domenica 7 aprile 2013

La presa di possesso della Cattedra di vescovo di Roma nella cronaca di Salvatore Izzo

PAPA: GIUNTO IN AUTO AL LATERANO, MIGLIAIA DI FEDELI IN ATTESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 apr. 

Papa Francesco e' giunto in auto al Palazzo Apostolico del Laterano, sede del Vicariato di Roma. Migliaia di fedeli erano in attesa all'esterno dell'edificio e lo hanno salutato con applausi e molto entusiasmo.
Bergoglio ha viaggiato come e' ormai sua abitudine su una semplice berlina di servizio della Gendarmeria Vaticana. 

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PAPA: AL LATERANO BENEDICE TARGA LARGO GIOVANNI PAOLO II


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 APR. 

Accolto dal cardinale vicario, Agostino Vallini,  e  dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, Papa Francesco e' giunto davanti al Vicariato di Roma, sul piazzale da oggi intitolato a Papa Wojtyla. E il suo primo atto e' proprio quello di Benedire la nuova targa toponomastica con la scritta: "Largo Beato Giovanni Paolo II - Pontefice dal 1978 al 2005".
In precedenza questo spazio faceva parte di Piazza S. Giovanni in Laterano. E' stato il sindaco Alemanno a scoprire la targa fino ad allora coperta da un drappo con i colori della citta' di Roma. Tra le autorita' civili anche l'assessore alla famiglia Luigi De Palo e il sovrintendente ai beni culturali Umeberto Broccoli.
Dopo la breve cerimonia, il nuovo Pontefice e' salito sulla jeep per raggiungere il sagrato della Basilica, al cui ingresso e' stato  accolto dai canonici lateranensi.  

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PAPA: IN JEEP PERDE LA PAPALINA MENTRE SALUTA LA FOLLA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Bagno di folla per Papa Francesco che ha attraversato in jeep scoperta il grande sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Nel chinarsi a salutare i fedeli Bergoglio ha perso la papalina bianca ed ha continuato il suo giro a capo scoperto. 

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PAPA: PRENDE POSSESSO DEL LATERANO E "CONFERMA" VALLINI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Nell'atrio della Basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco ha baciato la croce (come e' prassi nella presa di possesso di una basilica da parte di un vescovo) e ha fatto un piccolo segno di croce sulla propria fronte e su quella del cardinale Agostino Vallini, suo vicario per Roma. Un gesto, quest'ultimo non previsto dal protocollo della cerimonia. Si tratta quasi di una implicita conferma del porporato nel suo ruolo di principale collaboratore pastorale del nuovo Pontefice.
Proprio ieri il cardinale Vallini ha svelato il suo promo dialogo con il nuovo Papa in Conclave dove Vallini ha imparato che Bergoglio non usa mai frasi di circostanza gia' qualche istante dopo l'elezione, prima di uscire entrambi dal Conclave, quando il nuovo Pontefice gli ha chiesto di stargli vicino essendo lui il vicario generale della diocesi di Roma della quale Bergoglio era appena stato nominato vescovo. Ma Vallini, come ha confidato all'Osservatore Romano, non aveva capito che il Papa eletto lo voleva con lui sulla Loggia delle Benedizioni, quando di li' a pochissimo si sarebbe affacciato davanti a un mare di gente.
"Dopo l'elezione - ha raccontato il porporato - i cardinali sfilano davanti all'eletto per manifestargli obbedienza. In quel momento mi ha detto: 'Lei e' il cardinale vicario: accetta di starmi vicino?'. Naturalmente gli ho risposto subito di si'. E pensavo fosse finita li'. Poi mi ha fatto chiamare di nuovo e mi ha detto: 'Venga, stia vicino a me'". Ed eccoli il 13 marzo insieme sulla Loggia ed oggi fare ingresso insieme nella Cattedrale Lateranense, chiesa madre di tutte le chiese. 

