sabato 11 maggio 2013

L'udienza di Papa Francesco al patriarca copto Tawadros II nella cronaca di Salvatore Izzo

PAPA: I CRISTIANI SONO PARTE INTEGRANTE DELLA SOCIETA' EGIZIANA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 mag.

I cristiani delle diverse confessioni intendono "porsi a servizio dell'intera societa' egiziana, di cui sono parte integrante". Lo ha affermato Papa Francesco nel discorso rivolto questa mattina al patriarca copto Sua Santita' Tawadros II.
"Sappia - ha assicurato il Pontefice al capo della Chiesa Copta - che il suo sforzo a favore della comunione tra i credenti in Cristo, cosi' come
il Suo vigile interesse per le sorti del Suo Paese e per il ruolo delle comunita' cristiane all'interno
della societa' egiziana, trovano una profonda eco nel cuore del Successore di Pietro e dell'intera
comunita' cattolica".
"L'istituzione di un Consiglio nazionale delle Chiese cristiane, da Lei fortemente voluto, rappresenta - ha aggiunto Francesco rivolto al patriarca - un segno importante della volonta' di tutti i credenti in Cristo di sviluppare nella vita quotidiana relazioni sempre piu' fraterne".

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PAPA: IN EGITTO SPERIMENTIAMO ECUMENISMO DELLA SOFFERENZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 mag.

"Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro e' onorato, tutte le membra gioiscono con lui".  Questa, per Papa Francesco, "e'  una legge della vita cristiana". "In questo senso possiamo dire - ha affermato il Pontefice nel discorso rivolto questa mattina al patriarca copto Sua Santita' Tawadros II - che esiste anche un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri e' stato seme di forza e di fertilita' per la Chiesa, cosi' la condivisione delle sofferenze quotidiane puo' divenire strumento efficace di unita'".
Secondo Francesco, "cio' e'  vero, in certo modo, anche nel quadro piu' ampio della societa' e dei rapporti tra cristiani e non cristiani". "Dlla comune sofferenza - ha detto rivolto al capo della Chiesa Copta in Egitto - possono infatti germogliare, con l'aiuto di Dio, perdono e riconciliazione".

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PAPA: LASCIA CHE SIA PATRIARCA COPTO A BENEDIRE,SI FA SEGNO CROCE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 mag.

