e chi è morto non può (e non deve) parlare. Tutti possono prendere la parola, assassini e terroristi compresi, ma non il Papa Emerito perché ha giurato di tacere (dove hanno letto una cosa del genere?) e di non disturbare il nuovo corso.
Sono gli stessi che durante il Pontificato di Benedetto applaudivano a ogni "fiat" di qualsivoglia emerito. Erano arcivescovi emeriti Martini e Dannels, per esempio, ma nessuno ha impedito loro di parlare. In questo blog li abbiamo criticati più volte ma mai ci siamo sognati di chiedere il loro silenzio. Alle parole si risponde con la parola, non con la richiesta di morte civile.
Domando a questi profondi esegeti del comportamento che dovrebbe tenere un vescovo emerito: vi comportereste allo stesso modo se sul Soglio di Pietro ci fosse un Papa a voi non gradito? Chiedereste il silenzio o incoraggereste la parola dell'emerito? 
Temo che il punto sia proprio questo: l'emerito può parlare a patto che dica ciò che piace alla gente che piace. Se dà fastidio (come Ratzinger) deve tacere.
A questa categoria di commentatori se ne aggiunge un'altra che personalmente mi ha profondamente deluso. Si tratta dei giornalisti, vaticanisti e opinionisti che hanno completamente cambiato "casacca" con il cambio di Pontificato. Ora sono tifosi del nuovo corso e iper critici verso il passato. 
Delle due l'una: o hanno finto di avere simpatia per Benedetto e, una volta dimessosi, hanno mostrato il vero volto, oppure cambiano idea a ogni cambio di Pontificato al solo scopo di ottenere vantaggi personali. E' sicuramente la categoria peggiore. Ah, cari signori, quanto ho imparato da voi! Sì...ho imparato a girarvi al largo.
Sono però curiosa di vedere, se Dio vorrà, la prossima trasformazione.
Sicuramente c'è una realtà da non sottovalutare: ancora una volta Papa Benedetto è riuscito a colpire il bersaglio. Siamo usciti allo scoperto tutti: noi che lo amiamo e quelli che non lo sopportano.
Noi solitamente siamo silenziosi, gli altri galleggiano fra una battuta e l'altra, un titolo ad effetto e una frase fatta ecc. ecc.
Ammettiamolo: per un giorno torniamo tutti protagonisti :-)
Mi sorprende e diverte sempre constatare quanto Benedetto sappia cogliere nel segno e "stanare" le varie "mascherine".
A tutti coloro che oggi si stracciano le vesti perché Ratzinger ha parlato vorrei dare un consiglio: un giorno potreste avere anche voi un "Papa Emerito del cuore". Volete impedirgli di parlare? Anche se potrebbe essere d'accordo con voi? Non negatevi questa possibilità :-)
Non vorremmo essere costrettti a rinfacciarvi il comportamento di oggi. 
Non abbiate paura del pensiero e delle parole. In fondo che cosa hanno detto Benedetto e il card. Sarah se non ribadire l'insegnamento della chiesa?
Mi pare che a voi seguaci del nuovo corso manchi sempre qualcosa: fate quadrato appena qualcuno apre bocca. Ma non siete voi i misericordiosi, aperti al prossimo e al dialogo? 
Quasi quasi sembriamo più tolleranti noi che siamo vedove consolabili, sepolcri imbiancati, peperoncini sottaceto, zitelle (...), mummie da museo, cavillatori...
Orsù, dateci il buon esempio :-)
Raffaella

La rabbia e l'imbarazzo: le solite reazioni contro Benedetto XVI nel commento di Marco Tosatti

Clicca qui per leggere il commento.
Giustamente Tosatti non fa tanti giri di parole...
Siamo alle solite e c'è poco di cui stupirsi: quando si hanno pochi argomenti, si reagisce con le offese personali. Sono i metodi consueti che ben conosciamo e che si commentano da soli.
Notiamo comunque che Benedetto XVI non lascia MAI indifferente nessuno. E' una sua qualità. O, meglio, è il suo carisma nel senso di dono, concetto che nulla ha a che vedere con le "lisciatine" dei media.
Finalmente oggi la chiesa esce dal clima di indifferenza generale :-)
R.