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PAPA: PER LA PRIMA VOLTA USA IL PASTORALE DI PAOLO VI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Papa Francesco ha preso possesso della Cattedra di vescovo di Roma impugnando il pastorale di Paolo VI, una croce astile d'argento con raffigurato Cristo, invece della ferula d'oro di Pio IX che ha utilizzato in questi primi giorni del Pontificato. Giovanni Paolo II ha sempre usato il pastorale di Papa Montini nei 27 anni del suo Pontificato. Benedetto XVI dopo un paio d'anni era invece tornato alla ferula che e' il simbolo del ministero petrino, mentre il pastorale (anche se in realta' e' una croce astile) avvicina il vescovo di Roma agli altri vescovi. 

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PAPA: SULLA CATTEDRA LO RAGGIUNGE UNA FAMIGLIA CON 4 FIGLI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Preso possesso della sua Cattedra di vescovo di Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco ha ricevuto l'atto di obbedienza dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal vicegerente Filippo Iannone, e dai rappresentanti del clero e dei diaconi. A nome dei fedeli della sua diocesi a rendere l'obbedienza al nuovo Pontefice e' stata una famiglia con quattro figli.
Con i coniugi Marco e Monica Curzi e i loro figli, hanno poi raggiunto la Cattedra per rendere l'obbedienza al Papa anche due giovani, Sofia Presciutti e Massimo Presti, del servizio diocesano per la pastorale giovanile. 

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PAPA: GIOIA PER LA MIA PRIMA MESSA NELLA NUOVA CATTEDRALE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

"Con gioia celebro per la prima volta l’Eucaristia in questa Basilica Lateranense, Cattedrale del Vescovo di Roma". Con queste parole Papa Francesco si e' rivolto ai fedeli presenti alla celebrazione eucaristica seguita alla sua presa di possesso della Cattedra di vescovo di Roma.
"Vi saluto tutti con grande affetto", ha detto il Pontefice ai presenti e ai concelebranti (il cardinale vicario, Agostino Vallini, l'emerito Camillo Ruini, i vescovi ausiliari, e i parrco prefetti). "Camminiamo insieme nella luce del Signore Risorto", ha esortato ricordando che si celebra oggi la seconda Domenica di Pasqua, denominata anche della Divina
Misericordia. "Com'e' bella - ha esclamato il Papa - questa realta' della fede per la nostra vita: la  misericordia di Dio!". "Un amore cosi' grande, cosi' profondo quello di Dio verso di noi, un amore che non viene meno, sempre afferra la nostra mano e ci sorregge, ci rialza, ci guida". 

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PAPA: PER DIO NON SIAMO NUMERI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

"Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di piu' importante Egli abbia;
anche se peccatori, siamo cio' che gli sta piu' a cuore". Papa Francesco ha voluto ricordarlo nell'omelia della messa celebrata questa sera in San Giovanni in Laterano in occasione della presa di possesso della Cattedra del vescovo di Roma.
"Quante volte - ha confidato Bergoglio - nel mio ministero  pastorale mi sono sentito ripetere: 'Padre, ho molti peccati'; e l'invito che ho sempre fatto e' 'Non temere, va' da Lui, ti sta aspettando, Lui fara' tutto'".
"Nella mia vita personale - ha poi confidato Papa Francesco - ho visto tante volte il volto misericordioso di Dio, la sua pazienza; ho visto anche in tante persone il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesu' dicendogli: 'Signore sono qui, accetta la mia poverta', nascondi nelle tue piaghe il mio peccato, lavalo col tuo sangue'. E ho sempre visto che Dio l’ha fatto, ha accolto, consolato, lavato, amato".
"Quante proposte mondane - ha poi osservato il nuovo Pontefice rivolto ai fedeli - sentiamo attorno a noi, ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua e' una carezza di amore. Proprio nel sentire il mio peccato, nel guardare il mio peccato io posso vedere e incontrare la misericordia di Dio, il suo amore e andare da Lui per ricevere il perdono".
"Cari fratelli e sorelle - ha quindi invocato Bergoglio -  lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci da' tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei Sacramenti". "Sentiremo - ha concluso - la sua tenerezza, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi piu' capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore". 

