“Offriamo la Messa per lui, perché il Signore sia con lui, lo conforti e gli dia molta consolazione”.
Nel giorno del compleanno di Benedetto XVI, che oggi compie 86 anni, Papa Francesco ha offerto la messa mattutina nella Cappella di Casa Santa Marta al suo predecessore.
Nell’omelia, il Papa ha esortato a non opporre “resistenza” all’opera dello Spirito Santo, che “ci dà fastidio, perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti. E noi siamo come Pietro nella Trasfigurazione: ‘vogliamo addomesticare lo Spirito Santo. E quello non va. Perché Lui è Dio e Lui è quel vento che va e viene e tu non sai da dove. È la forza di Dio, è quello che ci dà la consolazione e la forza per andare avanti. Ma: andare avanti! E questo dà fastidio. La comodità è più bella”.
Una “tentazione”, questa, presente “ancora oggi”, ha ammonito il Papa citando il Concilio, che “è stato un’opera bella dello Spirito Santo”. “Pensate a Papa Giovanni”, ha detto il Santo Padre: “Sembrava un parroco buono e lui è stato obbediente allo Spirito Santo e ha fatto quello. Ma dopo 50 anni, abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel Concilio? In quella continuità della crescita della Chiesa che è stato il Concilio? No. Festeggiamo questo anniversario, facciamo un monumento, ma che non dia fastidio”.
Non vogliamo cambiare”, ha ammonito il Papa: “Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore”. Succede lo stesso, per il Papa, “anche nella nostra vita personale”, quando “lo Spirito ci spinge a prendere una strada più evangelica”, ma noi resistiamo”.
Di qui l’esortazione finale: “non opporre resistenza allo Spirito Santo. È lo Spirito che ci fa liberi, con quella libertà di Gesù, con quella libertà dei figli di Dio”, che tramite lo Spirito “ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa. La grazia della docilità allo Spirito Santo. Così sia”.
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16 commenti:
Ripeto qui quel che ho già scritto più sotto, a parte che trovo "strano" che il vescovo di Roma scelga il giorno del compleanno di Papa Benedetto per, porgendogli gli auguri, fare l`apologia dell`ermeneutica della rottura, sarebbe auspicabile che esca dalle formulazioni vaghe per far posto a maggior precisione, in effetti che cosa vuol dire per Papa Bergoglio: "andare in avanti", che cosa significa "andare indietro"?
Chi si stupiva che non avesse ancora menzionato il CVII, è servito!
Quando vedo gli scempi, in particolare dottrinali e liturgici, che sono stati e sono compiuti non solo a nome di quel Concilio ma dello Spirito Santo...che soffia dove vuole, mi sembra che una maggior prudenza e una maggior "precisione" nell`invocare e il CVII e l`intervento dello Spirito Santo sarebbe auspicabile, sopratutto quando è il Successore di Pietro a parlare!
Ratzinger non menzionava mai il CVII? Un po' di serenità non sarebbe male.
Andare avanti andare indietro ma cosa dice?Nel giorno del compleanno di Bendetto che c'entrano questi discorsi?perchè non siamo andati avanti?il cambiamento, il nuovo è sotto gli occhi di tutti apostasia completa.Non è meglio tornare alle origini e non rinnegare il passato e la tradizione piuttosto?Nella mia diocesi per l'anno della fede solo conferenze sul Concilio Vaticano II Papa Benedetto non aveva chiesto anche un approfondimento del catechismo della chiesa cattolica?dalle mie parti mai citato il catechismo della chiesa cattolica
Non fare la maestrina, Luisa.
Dunque
1. Il concilio è frutto dello Spirito Santo.
2. Non va celebrato ma applicato.
3. Le "voci" che non vogliono cambiare (ma non si sa nemmeno a proposito di QUALI cambiamenti) vogliono "addomesticare lo Spirito Santo" e diventano "stolti e lenti di cuore"
4. Se è così il Concilio non è più nemmeno discutibile, ed è preso 'in blocco' senza tener conto dei differenti livelli di adesione a seconda della portata dei documenti.
5. Ma è un'affermazione apodittica e non motivata, lanciata come un macigno nel giorno del compleanno del Papa che ha tentato il riaggancio dei "testardi". Ed è anche un gesto poco caritatevole oltre che dissonante da un punto di vista comportamentale con Benedetto XVI!
