Ogni anno oltre centomila cristiani vengono uccisi per ragioni legate in qualche modo alla propria fede. E’ la denuncia levata nei giorni scorsi all’Onu di Ginevra da mons. Silvano Maria Tomasi. Un dato che mostra, in modo impressionante, quanto la persecuzione dei cristiani sia di drammatica attualità e non storia del passato. Alessandro Gisotti ne ha parlato con Marta Petrosillo, portavoce dell’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” in Italia:
R. – E’ davvero un dato scioccante, come ha detto mons. Tomasi, e purtroppo registriamo degli aumenti nelle violenze anticristiane, negli ultimi anni. Noi, come Aiuto alla Chiesa che Soffre, l’abbiamo riscontrato anche nel nostro ultimo Rapporto sulla libertà religiosa, che prende in esame 196 Paesi. Di questi, 131 sono a maggioranza cristiana e non vengono riscontrate persecuzioni, mentre ad esempio nei 49 Paesi a maggioranza musulmana si riscontrano molti episodi di vere e proprie persecuzioni. Anche perché, ad esempio, in 17 di questi 49 Paesi, l’islam è la religione di Stato.
D. – Colpisce forse una certa indifferenza, una stanchezza, da una parte dei media, in generale, ma poi forse anche dei fratelli cristiani, che magari vivono in Occidente…
R. – Questo sì, sicuramente è legato anche al nostro modo di vivere la fede in maniera anche più blanda. Si riscontrano non delle persecuzioni, ma delle discriminazioni in Europa proprio per motivi legati al modo di vivere la religione. Oggi si crede che la religione, soprattutto quella cristiana, debba essere vissuta solamente nel privato. Si rispetta l’altro e si crede erroneamente che, rispettare l’altro, voglia dire nascondere il proprio credo religioso. Sì, è vero, purtroppo, la persecuzione cristiana non fa notizia. Questo credo dipenda anche da noi, da noi cristiani. Un sacerdote egiziano mi ha detto che dai tempi di Diocleziano ogni centimetro della terra egiziana è stato bagnato dal sangue di un martire cristiano.
D. – Il sangue dei martiri è seme dei nuovi cristiani, come diceva Tertulliano, per cui questa Chiesa che soffre è una Chiesa che testimonia…
R. – Sì, è una Chiesa che testimonia. Le persecuzioni non sono solamente perpetrate da movimenti nazionalisti o da fondamentalisti, ci sono anche quelle perpetrate dagli Stati. Quello però che riscontriamo è sicuramente un aumento di questi fondamentalisti, una maggiore radicalizzazione. Purtroppo è un fenomeno che si sta allargando.
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1 commento:
purtrroppo continuano anche se, davvero, nessuno vuole accorgersene
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