Benedetto XVI (2006): Il celibato deve essere una testimonianza di fede: la fede in Dio diventa concreta in quella forma di vita che solo a partire da Dio ha un senso



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Dedicato a chi sta diffondendo la notizia di un Papa Benedetto "strattonato" dal card. Sarah o da chissà chi...
Chi conosce il pensiero di Joseph Ratzinger (di più: il pensiero della Chiesa!) sa che egli ha sempre difeso il celibato e spiegato le ragioni teologiche che ne costituiscono il fondamento.
Vergogna per i commenti che leggo!
R.

Il 22 dicembre 2006, in occasione del tradizionale discorso alla curia, Benedetto XVI si soffermò anche sul fondamento del celibato sacerdotale e sull'importanza che esso ha nella chiesa. Il discorso integrale si trova qui.
Grazie, come sempre, a Gemma :-)
Rileggiamo e riascoltiamo Benedetto XVI:

"Con il tema di Dio erano e sono collegati due temi che hanno dato un’impronta alle giornate della visita in Baviera: il tema del sacerdozio e quello del dialogo. Paolo chiama Timoteo – e in lui il Vescovo e, in genere, il sacerdote – “uomo di Dio” (1 Tim 6,11). 
È questo il compito centrale del sacerdote: portare Dio agli uomini. Certamente può farlo soltanto se egli stesso viene da Dio, se vive con e da Dio
Ciò è espresso meravigliosamente in un versetto di un Salmo sacerdotale che noi – la vecchia generazione – abbiamo pronunciato durante l’ammissione allo stato chiericale: "Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita” (Sal 16 [15],5). 
L’orante-sacerdote di questo Salmo interpreta la sua esistenza a partire dalla forma della distribuzione del territorio fissata nel Deuteronomio (cfr 10,9). Dopo la presa di possesso della Terra ogni tribù ottiene per mezzo del sorteggio la sua porzione della Terra santa e con ciò prende parte al dono promesso al capostipite Abramo. Solo la tribù di Levi non riceve alcun terreno: la sua terra è Dio stesso. Questa affermazione aveva certamente un significato del tutto pratico. 
I sacerdoti non vivevano, come le altre tribù, della coltivazione della terra, ma delle offerte. Tuttavia, l’affermazione va più in profondità. Il vero fondamento della vita del sacerdote, il suolo della sua esistenza, la terra della sua vita è Dio stesso. 
La Chiesa, in questa interpretazione anticotestamentaria dell’esistenza sacerdotale – un’interpretazione che emerge ripetutamente anche nel Salmo 118 [119] – ha visto con ragione la spiegazione di ciò che significa la missione sacerdotale nella sequela degli Apostoli, nella comunione con Gesù stesso

Il sacerdote può e deve dire anche oggi con il levita: “Dominus pars hereditatis meae et calicis mei”. Dio stesso è la mia parte di terra, il fondamento esterno ed interno della mia esistenza. Questa teocentricità dell’esistenza sacerdotale è necessaria proprio nel nostro mondo totalmente funzionalistico, nel quale tutto è fondato su prestazioni calcolabili e verificabili. 

Il sacerdote deve veramente conoscere Dio dal di dentro e portarlo così agli uomini: è questo il servizio prioritario di cui l'umanità di oggi ha bisogno. Se in una vita sacerdotale si perde questa centralità di Dio, si svuota passo passo anche lo zelo dell’agire. Nell’eccesso delle cose esterne manca il centro che dà senso a tutto e lo riconduce all’unità. Lì manca il fondamento della vita, la “terra”, sulla quale tutto questo può stare e prosperare.

Il celibato, che vige per i Vescovi in tutta la Chiesa orientale ed occidentale e, secondo una tradizione che risale a un’epoca vicina a quella degli Apostoli, per i sacerdoti in genere nella Chiesa latina, può essere compreso e vissuto, in definitiva, solo in base a questa impostazione di fondo. 

Le ragioni solamente pragmatiche, il riferimento alla maggiore disponibilità, non bastano: una tale maggiore disponibilità di tempo potrebbe facilmente diventare anche una forma di egoismo, che si risparmia i sacrifici e le fatiche richieste dall’accettarsi e dal sopportarsi a vicenda nel matrimonio; potrebbe così portare ad un impoverimento spirituale o ad una durezza di cuore. Il vero fondamento del celibato può essere racchiuso solo nella frase: Dominus pars – Tu sei la mia terra. Può essere solo teocentrico. Non può significare il rimanere privi di amore, ma deve significare il lasciarsi prendere dalla passione per Dio, ed imparare poi grazie ad un più intimo stare con Lui a servire pure gli uomini. 