6. Ogni giorno un "a fondo"... Dovremo rimanere in trincea e andare avanti confidando nel Signore, nonostante queste bordate che non si sa in cosa sfoceranno. Speriamo restino solo parole e non si traducano in decisioni più gravi.
Per non parlare della continuità della crescita(?!) della Chiesa...
Anonimo, prima di fare osservazioni, avrebbe dovuto leggere con un pò più di attenzione il mio commento, dicendo che molti si stupivano che non avesse ancora menzionato il CVII mi riferivo evidentemente a Papa Bergoglio!
E' evidente che Bergoglio, parlando di "continuità nella crescita", dimostra di non aver capito cosa intendesse, Benedetto XVI, per ermeneutica della continuità. Oppure finge di non capirlo. Il problema dell'applicazione distorta del concilio non sta nel fatto che esso sia stato poco applicato, come pare dire Bergoglio, ma nel fatto che, in alcuni punti, è stato applicato fin troppo, ma nel senso sbagliato, cioè nel senso della rottura con la tradizione. Di conseguenza, il problema, oggi, non è quello di prendere tutto il concilio come un blocco unico e dire alla Chiesa che va applicato senza se e senza ma ignorando che su molti suoi aspetti si è andati persino al di là nell'applicazione mancando completamente di prudenza. Il problema dell'applicazione del concilio è che su molti suoi punti (come quello liturgico) bisogna, anzi, fare qualche passo indietro, mentre, su altri punti, bisogna applicare la lettera del concilio, non lo spirito come finora è stato fatto. Inoltre, questo biasimare coloro che guardano all'indietro è un chiaro segnale ai lefebvriani. E' come se dicesse loro che se non accettano il concilio così come oggi esso viene applicato nella Chiesa, possono scordarsi di tornare in piena comunione con Roma.
La stessa Omelia viene interpretata in due modi radicalmente divergenti da Ester (in un altro post) e da Luisa (e altri) in questo.
Ecco ciò che mi sconcerta: nessuna chiarezza e nessuna univocità.
Molta approssimazione. Che Dio mi perdoni. Ma come è possibile che le stesse parole possano essere ricondotte a significati opposti?
Siamo al conflitto delle interpretazioni. E quel che mi inquieta è che siano entrambe lecite, stando al testo riportato.
Cara Fabiola, grazie per avermi letto. Ognuno di noi dà una sua interpretazione delle parole che ascolta o legge: l'importante, per capire, è sempre rimanere il più possibile fedeli al testo, poi esaminare il contesto e infine tutta la compagnia cantante di contorno. Io avevo appena finito di leggere alcuni scritti di Papa Benedetto sul Concilio Vaticano II per altri motivi, e quindi, leggendo poi l'omelia di Papa Francesco sullo stesso tema, non ho potuto che apprezzarne la perfetta continuità. Non vedo rotture, non vedo fratture, ma la prosecuzione verso il medesimo orizzonte. Poi c'è da dire che un'omelia non è certo un pronunciamento ufficiale, possiamo chiacchierare fino a notte fonda...sulle parole di tutti i Papi! :-)
Quindi non inquietarti - almeno questo è il mio consiglio - il tempo chiarirà l'oggettività e l'essenza di quanto ascoltiamo e leggiamo in questi giorni così parossistici. Senza timore.
Un grande abbraccio,
Ester. :-)
Finché sarà in vita…,
il Papa – il mio Papa –
è solo ed esclusivamente uno:
BENEDETTO XVI!!!
"Crescita nella continuità" è sensibilmente diverso da "Continuità nella crescita", su questo siamo d'accordo?
@Fabiola e Ester,
riporto qui il mio commento di un altro post.
A Ester, che leggo sempre con attenzione, e che vede in quell`omelia il recupero della Tradizione, se il CVII è applicato in modo corretto, ho detto che non
vedo affatto nelle parole di Papa Bergoglio un riferimento alla Tradizione.
Ester ed io abbiamo una lettura opposta dell`omelia quotidiana di Papa Bergoglio nella quale fa gli auguri a Benedetto XVI.
