Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 2 mag.
"Chiedo ai fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli uomini e le donne di buona volonta' una decisa scelta contro la tratta delle persone, all'interno della quale figura il 'lavoro schiavo'".
Lo ha detto Papa Francesco all'Udienza Generale di ieri, tenuta in piazza San Pietro per 80 mila persone. Anche nella messa della mattina alla Domus Santa Marta il Pontefice ha affrontato ieri questo tema che come e' noto era stato oggetto anche di un capoverso - il piu' enfatizzato al momento della lettura del testo dalla Loggia delle Benedizioni - del messaggio di Pasqua.
Di queste vicende, ha ricordato nella sua omelia Papa Francesco, "quante volte, tante volte, abbiamo letto sull'Osservatore Romano". "Un titolo - ha confidato svelandosi un attento lettore del quotidiano diretto dal professor Giovanni Maria Vian - mi ha colpito tanto il giorno della tragedia del Bangladesh: 'Vivere con 38 euro al mese'. Questo era il pagamento di queste persone che sono morte E questo si chiama 'lavoro schiavo!'. E oggi nel mondo c'e' questa schiavitu' che si fa col piu' bello che Dio ha dato all'uomo: la capacita' di creare, di lavorare, di farne la propria dignita'. Quanti fratelli e sorelle nel mondo sono in questa situazione per colpa di questi atteggiamenti economici, sociali, politici e cosi' via". Il nuovo Papa ha citato in proposito la coraggiosa e lucida analisi di un rabbino del Medio Evo che raccontava alla sua comunita' ebraica la vicenda della Torre di Babele, quando i mattoni erano molto preziosi: "Quando un mattone, per sbaglio, cadeva, c'era un problema tremendo, uno scandalo: 'Ma guarda cosa hai fatto!'. Ma se uno di quelli che facevano la torre cadeva: 'Requiescat in pace!' e lo lasciavano tranquillo". "Era - ha osservato Francesco - piu' importante il mattone che la persona. Questo raccontava quel rabbino medievale e questo succede adesso!". "Le persone - ha concluso Papa Bergoglio - sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale, economico. A che punto siamo arrivati? Al punto che non siamo consci di questa dignita' della persona; questa dignita' del lavoro. Ma oggi la figura di San Giuseppe, di Gesu', di Dio che lavorano - questo e' il nostro modello - ci insegnano la strada per andare verso la dignita'".
© Copyright (AGI)
PAPA:SERVE NUOVO SLANCIO PER OCCUPAZIONE, SUPERARE ECONOMICISMI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 2 mag.
La richiesta di un "nuovo slancio per l'occupazione" e la forte denuncia di "una concezione economicista della societa', che cerca il profitto egoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale" hanno caratterizzato l'Udienza Generale tenuta da Papa Francesco il primo maggio, in una piazza San Pietro gremita da 80 mila persone. "Desidero rivolgere a tutti - ha scandito il Pontefice - l'invito alla solidarieta', e ai Responsabili della cosa pubblica l'incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all'occupazione; questo significa preoccuparsi per la dignita' della persona".
Il lavoro - ha sottolineato nella sua catechesi Papa Francesco - fa parte del piano di amore di Dio. "Il lavoro, per usare un'immagine, ci 'unge' di dignita', ci riempie di dignita'; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre; da' la capacita' di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione".
"Gesu' - ha ricordato - impara da San Giuseppe il mestiere del falegname e impara "l'impegno, la fatica, la soddisfazione e anche le difficolta' di ogni giorno". "Questo - ha osservato - richiama alla dignita' e all'importanza del lavoro". Il pensiero del nuovo Pontefice e' andato anche alle difficolta' che, in vari Paesi, incontra oggi il mondo del lavoro e dell'impresa, con la denuncia di egoismi e ingiustizie: "Penso a quanti, e non solo giovani, sono disoccupati, molte volte a causa di una concezione economicista della societa', che cerca il profitto egoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale".
Il Papa arrivato "quasi dalla fine del mondo" e' comunque molto attento alla situazione sociale dell'Italia e degli altri Paesi europei che pagano un prezzo altissimo alla crisi economica, come ha testimoniato l'incoraggiamento a tutti a "non perdere la speranza", "nella certezza - sottolinea - che Dio non ci abbandona". In particolare parole forti per i giovani: "Impegnatevi nel vostro dovere quotidiano, nello studio, nel lavoro, nei rapporti di amicizia, nell'aiuto verso gli altri; il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi anni della vita. Non abbiate paura dell'impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro; mantenete viva la speranza: c'e' sempre una luce all'orizzonte". Anche nell'omelia del mattino a Santa Marta, e' stato affrontato da Bergoglio il tema della dignita' del lavoro con la netta denuncia: "non pagare il giusto, non dare lavoro, perche' soltanto si guarda ai bilanci, ai bilanci dell'impresa; soltanto si guarda a quanto io posso approfittare. Quello va contro Dio!". "La societa' non e' giusta se non offre a tutti un lavoro o sfrutta i lavoratori, ha affermato inoltre celebrando per alcuni minori e ragazze madri, ospiti del Centro di solidarieta' "Il Ponte", nato a Civitavecchia nel 1979, accompagnati dal presidente dell'associazione, don Egidio Smacchia.
