martedì 14 maggio 2013

Osservatore: l'omaggio di Ratzinger alla povertà di San Francesco (Izzo)


OSSERVATORE: L'OMAGGIO DI RATZINGER ALLA POVERTA' DI S. FRANCESCO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 mag. 

"Non aveva piu' niente, non era suo nemmeno l'abito che portava addosso; e tuttavia possedeva qualcosa che nessuno poteva sottrargli, vale a dire l'amore di Dio al quale ora poteva dire 'Padre' in un modo del tutto nuovo". 
Nel 12esimo volume dell'Opera Omnia di Jospeh Ratzinger, pubblicato dalla Lev in questi giorni, e' contenuto questo omaggio del grande teologo - che oggi e' Papa Emerito alla poverta' di San Francesco divenuta, qualche decennio dopo che questa riflessione e' stata scritta, la cifra caratteristica del successore, Papa Bergoglio. Nel testo, riproposto per questo dall'Osservatore Romano, in occasione dell'uscita per i tipi della Lev del 12esimo volume dell'Opera Ominia. 
"Era - ricorda nel contributo il futuro Pontefice - l'aprile del 1207, nell'Italia piena di sole. Era il mese in cui san Francesco d'Assisi era stato diseredato e ripudiato da suo padre. E sapeva che questo era molto di piu' che possedere il mondo intero. Così il suo cuore era ricolmo di una grande gioia e cantando camminava attraversando i boschi dell'Umbria".
Proprio quel giorno, scrive Joseph Ratzinger, mentre San Francesco passava "vicino a Gubbio, d'improvviso, dalla boscaglia balzano due briganti pronti ad assalirlo; e stupiti dal suo aspetto cosi' curioso gli chiedono: E tu chi sei?'. E lui risponde: 'Sono l'araldo del gran re'".
"Francesco d'Assisi - ricorda Ratzinger nel suo scritto - non era un sacerdote, bensì rimase tutta la vita diacono; ma quello che disse in quel momento e' parimenti una descrizione profonda di cosa sia e debba essere un sacerdote: e' l'araldo del gran re, di Dio, e annunciatore e predicatore della signoria di Dio che si deve estendere nel cuore dei singoli uomini e in tutto il mondo".
"Non sempre - commenta il futuro Benedetto XVI - l'araldo percorrera' la sua strada cantando; a volte si', certamente, perché il buon Dio a ogni sacerdote dona sempre di nuovo momenti nei quali, con stupore e letizia, riconosce quale grande compito Dio gli ha dato. Ma contro questo araldo si levano sempre anche i briganti, per cosi' dire, ai quali quell'annuncio non piace: sono in primo luogo gli indifferenti, che per Dio non hanno mai tempo, quelli ai quali  proprio nel momento in cui Dio li chiamasse  verrebbe in mente che in realta' hanno qualcos'altro da fare, che hanno tanto di quel lavoro da sbrigare; poi ci sono quelli che dicono che non bisognerebbe costruire le chiese, ma anzitutto le case, e ai quali poi pero' sta bene che spuntino cinema e luoghi di divertimento di ogni tipo". 

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2 commenti:

laura ha detto...

A me sembra che la povertà sia la caratteristica dell Sua vita attuale e di tutta la vita. Il Papa è sempre stato "povero di spirito" secondo il messaggio delle beatitudini

pedra ha detto...

Sì. Credo proprio che la ricchezza e il lusso non rientrino nelle categorie mentali di Benedetto. Basta leggere la semplicità e l'essenzialità della sua vita. Basta guardare la limpidezza e la bontà del suo sguardo attratto da cose Alte e Altre. Casomai ricchezza d'abito nella liturgia e nella solennità delle celebrazioni. Ma questo ha tutt'altro significato.