Purtroppo a quelle parole si possono dare interpretazioni diverse e anche, come per noi, opposte.
Non è la prima volta che il veoscovo di Roma usa parole che si prestano a diverse interpretazioni, quelle di ieri sono state sfruttate da chi, servendosi dello Spitito Santo, e presentandosi come un suo frutto, ha fatto scempio della Liturgia e della Dottrina....vedete che il Papa è d`accordo con noi? Vedete che non bisogna mai andare indietro=guardare indietro?
E via alle picche ai cattolici detti tradizionalisti servendosi delle parole del Papa:
" Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore»"
Siete, siamo, stolti e duri du cuore!
Ed ecco Galeazzi che può dire:
"Dunque il Concilio Vaticano II ha rappresentato un’occasione storica per una grande rivoluzione ecclesiastica, che, però, non si è ancora del tutto concretizzata. Grazie allo spirito conciliare, la Chiesa si è aperta al mondo, ma numerosi passi avanti devono essere ancora compiuti."
Un Papa deve confermarci nella nostra Fede, il suo linguaggio deve essere chiaro, di false interpretazioni e errate applicazioni ne abbiamo avute fin troppe, la Chiesa ne soffre, la confusione è immensa.
Questo di guardare avanti mi sembra un retaggio del positivismo ottocentesco. E di definire stolti e duri di cuore chi guarda indietro mi fa pensare che forse certi peccati, secondo PF, non possono proprio essere perdonati, e denota una certa impazienza per aver dovuto aspettare otto anni. Magari si limitasse a fare il vescovo di Roma.Eufemia
Se ciò che si dice in Francia è vero PF poteva diventare Papa otto anni fa.
Invece disse in lacrime che non si sentiva pronto.
Pronto per che cosa?
Facile accettare il Papato dopo PB disprezzato e oltraggiato da tutti.
Più difficile arrivare dopo GP2 che i mezzi di comunicazione adoravano e adorano.
Nel 2005 nessuno scalpitava infatti per essere eletto.
Nemmeno Ratzinger aveva un simile desiderio ma lui ha accettato mentre Bergoglio ha preferito aspettare tempi migliori.
Probabilmente non pensava di dovere attendere ben otto anni.
Beh,se ha scalpitato per 8 lunghissimi anni,noi non è che avessimo tutto questo smodato desiderio di conoscerlo,in un altro post si parla di immane sforzo.....mah,io non ho ancora visto niente di rilevante,BXVI dopo 1 mese di pontificato era già stato ridotto ad hamburger,qui scorrono fiumi di latte e miele,che non si prosciugano mai,non aggiungo altro sennò travalico,ma la penso esattamente come G.Paolo '51,che leggo volentieri su altri blog.Cmq l'aver accettato nel 2005 è questione di averci gli attributi che altri non avevano e per me continuano a non averne.Scusate l'intromissione.Il gattopardo
"Ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore"
.... certamente questo breve passo di papa Francesco è un po' eccessivo e non tiene conto di altre sensibilità insite nella Chiesa Cattolica. Dare del "testardi", "stolti e lenti di cuore" a chi non condivide in toto (o in parte) il Concilio V.II significa infierire su una ferita (quella causata dalla scissione dei lefebrviani e i tradizionalisti in genere) non affatto rimarginata e offendere una certa parte di cattolici. Siamo in un periodo in cui le varie "tendenze" della Chiesa cattolica dovrebbero invece tentare di "riappacificarsi" o almeno dialogare, anche se non è affatto facile.
Questo passo dell'omelia del 16 aprile di papa Bergoglio rischia invece di creare ulteriori e irreparabili fratture.
E poi... "Andare avanti", "andare indietro"? si è purtroppo visto bene come la Chiesa sta andando avanti; a questo punto preferirei che tornasse indietro e riflettesse meglio su alcuni cambiamenti che ha effettuato negli ultimi 50 anni e che hanno procurato solo un netto allontanamento da essa (è un dato di fatto!).
Lo Spirito Santo che ha voluto il Concilio Vaticano II? Ho molti dubbi su tale aspetto.
Francamente sono rimasto molto deluso da questa ultima omelia del nuovo Pontefice. Spero rimanga un caso isolato.
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