Il celibato deve essere una testimonianza di fede: la fede in Dio diventa concreta in quella forma di vita che solo a partire da Dio ha un senso. Poggiare la vita su di Lui, rinunciando al matrimonio ed alla famiglia, significa che io accolgo e sperimento Dio come realtà e perciò posso portarlo agli uomini. Il nostro mondo diventato totalmente positivistico, in cui Dio entra in gioco tutt’al più come ipotesi, ma non come realtà concreta, ha bisogno di questo poggiare su Dio nel modo più concreto e radicale possibile. 

Ha bisogno della testimonianza per Dio che sta nella decisione di accogliere Dio come terra su cui si fonda la propria esistenza. Per questo il celibato è così importante proprio oggi, nel nostro mondo attuale, anche se il suo adempimento in questa nostra epoca è continuamente minacciato e messo in questione. Occorre una preparazione accurata durante il cammino verso questo obiettivo; un accompagnamento persistente da parte del Vescovo, di amici sacerdoti e di laici, che sostengano insieme questa testimonianza sacerdotale. Occorre la preghiera che invoca senza tregua Dio come il Dio vivente e si appoggia a Lui nelle ore di confusione come nelle ore della gioia. In questo modo, contrariamente al "trend" culturale che cerca di convincerci che non siamo capaci di prendere tali decisioni, questa testimonianza può essere vissuta e così, nel nostro mondo, può rimettere in gioco Dio come realtà"

© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana

Avviata la macchina del fango contro Benedetto XVI...(Raffaella)

E' iniziato il linciaggio sui social da parte di quei giornalisti che per altri hanno solo parole di lode e di stima (in realtà sarebbe più corretta un'altra parola che inizia per "l" e finisce per "o", ma io non sono mai stata una ragazza volgare eeeheheheheh).
Eppure da quegli stessi giornalisti così attivi, così corretti, così sempre "sul pezzo", mi sarei aspettata, per esempio, una bella intervista alla donna asiatica che il 31 dicembre si trovava in Piazza San Pietro e invece...
In altri tempi eserciti di opinionisti sarebbero andati fin sulla Luna pur di strappare un'intervista alla signora.
Ma di che cosa ci stupiamo? La macchina del fango contro Benedetto è sempre pronta a riavviarsi ma ha un grande difetto: usa due pistoni (ops...pesi) e due misure e quindi è facilmente "sgamabile", come dicono i giovani :-)
R.

Benedetto XVI e card. Sarah: "Era nostro sacro dovere ricordare la verità del sacerdozio cattolico" (Magister)

Clicca qui per leggere l'anticipazione e il commento di Sandro Magister.

Torna Benedetto XVI: “Celibato dei preti indispensabile. Non posso tacere” (Valli)

Clicca qui per leggere l'anticipazione e il commento.
La voce di Benedetto XVI si alza, come sempre, forte e chiara e ci obbliga a riflettere.
Prepariamoci alle solite polemiche da una parte e difese d'ufficio dall'altra.
Alle prime siamo abituati da anni. Per quanto riguarda le seconde un piccolo consiglio non richiesto: evitare di cadere nella banalità che ha contraddistinto la fine del 2019 e l'inizio del nuovo anno.
Buona giornata a tutti :-)
R.

p.s. un ringraziamento sincero (con una preghiera per gli attacchi che subirà) al cardinale Sarah.

domenica 5 gennaio 2020

Conversazione di fine anno con il Cardinal Müller. Intervista di Armin Schwibach (seconda parte)

Clicca qui per leggere la traduzione della seconda parte dell'intervista di Armin Schwibach al card. Müller, ex Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
L'intervista è stata realizzata per Kath.net, la traduzione è di Elena Mancini per il blog di Sabino Paciolla.

Qui la traduzione della prima parte dell'intervista.
Buona lettura e buona domenica a tutti :-)
R.

giovedì 2 gennaio 2020

Conversazione di fine anno con il Cardinal Müller. Intervista di Armin Schwibach (prima parte)

Clicca qui per leggere la traduzione della prima parte dell'intervista di Armin Schwibach al card. Müller, ex Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Si tratta di un intervento di ampio respiro nel quale vengono toccati argomenti di stretta attualità e vengono ribaditi alcuni capisaldi della fede cattolica che, purtroppo, rischiano di cadere nel "dimenticatoio".
L'intervista è stata realizzata per Kath.net, la traduzione è di Elena Mancini per il blog di Sabino Paciolla.
Qui la traduzione della seconda parte dell'intervista.
Buona lettura e buona giornata a tutti :-)
R.