Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 mag.
"Il fenomeno della disoccupazione - della mancanza e della perdita del lavoro si sta allargando a macchia d'olio in ampie zone dell'Occidente e sta estendendo in modo preoccupante i confini della poverta'".
Lo denuncia Papa Francesco che ha ricevuto oggi la Fondazione Centesimus Annus che si occupa di diffondere la Dottrina Sociale della Chiesa. Per il Papa "non c'e' peggiore poverta' materiale di quella che non permette di guadagnarsi il pane e che priva della dignita' del lavoro".
Con la crisi economica, denuncia Francesco, "ormai questo fenomeno non
riguarda piu' soltanto il Sud del mondo, ma l'intero pianeta. Ecco allora l'esigenza di ripensare la solidarieta' non piu' come semplice assistenza nei confronti dei piu' poveri, ma come ripensamento globale di tutto il sistema, come ricerca di vie per riformarlo e correggerlo in modo coerente con i diritti fondamentali dell'uomo, di tutti gli uomini".
Per Papa Francesco, "l'attuale crisi economica e sociale rende ancora piu' urgente questo ripensare e fa risaltare ancora di piu' la verita' e attualita' di affermazioni del magistero sociale come quella che leggiamo nella Laborem exercens di Giovanni Paolo II: 'Gettando lo sguardo sull'intera famiglia umana non si puo' non rimanere colpiti da un fatto sconcertante di proporzioni immense; e cioe' che, mentre da una parte cospicue risorse della natura rimangono inutilizzate, dall'altra esistono schiere di disoccupati o di sotto-occupati e sterminate moltitudini di affamati: un fatto che, senza dubbio, sta ad attestare che vi e' qualcosa che non funziona".
"Ripensare - spiega Bergoglio - mi pare significhi due cose: anzitutto coniugare il magistero con l'evoluzione socio-economica, che, essendo costante e rapida, presenta aspetti sempre nuovi; in secondo luogo, ripensare vuol dire approfondire, riflettere ulteriormente, per far emergere tutta la fecondita' di un valore, la solidarieta', in questo caso, che in profondita' attinge dal Vangelo, cioe' da Gesu' Cristo, e quindi come tale contiene potenzialita' inesauribili".
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PAPA: OGGI LA PAROLA SOLIDARIETA' NON E' BEN VISTA
Salvatore Izzo
"La parola solidarieta' non e' ben vista dal mondo economico, come se fosse una parola cattiva". Lo denuncia Papa Francesco nel discorso rivolto oggi alla Fondazione Centesimus Annus. Secondo il Pontefice, "alla parola solidarieta' bisogna ridare la sua meritata cittadinanza sociale".
Non si possono mettere "gli idoli del potere, del profitto, del denaro, al di sopra del valore della persona umana", ammonisce Papa Francesco nel suo discorso.
"La crisi attuale - sottolinea - non e' solo economica e finanziaria, ma affonda le radici in una crisi etica e antropologica". Purtroppo infatti l'idolatria del denaro e' diventata "norma fondamentale di funzionamento e criterio decisivo di organizzazione". "Ci si e' dimenticati e ci si dimentica tuttora - lamenta Bergoglio - che al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c'e' l'essere umano e c'e' qualcosa che e' dovuto all'uomo in quanto uomo, in virtu' della sua dignita' profonda: offrirgli la possibilita' di vivere dignitosamente e di partecipare attivamente al bene comune".
In merito il nuovo Papa cita Benedetto XVI che "ci ha ricordato che ogni attivita' umana, anche quella economica, proprio perche' umana, deve essere articolata e istituzionalizzata eticamente".
"Dobbiamo tornare - conclude Bergoglio - alla centralita' dell'uomo, ad una visione piu' etica delle attivita' e dei rapporti umani, senza il timore di perdere qualcosa".
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3 commenti:
Ma per un cristiano non dovrebbe essere sempre e comunque "charitas" ?
Se la Chiesa torna ad essere Mater et Magistra e, insegnando (non dialogando col mondo) santifica, si diffonderà la "carità cristiana", della quale la "solidarietà" è solo un pallido riflesso intriso di "umanitarismo"...
Mah... a me sembra che il termine solidarietà sia tutt'altro che inviso al mondo, anzi sia uno di quei termini passepartout del mondo contemporaneo che fanno tanto buoni e trendy...
D'altro canto è vero che il termine è diventato piuttosto antipatico a chi simpatizza per la genuina carità cristiana gratuita e disinteressata, perchè sotto il termine di "solidarietà" [termine mutuato dall'economia (indica l'essere responsabili in solido) e non dalla Sacra Scrittura dove, almeno fino alla vecchia versione CEI, proprio non è riportato neppure una volta] negli ultimi decenni sono state fatte passare purtroppo tante nefandezze e tanti affari sulla pelle dei popoli. L'apoteosi dell'uso del termine solidarietà si ebbe ai tempi della Missione Arcobaleno, in effetti da quella volta perse un po' del suo appeal...
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