Il patriarca dei Copti in Egitto e' chiamato "Papa", esattamente come il vescovo di Roma nel mondo intero. E in questi giorni, Sua Santita' Tawadros II, successore del recentemente scomparso Papa Shenouda III, si trova in Vaticano dove ha pregato nella Cappella Redemptoris Mater insieme a Papa Francesco, il quale - anche se aveva indossato la stola per la benedizione comune - alla fine di una breve liturgia ha lasciato che fosse il solo patriarca a benedire, mentre egli stesso come tutti i presenti si e' fatto il segno della croce. Un gesto di umilta' molto significativo.
"Preghiamo per i nostri Pontefici, Sua Santita' Francesco e Sua Santita' Tawadros", aveva esortato poco prima un prelato della Segreteria di Stato, quando, al termine di lunghe litanie orientali era stato il momento delle invocazioni in italiano. Questo e' stato il momento piu' toccante della mattinata ecumenica di Papa Francesco che gia' ieri aveva incontrato Tawadros alla Domus Santa Marta dove dimorano entrambi in un clima assolutamente familiare e di grandissima cordialita', come hanno potuto constatare i giornalisti che oggi hanno potuto assistere alla parte ufficiale della visita ecumenica. "Io sono molto contento per la sua presenza", ha detto Bergoglio accogliendo il patriarca nella Sala del Tronetto alle 11,15 esatte. "E' la mia prima visita in Vaticano", ha risposto il "papa copto". I due interlocutori gia' avevano conversato un po' ieri sera in modo del tutto informale alla Domus Santa Marta prima di ritrarsi nei rispettivi alloggi (che si
trovano a piani diversi dell'edificio ma sulla stessa colonna e dunque sono gemelli).
E questa mattina si sono rivisti alla Seconda Loggia del Palazzo Apostolico per l'incontro protocollare, durato 15 minuti e seguito dalla presentazione delle rispettive delegazioni e dallo scambio dei doni: Twadros ha donato al Papa, che lo ha subito indossato sulla veste bianca, un medaglione con Vergine e Bambino di quelli che rappresentano le insegne dei vescovi orientali, assieme a un'icona del Cristo Redentore e a un antico atlante mediorientale ricevendo in cambio un prezioso codice del Vangelo di Marco, l'apostolo che e' stato evangelista e primo vescovo di Alessandria.
"E' per me una grande gioia e un vero momento di grazia - ha detto Francesco al patriarca - potervi accogliere qui, presso la tomba dell'Apostolo Pietro, nel ricordo dello storico incontro che quarant'anni fa uni' i nostri predecessori, Papa Paolo VI e Papa Shenouda III, recentemente scomparso, in un abbraccio di pace e di fraternita', dopo secoli di reciproca lontananza. Attraverso di voi estendo il mio cordiale saluto nel Signore ai Vescovi, al clero, ai monaci e all'intera Chiesa Copta Ortodossa.
L'odierna visita rafforza i legami di amicizia e di fratellanza che gia' uniscono la Sede di Pietro e la Sede di Marco, erede di un inestimabile lascito di martiri, teologi, santi monaci e fedeli discepoli di Cristo, che per generazioni e generazioni hanno reso testimonianza al Vangelo, spesso in situazioni di grande difficolta'". Francesco ha ricordato anche la Dichiarazione comune che 40 anni fa "rappresento' - ha detto - una pietra miliare nel cammino ecumenico, e da essa si sviluppo' una Commissione di dialogo teologico tra le nostre Chiese, che ha portato buoni risultati ed ha preparato il terreno per il piu' ampio dialogo tra la Chiesa cattolica e l'intera famiglia delle Chiese Ortodosse Orientali, che continua con frutto sino ad oggi". Anche se resta un lungo cammino da compiere per la piena unita', "non vogliamo dimenticare - ha aggiunto Bergoglio - la molta strada gia' percorsa, che si e' concretizzata in luminosi momenti di comunione, tra i quali mi piace ricordare l'incontro nel febbraio del 2000 al Cairo tra Papa Shenouda III e il Beato Giovanni Paolo II,
 pellegrino, nel corso del Grande Giubileo, sui luoghi di origine della nostra fede". "Sono convinto - ha po concluso il nuovo Pontefice - che, con la guida dello Spirito Santo, la nostra perseverante preghiera, il nostro dialogo e la volonta' di costruire giorno per giorno la comunione nell'amore vicendevole ci consentiranno di porre nuovi e importanti passi verso la piena unita'".

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PAPA: PATRIARCA COPTO PROPONE UNA FESTA COMUNE E LO INVITA EGITTO

Salvatore Izzo

 (AGI) - CdV, 10 mag.

Nel colloquio con Papa Francesco, il patriarca copto Tawadros II ha espresso l'auspicio che "quello di oggi possa essere il primo di una lunga serie di incontri di amore e fratellanza tra le due grandi Chiese". "Percio' - ha detto lo stesso Tawadros nel discorso rivolto a Francesco dopo i 15 minuti del colloquio privato -
spero di poter avere presto l'onore della visita di Sua Santita' nel mio amato Paese, l'Egitto. E propongo che il 10 maggio di ogni anno si celebri la festa dell'amore fraterno tra la Chiesa cattolica e quella copto ortodossa".
L'idea di una festa congiunta e' l'ulteriore passo nella scia di quanto compiuto il 10 maggio 1973, quando Paolo VI e il predecessore di Tawadros, Papa Shenouda III, firmavano la "Dichiarazione comune" ponendo - come ha rammentato da parte sua Papa Francesco - la "pietra miliare" del dialogo ecumenico bilaterale copto-cattolico.
"Entrambe le Chiese,  la cattolica e la copta - ha detto ancora il patriarca di Alessandria nel suo discorso - hanno sempre lavorato insieme, nel Medio Oriente e nel mondo occidentale, per far prevalere la pace. L'obiettivo piu' importante per entrambe e' la promozione del dialogo ecumenico al fine
 di raggiungere la meta piu' ambita, l'unita'".

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