Nel Vangelo proposto dalla liturgia Gesu' viene chiamato il "figlio del falegname". Giuseppe era un lavoratore e Gesu' ha imparato a lavorare con lui. Nella prima lettura si legge che Dio lavora per creare il mondo. Questa "icona di Dio lavoratore - ha affermato il Papa - ci dice che il lavoro e' qualcosa di piu' che guadagnarsi il pane": "Il lavoro - ha ricordato Francesco con grande enfasi - ci da' la dignita'! Chi lavora e' degno, ha una dignita' speciale, una dignita' di persona: l'uomo e la donna che lavorano sono degni. Invece quelli che non lavorano non hanno questa dignita'. Ma tanti sono quelli che vogliono lavorare e non possono. Questo e' un peso per la nostra coscienza, perche' quando la societa' e' organizzata in tal modo, che non tutti hanno la possibilita' di lavorare, di essere unti della dignita' del lavoro, quella societa' non va bene: non e' giusta! Va contro lo stesso Dio, che ha voluto che la nostra dignita' incominci di qua". "La dignita' - ha concluso il Papa - non ce la da' il potere, il denaro, la cultura, no!. La dignita' ce la da' il lavoro!" e un lavoro degno, perche' oggi tanti "sistemi sociali, politici ed economici hanno fatto una scelta che significa sfruttare la persona".
© Copyright (AGI)
PAPA: ESALTA WOJTYLA E CHIEDE "GENITORI E FIGLI PREGATE INSIEME"
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 2 mag.
Papa Francesco ha ricordato ieri il secondo anniversario della Beatificazione di Papa Wojtyla e ha chiesto ai pellegrini polacchi presenti all'Udienza Generale di "essere pervasi dalla fede, dalla carita' e dal coraggio apostolico di Giovanni Paolo II.
Come tante volte hanno fatto i suoi predecessori, il Papa ha incoraggiato tutti gli 80 mila fedeli presenti alla preghiera come un "momento prezioso per rendere ancora piu' salda la vita familiare, l'amicizia!". In particolare a pregare insieme genitori e figli. "Impariamo - ha chiesto - a pregare di piu' in famiglia e come famiglia!". (AGI)
Nelle parole del Papa anche l'invito ad ascoltare il Signore: "Bisogna imparare a contemplarlo - ha detto - a percepire la sua presenza costante nella nostra vita; bisogna fermarsi a dialogare con Lui, dargli spazio con la preghiera." E ancora una volta chiede ai giovani di chiedersi: "quale spazio do al Signore? Mi fermo a dialogare con Lui?".
Poi il richiamo al Rosario, ricordando che inizia il mese dedicato alla Madonna. Tra i saluti ai gruppi linguistici, in particolare ai francesi ha rivolto l'invito a imparare da Giuseppe e Maria "ad essere fedeli agli impegni, a vivere la fede attraverso le azioni quotidiane, a dare spazio al Signore nella nostra vita". Agli inglesi l'invito a "coltivare con responsabilita' i beni della creazione e a crescere in dignita' come uomini e come donne fatti a immagine di Dio".
Ai tedeschi, l'incoraggiamento a pregare in famiglia il Rosario. Agli spagnoli l'esempio di Maria e Giuseppe che hanno conservato e meditato nel loro cuore tutte le cose. Lo speaker arabo ha tradotto invece l'incoraggiamento: "Non abbiate paura dell'impegno, del sacrificio e del futuro; mantenete viva la speranza, perche' c'e' sempre una luce all'orizzonte".
In italiano infine, come di consueto, il pensiero ai giovani, ai malati e agli sposi novelli: "Cari giovani, siate innamorati di Cristo, per seguirlo con slancio e fedelta'. Voi, cari ammalati, immergete le vostre sofferenze nel mistero d'amore del Sangue del Redentore. E voi, cari sposi novelli, col vostro reciproco e fedele amore siate segno eloquente dell'amore di Cristo per la Chiesa".
© Copyright (AGI)
Nessun commento:
Posta un commento