mercoledì 9 luglio 2014

Gian Franco Svidercoschi si pone qualche domanda...

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Che dire? E' un piacere notare che qualcuno comincia a porsi ed a porre delle domande.
Svidercoschi, sempre critico verso Benedetto XVI, dovrebbe però anche dire che di solito il Papa regnante viene criticato e paragonato, in negativo, al predecessore o ai predecessori.
Da un anno e mezzo sta accadendo il contrario :-)
Non c'e' polemica, solo descrizione dei fatti...
R.

17 commenti:

gemma ha detto...

Mi piacerebbe che qualche vaticanista coraggioso ogni tanto si ricordasse che non siamo all'anno zero della Chiesa, come racconta un titolo di un libro delle ed San Paolo, che c'è stato tanto anche prima, milioni di giovani con Giovanni Paolo II alle Gmg e poi con Benedetto XVI non possono ora essere cancellati come il nulla, c'erano in mezzo alcuni di noi, alcuni cresciuti altri ancora giovani, non siamo stati il nulla.

Arcangela ha detto...

da Benedetto "Umiltà significa superamento della dimenticanza, umiltà significa affrontare la smemoratezza che vuol farci dimenticare che siamo creature che possono vivere solo in virtù di un dono"
Confesso che questo pontificato mi deprime, mi fa pensare a un sindacato!
Arcangela

laura ha detto...

Meglio tardi che mai..............
Alameno ha il coraggio di parlare come un oche ragiona e non si adegua alla corrente. grazie per le segnalazione.

carmelina ha detto...

Gemma, alcuni appunti.
1) L'anno zero e' stato Benedetto xvi. Totem Bergoglio e' l'anno -1. La sua pastorale ripropone vecchie tematiche da modernariato teologico novecentesco, quelle che piacciono a umanitaristi alla marco politi o cultori di vecchi sogni di gloria politico-teologici rivestiti di solidarismo cattolico.
2) Benedetto non e' stato cancellato. E' stato ripudiato. Giovanni Paolo ii e' stato invece cancellato ma in maniera "preterintenzionale". In pratica, La sua personalità' storica e teologica rappresenta tematiche e esigenze ormai superate mentre il carisma di eroe popolare e' stato totalmente riassorbito e ereditato dalla figura di totem Bergoglio. Benedetto e' diventato un convitato di pietra all'interno della chiesa. La sua presenza e' percepita con disagio e/o totale e ottusa negligenza, nella migliore delle ipotesi, e con odio ferino, nella peggiore.
3) posso comprendere la tua suscettibilità, gemma, riguardo alla "svalutazione"subita dalle generazioni che hanno coltivato la propria fede durante gli anni di Giovanni Paolo ii. Ma non credo sia questo il problema principale. Sinceramente a me del passato non interessa poi molto. Delle agiografie passate o presenti non nutro molto interesse. A me interessa il futuro della Chiesa ovvero Benedetto.
4) svidercoschi e' l'esempio tipico di vaticanista. Rappresentante degli interessi di specifici ambienti curiali guarda e parla con gli occhi e la bocca del proprio patronato di riferimento. Ogni vaticanista usa cioè i fatti come un pittore usa i colori della tavolozza su una tela: entrambi in funzione di uno specifico e pre organizzato disegno. Nessuno dei membri di questa categoria di giornalisti e' in grado di rendere in maniera oggettiva la realtà curiale ed ecclesiastica. L'articolo di svidercoschi gronda ipocrisia e mancanza di lungimiranza tanto quanto quello che stigmatizza. Siccome la tipa (l'autrice dell'articolo criticato) gli ha intaccato i suoi di altarini vecchi, nell'intento di salvaguardarli si e' trovato costretto suo malgrado a difendere l'odiato convitato di pietra e a dare una graffiatina, puramente fittizia, al suo altarino nuovo.

Luisa ha detto...

La Falasca, il cui articolo ha irritato Svidercoschi, è una granda amica di papa Bergoglio, dal 13 marzo è molto presente ed è considerata, vista la sua vicinanza con Bergoglio, voce autorevole...
Detto questo vorrei ricordare due nomi di vaticanisti fra i soli a non essere caduti in un calderone di melassa dal 13 marzo: Sandro Magister e Marco Tosatti.

gemma ha detto...

