venerdì 19 aprile 2013

Vian: un cammino iniziato con Pio X e la sua pastorale (Izzo)

PAPA: VIAN, UN CAMMINO INIZIATO CON PIO X E LA SUA PASTORALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 apr.

Con Papa Francesco e la sua scelta di essere prima di tutto vescovo di Roma, si completa un cammino iniziato con San Pio X. La fine dello Stato pontificio, "vissuta da Pio IX e da Leone XIII come un trauma e come una reclusione", limito' i Papi anche nel loro ufficio pastorale di  vescovi di Roma, al punto che essi  "rinunciarono persino ad affacciarsi dalla loggia di San Pietro", ricorda il direttore dell'Osservatore Romano, professor Giovanni Maria Vian, in un'intervista al sito Vaticaninsider. Poi con Pio X, "che non aveva certo nostalgie temporaliste, la situazione comincio' lentamente a cambiare, finche' nel 1929, al momento della Conciliazione, lo stesso Pio XI riconoscera' che con la perdita del potere temporale in realta' ai Pontefici era stato tolto un incomodo, e che incomodo".
"Pio X - ricostruisce Vian - riceveva in Vaticano, nel cortile di San Damaso, i bambini e i fedeli delle parrocchie romane e spiegava il catechismo" e "con Pio XI  cominciarono i pellegrinaggi di massa, favoriti dalla maggiore facilita' dei trasporti e, insieme, dalla necessita' di reagire alla propaganda dei totalitarismi e in Italia alle adunate del regime fascista".
Pio XII, che fu "il primo vero pontefice mediatico", e  Giovanni XXIII, il 'papa buono', continuarono nella stessa direzione, mentre anche "Paolo VI riservava alla preparazione dei discorsi, da lui scritti personalmente ogni martedi', per le udienze generali del mercoledì, che iniziano proprio con lui". Poi "restano indimenticabili le parole delle quattro settimane di Giovanni Paolo I e la presenza mondiale di Giovanni Paolo II".
Infine, per il professor Vian,  "restera' esemplare la predicazione liturgica di Benedetto XVI: limpida pur nella complessita' di un pensiero radicato nella grande tradizione, soprattutto patristica, e caratteristica di un papa capace, a quasi ottantasei anni, di improvvisare a braccio con trasparente lucidita' anche per tre quarti d'ora". Ed eccoci a Francesco "il Papa dei poveri". "Con lui - conclude Vian - e' evidente il ritorno a una dimensione piu' quotidiana del pontificato, come dimostrano con lampante chiarezza le messe mattutine alle quali invita i dipendenti vaticani e altri fedeli".

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2 commenti:

Luisa ha detto...

"Con lui - conclude Vian - e' evidente il ritorno a una dimensione piu' quotidiana del pontificato, come dimostrano con lampante chiarezza le messe mattutine alle quali invita i dipendenti vaticani e altri fedeli".

Ma che cosa vuol dire una dimensione più quotidiana del Pontificato?
Vuol dire rifiutare i segni e simboli che conferiscono al Papa la suprema potestà?
Significa restare a Santa Marta e rifiutare di abitare il suo appartamento, quello del Papa, vuol dire circolare a Santa Marta in tutta libertà anche senza la veste bianca del Papa, e poi farsi portare e scortare al Palazzo Apostolico per le visite ufficiali?
Vuol dire celebrare la Messa tutte le mattine per invitati speciali, le cui omelie sono riprese da RV, dall`OR e dai vaticanisti?
Che cosa vuol dire una dimensione più quotidiana?
Forse che i pontefici precedenti non assumevano giorno dopo giorno, quotidianamente, le cariche relative al loro Ministero, anche quando erano lontane dal loro carattere, dalle loro abitudini anteriori?
Ma che cosa si inventerà ancora per spiegare, se non giustificare, tutte le novita e i cambiamenti che sta introducendo Papa Bergoglio?

Anonimo ha detto...

Francesco, ovvero la ferialità del magistero.