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PAPA: LA PAZIENZA DI DIO CHE  DA' A TUTTI IL TEMPO PER CAMBIARE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

L'episodio di Tommaso, l'apostolo incredulo che pretende di mettere la sua mano nel segno dei chiodi e nel costato di Gesu', mette in luce "la  pazienza di Gesu' che non abbandona il testardo ma gli dona una settimana di tempo, non chiude la porta, attende". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa celebrata in San Giovanni in Laterano in occasione della presa di possesso della Cattedrale di Roma. "Ricordiamo anche Pietro che - ha sottolineato il Pontefice - per tre volte rinnega Gesu' proprio quando doveva essergli piu' vicino; e quando tocca il fondo incontra lo sguardo di Gesu' che, con pazienza, senza parole gli dice: 'Pietro, non avere paura della tua debolezza, confida in me'; e Pietro comprende, sente lo sguardo d'amore di Gesu' e piange".
"Che bello e' questo sguardo di Gesu', quanta tenerezza!", ha commentato il nuovo Pontefice. "Fratelli e sorelle, non perdiamo mai la fiducia nella misericordia paziente di Dio!", ha invocato rivolto ai presenti.
Francesco ha poi ricordato anche l'episodio dei due discepoli di Emmaus: "il volto triste, un camminare vuoto, senza speranza". "Ma - ha osservato -
Gesu' non li abbandona: percorre insieme la strada, e non solo! Con pazienza spiega le Scritture
che si riferivano a Lui e si ferma a condividere con loro il pasto". "Questo - ha spiegato Francesco - e' lo stile di Dio: non e' impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio - ha scandito - e' paziente con noi perche' ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare". "Ricordiamolo - ha suggerito - nella nostra vita di cristiani: Dio ci aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non e' mai lontano, e se torniamo a Lui, e' pronto ad abbracciarci".
"A me - ha continuato Francesco - fa sempre una grande impressione rileggere la parabola del Padre misericordioso, mi fa impressione perche' mi da' sempre una grande speranza. Pensate a quel figlio minore che era nella casa del Padre, era amato; eppure vuole la sua parte di eredita'; se ne va via, spende tutto, arriva al livello piu' basso, piu' lontano dal Padre; e quando ha toccato il fondo, sente la nostalgia del calore della casa paterna e ritorna. E il Padre? Aveva dimenticato il figlio? No, mai. E' li', lo vede da lontano, lo stava aspettando ogni giorno, ogni momento: e' sempre stato nel suo cuore come figlio, anche se lo aveva lasciato, anche se aveva sperperato tutto il patrimonio, cioe' la sua liberta'; il Padre con pazienza e amore, con speranza e misericordia non aveva smesso un attimo di pensare a lui, e appena lo vede ancora lontano gli corre incontro e lo abbraccia con tenerezza, la tenerezza di Dio, senza una parola di rimprovero: e' tornato!".
"Dio - ha concluso il nuovo Pontefice - sempre ci aspetta, non si stanca. Gesu' ci mostra questa pazienza misericordiosa di Dio perche' ritroviamo fiducia". 

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PAPA: NESSUN PECCATO NON SARA' PERDONATO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Non c'e' nessun peccato che Dio non potra' perdonare, non c'e' nessuna persona che sara' respinta dal Signore. E' questa una verita' di fede che spesso viene dimenticata. "Forse - ha detto Papa Francesco nell'omelia di questa sera - qualcuno potrebbe pensare: il mio peccato e' cosi' grande, la mia lontananza da Dio e' come quella del figlio minore della parabola, la mia incredulita' e' come quella di Tommaso; non ho il coraggio di tornare, di pensare che Dio possa accogliermi e che stia aspettando proprio me". "Ma Dio - ha assicurato Bergoglio - aspetta proprio te, ti chiede solo il coraggio di andare a Lui".
Secondo Papa Francesco, pero', "la pazienza di Dio deve trovare in noi  il coraggio di ritornare a Lui , qualunque errore, qualunque peccato ci sia nella nostra vita". "Gesu' - ha ricordato - invita Tommaso a mettere la mano nelle sue piaghe delle mani e dei piedi e nella ferita del costato".
"Anche noi - ha assicurato il nuovo Pontefice - possiamo entrare nelle piaghe di Gesu', possiamo toccarlo realmente; e questo accade ogni volta che riceviamo con fede i Sacramenti".
In proposito Francesco ha citato San Bernardo per il quale, fa detto, "e' proprio nelle ferite di Gesu' che noi siamo sicuri, li' si manifesta l'amore immenso del suo cuore".
 Da parte sua, ha osservato il Pontefice, "San Bernardo si domanda: su che cosa posso
contare? Sui miei meriti? Ma 'mio merito e' la misericordia di Dio. Non sono certamente povero
di meriti finche' lui sara' ricco di misericordia. Che se le misericordie del Signore sono molte, io pure abbondero' nei meriti'". "Questo - ha concluso infine il nuovo Papa citando San Paolo - e'  importante: il coraggio di affidarmi alla misericordia di Gesu', di confidare nella sua pazienza, di rifugiarmi sempre nelle ferite del suo amore. Dove e' abbondato il peccato e' sovrabbondata la grazia". 

