Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 mag.
"Mentre veneriamo i Martiri di Otranto, chiediamo a Dio che sostenga tanti cristiani che ancora soffrono violenze e dia loro il coraggio della fedelta' e di rispondere al male col bene". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa per la prima canonizzazione presieduta da lui in piazza San Pietro. "Oggi - ha spiegato - la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri, che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480".
"Mentre veneriamo i Martiri di Otranto, chiediamo a Dio che sostenga tanti cristiani che ancora soffrono violenze e dia loro il coraggio della fedelta' e di rispondere al male col bene". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa per la prima canonizzazione presieduta da lui in piazza San Pietro. "Oggi - ha spiegato - la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri, che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480".
"Circa ottocento persone - ha ricordato il Pontefice - sopravvissute all'assedio e all'invasione di Otranto da parte degli Ottomani, furono decapitate nei pressi di quella citta'".
I Martiri di Otranto, ha ricordato Francesco, "si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto. "Dove trovarono la forza per rimanere fedeli?Q, Proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena, fa contemplare 'i cieli aperti' e il Cristo vivo alla destra del Padre". Cari amici - ha esortato - conserviamo la fede che abbiamo ricevuto, rinnoviamo la nostra fedelta' al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci fara' mai mancare forza e serenita' Gli 800 martiri di Otranto "hanno salvato l'Italia nella sua identita' cattolica e cristiana", ha affermato da parte sua il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. "La vicenda - ha spiegato - e' singolare da un punto di vista storico, perche' contribui' ad arrestare l'espansione musulmana in Europa, prima ancora di Lepanto, nel 1571, e prima ancora dell'assedio di Vienna, nel 1683".
Secondo il porporato salesiano, "da un punto di vista religioso poi, il comportamento di questi 800 uomini e' un esempio straordinario di fortezza cristiana, di difesa della propria identita' battesimale". Da questi martiri, ha rilevato Amato, arriva "un grido di liberta' di coscienza, profondamente umiliata dalla negazione dei fondamentali diritti umani". "Non si puo' obbligare a convertirsi. Il cristianesimo ha sempre vissuto in questa liberta'", ha osservato il capo dicastero rilevando che "questa canonizzazione potra' avere ricadute positive anche sul dialogo tra le religioni, "proprio perche' riproporra' il valore della liberta' di coscienza". Proclamandoli santi in piazza San Pietro, Papa Francesco, dunque, ha voluto mettere in evidenza che "ogni persona umana e' libera di professare la propria religione, ma non di imporla".
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PAPA: PROCLAMA SANTE DUE SUORE LATINOAMERICANE, TOCCARONO LA CARNE DI CRISTO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 mag. - "Toccarono la carne di Cristo". Con queste parole Papa Francesco ha sintetizzato i meriti delle due nuove sante latinoamericane da lui proclamate oggi. "Santa Maria Guadalupe Garcia Zavala - ha sottolineato il Pontefice presentando la figura di questa suora messicana vissuta negli anni delle persecuzioni anticristiane, tra il 1926 e il '29 - rinunciando a una vita comoda per seguire la chiamata di Gesu', insegnava ad amare la poverta', per poter amare di piu' i poveri e gli infermi. Madre Lupita si inginocchiava sul pavimento dell'Ospedale davanti agli ammalati e agli abbandonati per servirli con tenerezza e compassione. Anche oggi le sue figlie spirituali cercano di riflettere l'amore di Dio nelle opere di carita', senza risparmiare sacrifici e affrontando con mitezza, con perseveranza apostolica e con coraggio qualunque
ostacolo".
Ed anche "Santa Laura Montoya prima santa nata nella bella terra colombiana ci insegna - ha sottolineato Francesco - ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli, come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci trovaimo".
Questa religiosa che ha vissuto con gli indios, secondo il Papa "ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell'altro, a vincere indifferenza e individualismo, accogliendo tutti senza pregiudizi né costrizioni, con amore, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di piu' prezioso: Cristo e il suo Vangelo". Essa, ha ricordato Francesco, "e' stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l'amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa. Nella sua opera di evangelizzazione Madre Laura si fece veramente tutta a tutti, secondo l'espressione di san Paolo. Anche oggi le sue figlie spirituali vivono e portano il Vangelo nei luoghi più reconditi e bisognosi, come una sorta di avanguardia della Chiesa".
