Carissimi Amici,
è passato un anno dal giorno in cui Papa Benedetto è tornato in Cielo.
Ci manca tantissimo: sentiamo nostalgia per il suo esempio, la sua grande fede, il suo coraggio, i suoi insegnamenti e la sua immensa cultura.
Sempre più persone, credenti o meno, lo rimpiangono e iniziano a capire quanto egli sia stato importante non solo per la Chiesa, ma per il mondo intero. Aumentano le citazioni del suo Magistero e la voglia di leggere o rileggere i suoi scritti, anche quelli precedenti la sua elezione e quelli successivi alla sua rinuncia. Benedetto ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tanti. Ad alcuni mancano profondamente la sua intelligenza e la sua cultura, capace di confrontarsi con tutti, anche con gli atei. Non solo il dibattito all'interno della chiesa ma anche del mondo con essa si è praticamente esaurito dopo la rinuncia del Papa e, ancora di più, dopo la sua morte.
Siamo però fortunati: noi credenti sentiamo vicina la presenza di Benedetto, certo che egli sta pregando con noi e soprattutto per noi, nell'attesa di rivederlo, quando Dio vorrà.
Alla Chiesa è venuto meno un sostegno decisivo (e un parafulmine, come abbiamo detto spesso negli anni di attività del blog). Se già dopo la rinuncia risultavano chiari confusione e cedimenti al "mondo" ora, con la partenza di Joseph Ratzinger per il Cielo, la chiesa sembra in preda ad una crisi di identità che non ha precedenti. Si tratta di una crisi di fede, che smuove alla radice le fondamenta della Cristianità, ma anche di una profonda mancanza di visione culturale e profetica.
I mass media proteggono ancora questa chiesa (in modo sempre meno convinto e convincente a dire la verità), ma il disorientamento dei fedeli è più che evidente.
Ci sono però, a mio avviso, segni concreti di speranza: molti liceali, anche nella mia città, si sono apertamente ribellati al colpo di genio di qualcuno, che ha cambiato "Gesù" con "cucù", cantando a voce alta il testo originale della canzone natalizia. Due settimane fa, in una visita guidata presso un antico Battistero, ho visto ragazzi di varie nazioni recitare alcune preghiere intorno a un antichissimo fonte battesimale. Pregavano in latino, la lingua che in quel momento univa tutti nella recita delle orazioni. Non erano pericolosi reazionari, "rigidi e "zitelle", ma ventenni in preghiera.
Benedetto aveva capito che bisogna puntare sulle nuove generazioni e insegnare loro la bellezza e la ragionevolezza della fede.
Quanto ci manca, quanto abbiamo ancora bisogno di lui...
Preghi per noi, Santo Padre.
Il blog.
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