Grazie per la dotta lezione carmelina, evidentemente conosci ambiente meglio di me. Io non lo conosco, so benissimo che l'autore dell'articolo non amava Benedetto, non gli ha lesinato critiche e del professionismo del confronto col predecessore lui se ne intende bene, solo che allora il regnante era il perdente. Benedetto ci entra per caso nel suo discorso ma il mio ragionamento esula da questo articolo, che si voglia cancellare anni di chiesa è ormai un dato di fatto, chi era il Papa regnante di quegli anni a questo punto diventa irrilevante, non ci sto ad un'idea di chiesa giusta in antitesi ad una passata, che comincerebbe sua vera storia solo ora, per riscattare istanze di ormai esautorati sindacati, antimafie, ecologismi e presunte libertà. Bastava iscriversi ad un partito per questo o sovvenzionare una delle tante ong, leggere repubblica o sintonizzarsi su rai tre. Tristezza è vedere come ciò che dovrebbe unire stia dividendo come poche volte in passato e come buono e sbagliato e giudizio ormai paiano esistere solo per cancellare dalla chiesa ciò che è stata. La storia della chiesa l'hanno fatta i suoi santi e martiri e pure le preghiere di umili frati e suorine oggi ritenuti inutili, troppo contemplativi, non gli editoriali di repubblica. La storia del mondo purtroppo l'hanno invece spesso decretata i consulenti finanziari e della comunicazione a cui ci si continua ad appellare più che a quei santi e mentre si condannano le vecchie mafie le nuove smistano indisturbate il traffico di esseri umani, la famiglia sta scomparendo, cristiani ovunque sperimentano la croce, politici che sbandierano propria cattolicità e che trovano alti riconoscimenti come veri riconoscono come non negoziabile solo bandiera ue, culturalmente siamo sempre più irrilevanti se non come appendice religiosa del marxismo ma abbiamo una nuova veste grafica, siamo protagonisti di simpatiche vignette, siamo accattivanti, questo è quel che conta. Io francamente non lo so se è solo il racconto che ne viene fatto o se è proprio la trama che ormai non potrebbe essere raccontata in modo diverso. Ho fatto il mio tempo, non sono di questo, ne prendo atto

mariateresa ha detto...

A leggere questo articolo veramente sale alle labbra il detto “medice, cura te ipsum”
Ho un ricordo sgradevole degli articoli di S. in epoca benedettiana, sempre pesanti, sempre malevolenti,sempre grondanti confronti polacchi.
Ora che la papolatria generale sta in alcuni casi toccando vette da avanspettacolo, ecco che il Nostro si adonta. Non che non abbia ragioni, essendo l'articolo e la prosa della Falasca degne di una velina del Cremlino all'apertura del congresso del PCUS.
Per analoghe ragioni un giorno Socci si rivolse alla stessa Falasca perche' abbassasse I toni di questa devozione canina con linguaggio da socialismo reale.
Le ragioni le ha Svidercoschi, assieme a un' incredibile faccia da palta.
Questa papolatria vuole fare tavola rasa di tutto quello che e' venuto prima, secondo me, non solo di Benedetto, quindi di mezzo c'e' andato anche Giovanni Paolo II che e' stato messo comodamente nella credenza dei santi dove non dara' +fastidio.
Questo errore, per me mortale, dei neocomunicatori della S. Sede, di invocare la teologia della prima volta su ogni atto, anche il piu' neutro o il + stupido del papa regnante, il compiacersi di ogni starnuto e, peggio, di ogni apprezzamento di personaggi o media che in passato hanno scorrettamente profuso energie e mezzi contro la Chiesa e I suoi uomini migliori, ecco, io credo che questo errore, nel tempo, verra' pagato caro.
Mi soffermo infine su una sola considerazione: come puo' progredire positivamente una chiesa in cui tutte le qualita' fanno capo a un uomo solo e il resto (pensiamo ad es. ai vescovi italiani e a come sono trattati dai media) e' rappresentato come un gruppone di falliti, paramafiosi ,privilegiati, ottusi e inutili?

Fabiola ha detto...

La Falasca, ormai onnipresente sulle pagine di Avvenire e sulle onde di TV 2000 dal 13 Marzo 2013, è stata una delle motivazioni, non l'ultima, della mia disdetta dell'abbonamento al giornale, dopo decenni. Che i miei soldi servissero per le sue intemerate agli "specialisti del Logos" mi è parso, decisamente un po' troppo.
Come, per la prima volta, non ho scelto di dare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica.
Obbedientissima, mi sono convertita alle testimonianza dei gesti ( fatti non parole) e ho contribuito alla chiesa povera per i poveri. Nel mio piccolo.

carmelina ha detto...

