martedì 23 aprile 2013

Baggio: Il "richiamo alla realtà" di Napolitano e quegli applausi fastidiosi (Colagrande)


Il "richiamo alla realtà" di Napolitano e quegli applausi fastidiosi

Antonio Maria Baggio, docente di filosofia politica - Università Sophia, Loppiano

Anch'io sono stato infastidito dagli appalusi che hanno continuamente interrotto Napolitano. Mi è sembrato di vedere una dimensione patologica. Una massa di persone che si era dimostrata incapace di scegliere un presidente della repubblica, dando prova della propria impotenza, all'improvviso si è identificata con un presidente che rappresenta il "buono" , colui che porta l'onore, solamente per cercare di riscattarsi. Io credo passerà alla storia questo "richiamo alla realtà" del presidente Napolitano, rivolto alle Camere in seduta comune. Perché di questo si è trattato. Napolitano ha ricordato che tutti i partiti hanno chiesto i voti ma nessuno ne ha ottenuti abbastanza per poter governare. La necessità di intese per fare il Governo si doveva costatare fin dall'inizio. Sostanzialmente Napolitano ha detto ai partiti che, negli ultimi vent'anni, in preda all'odio e alle contrapposizioni, si sono dimenticati come si fa politica. Si fa mettendosi insieme, con contrasti, ma anche con chiarimenti e alleanze. Ha anche ricordato loro che non sono servi di un partito, o scrivani di una volontà popolare dettata da internet, ma depositari della volontà popolare.
Questa degenerazione, che ha portato i parlamentari a fare gli interessi delle proprie fazioni, deriva dal fatto che sono cooptati e non eletti. Quindi non hanno più un rapporto reale con il loro sovrano, che sono i cittadini, ma devono rispondere a quel partito "padrone" che li sceglie. Si sono instaurati in politica dei rapporti privati in sostituzione di quelli pubblici. Una degenerazione grave che ha portato con sé dei disastri. E cioè quella lunga serie di 'guasti, chiusure e irresponsabilità' ricordati da Napolitano. E' interessante che nell'elenco delle cose che vanno fatte subito il presidente abbia inserito in testa la riforma delle istituzioni, significativamente associata a un rinnovamento della politica e a una riforma dei partiti stessi. Quindi va riformata, in primis, la legge elettorale, per consentire di governare stabilmente, poi i partiti nella forma, nello stile e facilità di partecipazione e la politica nel suo insieme. Il fenomeno dirompente dell'emergere del Movimento Cinque Stelle è stato sorretto da obiettivi di cittadinanza che tutti dobbiamo condividere, come la trasparenza, la misura nelle spese. Se fossero raggiunti il Movimento di Grillo potrebbe strutturarsi in una forma più costruttiva su altri punti. (Intervista di Fabio Colagrande)

http://it.radiovaticana.va/105/Articolo.asp?c=685619

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Articolo assai interessante... e parzialmente condivisibile, poiché, personalmente, non credo che il M5S possa mai raggiungere quella consapevolezza che l'autore auspica. Ciò perché manca, nella maggior parte dei cooptati (giusto!) grillini, un background che li renda in grado di rendersi conto di cosa stanno facendo. Non chiedo "padri della Patria" o intellettuali finissimi, ma almeno...le basi. Quando sento discorsi tipo "usciamo dall'Euro" provo orrore. Orrore del vuoto che è nelle loro teste. Basterebbe pensare che dovremmo acquistare le materie prime, di cui siamo privi o quasi, con una lira il cui valore diverrebbe presto quello dei marchi della repubblica di Weimar. E parlare di Weimar mi mette i brividi...
Detto questo, ho apprezzato la forza e la lucidità di un uomo di 88 anni capace di ergersi come gigante in mezzo a una platea di nani. Siamo ridotti male. E non vedo uscite...
Ciao!
Paola
P.S. Ogni tanto un OT ci sta bene...

un passante ha detto...

E andiamo con un altro OT: pare che anche al vertice di banca Intesa abbiano chiesto al presidente ottantenne di restare. Per la serie se insistete e mi volete resto, lui ha accettato definendo grossolana la teoria della rottamazione che se applicata senza eccezione costringerebbe la società civile, politica e religiosa a privarsi di persone essenziali. Prendiamo atto che all'atto pratico l'unico rottamato è stato Benedetto che lasciando forse immaginava un giovane al posto suo, chissà....ma gli "amorevoli" confratelli non hanno insistito

Anonimo ha detto...

io non capisco come certi cattolici zelanti siano per queasta UE che obbliga a lavorare a pasqua e natale, che fa agende e calendari con tutte le festività di tutte le religioni tranne quelle cristiane, questa ue che obbliga a riconoscere le adozioni omosessuali, questa UE che in nome del profitto chiude tutti e due gli occhi sugli sfruttamenti di intere nazioni, e che chiede la progressiva perdita di diritti in europa, questa UE che chiede che non sia il sistema economico ad adegurrsi al garantire i diritti fondamentali(alla salute) ma siano i diritti fondamentali(salute e istruzione) a doversi piegare ai sistemi economici, anche quando manifestamente non funzionano. Orrore, orrore, orrore per questi cattolici.

Max

Anonimo ha detto...

Caro Max, hai ragione. Io che amo tantissimo il concetto di Europa e che sempre ho visto nell'unione di nazioni che fino a pochi anni fa si scannavano sui campi di battaglia, un sogno diventato realtà, sono sempre più delusa. E non solo come Cattolica. Ormai il mondo tutto, non solo l'UE, è soggiogato da interessi economico-finanziari che relegano l'uomo, con la sua identità, le sue necessità, la sua DIGNITA', all'ultimo posto... Se non si recupera l'idea fondante, nata sul sangue di troppi morti, di una Europa "viva" politicamente, la vedo veramente brutta...
Ciao,
Paola