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PAPA: CITA ROMANO GUARDINI, IL MAESTRO DI JOSEPH RATZINGER


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Nell'importante celebrazione in Laterano per la presa di possesso della Cattedra di Vescovo di Roma, Papa Francesco ha citato questa sera il maestro di Joseph Ratzinger "il teologo tedesco Romano Guardini che - ha ricordato Bergoglio - diceva che Dio risponde alla nostra debolezza con la sua pazienza e questo e' il motivo della nostra fiducia, della nostra speranza". 
Anche il nuovo Papa aveva scelto questo autore italo-tedesco per la propria tesi di dottorato, poi non completata perche l'allora religioso gesuita fu richiamato  dalla Germania in Argentina per divenire confessore della comunita' universitaria del Salvador.
Da teologo, da cardinale e anche da Papa, Ratzinger ha confessato piu' volte, nei suoi libri e discorsi, di voler proseguire sulle strade aperte da Guardini. In "Gesu' di Nazareth" ha dichiarato fin dalle prime righe d'avere in mente un classico del suo maestro: "Il Signore". E in "Introduzione allo spirito della liturgia" ha mostrato fin dal titolo di ispirarsi a un capolavoro dello stesso Guardini, "Lo spirito della liturgia". Ecco dunque svelato stasera da Papa Francesco un altro 'filo' che lega il successore di Wojtyla al nuovo Pontefice: lo straordinario contributo al pensiero filosofico e teologico di Romano Guardini.
Benedetto XVI aveva citato Romano Guardini proprio nell'ultimo discorso rivolto ai cardinali lo scorso 28 febbraio, poche ore prima di lasciare definitivamente il Palazzo Apostolico, consegnando ai porporati, come una sorta di testamento, "un pensiero semplice" sulla Chiesa attraverso un'espressione di Romano Guardini scritta, disse, nell'anno in cui i padri conciliari approvavano la Costituzione Lumen Gentium,  "nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me". 
La Chiesa, notava Guardini, "non e' un'istituzione escogitata e costruita a tavolino, ma una realta' vivente. Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente,  trasformandosi. Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore e' Cristo". Sempre citando Guardini, Papa Ratzinger, aveva poi aggiunto: "La Chiesa si risveglia nelle anime". 

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PAPA: SALUTA POPOLO ROMANO, HO BISOGNO DELLE VOSTRE PREGHIERE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 apr. 

Papa Francesco ha voluto affacciarsi questa sera dalla Loggia della Basilica Lateranense, davanti a una grande folla di fedeli che aveva seguito dai maxischermi il rito della presa di possesso della Cattedra del vescovo di Roma.
"Vi ringrazio tanto - ha detto il Pontefice ai fedeli - per la vostra compagnia grazie tante, vi chiedo di pregare per me: ne ho bisogno". "Andiamo avanti tutti insieme. Un popolo e il vescovo, andiamo avanti ad annunciare la Risurrezione", ha quindi concluso utilizzando la stessa espressione che aveva detto nel primo saluto dalla Loggia di San Pietro lo scorso il 13 marzo, poco dopo l'elezione. 


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