Suor Laura, ha spiegato da parte sua il cardinale Angelo Amato, prefetto delle cause dei santi, "lavoro' molto per l'evangelizzazione e l'emancipazione degli indigeni dai vincoli di un paternalismo esasperato e di dominio, aprendoli alla liberta' di coscienza, alla possibilita' di sposarsi per amore e non per imposizione dei genitori, e soprattutto alla dignita' della vita". Nata in Colombia nel 1874 e morta a Medellin nel 1949, la prima santa della Colombia fondo' la congregazione religiosa delle Missionarie di Maria Immacolata e Santa Caterina da Siena, che ebbe subito uno sviluppo prodigioso, con numerose vocazioni e numerose istituzioni e missioni.
Madre Maria Guadalupe Garcia Zabala, confondatrice della congregazione delle Serve di Santa Margherita Maria e dei Poveri e' nata a Zapopan in Messico nel 1878, da giovane si senti' chiamata alla vita religiosa nel servizio degli infermi e dei poveri. Durante il periodo della feroce persecuzione anticattolica fu coraggiosa, insieme alle sue consorelle, sia nel proteggere sacerdoti e laici dalla furia omicida dei rivoluzionari, sia nel curare e assistere i feriti di ogni genere, inclusi gli stessi rivoluzionari, che per questo proteggevano e difendevano le suore e i loro ospedali. Madre Lupita, come veniva affettuosamente chiamata, si spense a Guadalajara in Messico all'eta' di 85 anni. Attualmente le suore da lei fondate hanno numerose case in Messico, Peru', Stati Uniti d'America, Islanda, Grecia e Italia. "Era caritatevole nei confronti dei malati ed e' passata indenne - ha concluso il cardinale Amato - attraverso la persecuzione perche' aiutava tutti senza discriminazioni ideologiche. Veniva da alcuni lodata, da altri sopportata. Questa maternita' nei confronti di chi soffre rappresenta un tipico carisma femminile. Anche se i feriti erano persecutori, li trattava come figli".
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6 commenti:
Qui c'è un errore grave.
La parola Ottomani risulta virgolettata ma Papa Francesco non si è mai sognato di pronunciarla.
Non vi è stato alcun cenno da parte del Pontefice agli autori del massacro compiuto nei pressi di Otranto.
Non ha nominato esplicitamente i maomettani ottomani, però in effetti questi, quando ti chiedevano gentilmente di cambiare fede, di domandavano di rinnegare -fra l'altro- la Resurrezione di Gesù..
Dunque sul sito della Santa Sede si legge:
"Circa ottocento persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto,furono decapitate nei pressi di quella città."
Su Radio Vaticana e da Izzo leggiamo:
"Circa ottocento persone - ha ricordato il Pontefice - sopravvissute all'assedio e all'invasione di Otranto da parte degli Ottomani, furono decapitate nei pressi di quella città».
Quale è la versione corretta?
Il riferimento agli Ottomani è stato aggiunto o tolto?
Gli Ottomani erano nominati nel testo che avevano i media, e i media li hanno citati, me gli Ottomani sono spariti dall`omelia di Papa Bergoglio.
Quid?
Chi ha preparato quel testo ha cancellato quel nome che non s`aveva da farsi o è Jorge Bergoglio ad averlo fatto?
Quei martiri son state vittime di uomini che la politica odierna e il politically correct impedisce di nominare?
La parola Ottomani e' in effetti scomparsa dal testo.
Non vorrei che qualcuno abbia letto i giornali di ieri mattina ed abbia lavorato di "sbianchetto".
In ogni caso mi domando che senso abbia una chiesa (minuscolo) tanto politicamente corretta.
R.
Ricordo, en passant, per chi non fosse troppo addentro alla geopolitica, che uno dei modi più in voga per definire, in breve, la politica egemonica sulle regioni circostanti negli ultimi anni della "nuova" Turchia di Erdogan, è proprio l'aggettivo "neo-ottomano".
(Un articolo fra i moltissimi reperibili :
http://temi.repubblica.it/limes/erdogan-e-i-giannizzeri-dell%E2%80%99impero-neo-ottomano/7077 )
In più, ieri qualcuno qui ha rilevato che, se ci tiene a incontrare l'ecumenico fratello di Istanbul a casa sua...
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