Cara Gemma, accetto la tua sottile punzecchiatura ironica con quel "dotta lezione" (a volte nella foga delle mie tirate esagero in sentenziosita'). Quanto al conoscere l'ambiente, credo di aver capito questo dell'ambiente curiale ecclesiastico: meno frequenti sagrestie (meno le conosci) e più ne (del detto habitat) comprendi le dinamiche. In tal maniera 1) non ti condanni ad inevitabili disillusioni disastrose 2) acquisisci un punto di vista oggettivo e spassionato 3) riesci ad avere uno sguardo d'insieme onnicomprensivo. Quanto alla tua (sacrosantissima) denuncia, la controfirmo senza tentennamenti. Totem Bergoglio e' un sacerdote che in altri tempi avrebbe rappresentato la pietra dello scandalo (in senso positivo) ma innestato nell'attuale quadro storico assume il ruolo di pietra pomice ovvero di chi della pietra ne assume solo il carattere compatto preferendole come peso specifico quello di una piuma. Per totem Bergoglio, la missione petrina e' lasciarsi galleggiare sulle onde del mare (il famoso popolo di Dio = volontà di Dio). Peccato che il popolo di Dio, ripeto, non e-s-i-s-t-a p-i-u' e le onde del detto mare (sindacati, ong, antimafia, ecologisti, associazioni di categorie, cittadinanze di varia natura, entità socio-culturali varie, voci da periferie non ben identificate, cicaleccio da autobus, bar, social network, fila alle poste e alle banche insomma le mille voci della massa in tutta la sua sostanza posticcia) siano dei mulinelli nel bel mezzo della palude. I vari personaggi da chiesa del futuro e cambiamenti dottrinali e vecchie solfe conciliariste nei secoli dei secoli ecc ecc erano decenni che cercavano proprio una figura come quella di totem Bergoglio: un sacerdote dalla santità stoica e integerrima nei rapporti intra ecclesiali che da un punto di vista pastorale accettasse di rivestire il ruolo di vestale pubblica cioè' di sacerdotessa che si limita a tenere accesso e mantenere sotto controllo il fuoco sacro del bene comune (ovvero del senso comune contingente alla comunità contemporanea): una via di mezzo tra un cavaliere templare e mary poppins. L'incarnazione di una concezione della Chiesa che per mille volte l'ha portata alla sua rovina, per mille volte e' stata ripudiata e per altre mille e' stata rimessa ostinatamente sul piatto cambiandone truffaldinamente o imbecillemente gli ingredienti ma non la sostanza. Tu, gemma, dici: ho fatto il mio tempo, non sono di questo, ne prendo atto. I tempi (le stagioni) passano e quando non ci si acclimata ad un tempo, bisogna fare come si fa nel regno animale: si va in letargo. Ci si acquieta, in una sorta di dormiveglia, tenendo un occhio aperto, attendendo che il sole torni.

Anonimo ha detto...

E' curioso notare come lo zoccolo duro dei giornalisti fedeli amici e discepoli dell'allora cardinale di Baires, oggi Papa Francesco, si concentri tra quelli che furono tra i collaboratori della rivista 30 giorni.
Alessia

Anonimo ha detto...

Perfettamente d'accordo con tutte voi,voglio esprimere la mia gioia per potervi leggere di nuovo.....Una abbraccio Teresa

anonimo della boemia ha detto...

Probabilmente S. ha sentito il bisogno di intervenire perché nella foga di fare dimenticare Ratzinger si è finiti anche per oscurare Wojtyla e questo per alcuni è inaccettabile.
Ma c'è una pessima notizia:
questo è il risultato della guerra portata per anni contro Benedetto.
Fior di vaticanisti fin dal primo mattino esaltano le doti geopolitiche di Francesco e non si rendono conto che a nessuno interessa ciò che fa o dice.
L'importante è che si parli del berretto scambiato coi fedeli o del tè argentino o del giro di qualcuno in papamobile per finire a discutere del tipo per la nazionale argentina.
Fece notizia la frase San Pietro non aveva una banca ma lo Ior è ancora in sella e ha persino un nuovo presidente.
Va bene tutto e il contrario di tutto ai professionisti dei mass media.
C'è stato un tempo in cui a Ratzinger fu rinfacciato di suonare il piano qualche volta.

Arcangela ha detto...

Naturalmente tifo per la Germania
(leggi Bayern Monaco)! Sarebbe una piccola CIOIA (vocabolo sparito dal dizionario corrente)
Arcangela

Anonimo ha detto...

A proposito di media e vescovi italiani (ma dove sono finiti?)
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lo-strano-caso-di-tv2000-e-altri-9695.htm

Anonimo ha detto...

La Germania ha dato un sacco di dispiaceri al nostro Papa emerito, ma sarei felice se fossero i suoi nazionali a vincere il Mundial.
Alessia

Anonimo ha detto...

I media sono stati colonizzati dagli aedi della cosiddetta "nuova chiesa" e i vescovi, esclusi naturalmente i favoriti del nuovo corso, si leccano le ferite in attesa di tempi migliori, i cuor di leone. L'articolo di S. mi fa pensare che prima o poi potrebbe concretizzarsi un partito di contestatori e che lo si voglia far sapere.
Alessia

maura ha detto...

A me questo fa risanguinare la ferita che mi aveva
inferto qui
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3b5feeae-3f91-466a-b2cb-b7b1efd13e84.html#p=

dove affermo', guardando ridente la telecamera : " la Chiesa non ha bisogno di teologi " !
Cio' , ed altro , mi dettero l'impressione che fosse tra i nuovi conduttori del vapore , insieme ai vari movimenti ( leggi l'onnipresente Riccardi con il fido Mons.Paglia , i CNC ecc.ecc.))
Mi spiace doverlo affermare ma non ha la mia stima .