mercoledì 27 agosto 2014

Le "tre conversioni" di Sant'Agostino nella splendida omelia di Benedetto XVI a Pavia (YouTube)




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Cari amici la nostra Gemma ci fa un regalo bellissimo alla vigilia del giorno in cui la Chiesa ricorda uno dei suoi Padri e dottori: Sant'Agostino, maestro dell'umanità e di Papa Benedetto XVI.
Riascoltiamo la bellissima omelia che il Santo Padre tenne a Pavia il 22 aprile 2007 il cui testo integrale è consultabile qui.
R.

2 commenti:

Arcangela ha detto...

Benedetto "Le fede cristiana non è un peso, ma è come un'ala che ci consente di volare più in alto per rifugiarci nelle braccia del Signore" Sembra la sintesi di codesta bellissima omelia. Di similari si sente tanto la mancanza.
Arcangela

maura ha detto...

Il bel sogno della vita contemplativa era svanito, la vita di Agostino ne risultava fondamentalmente cambiata. Ora non poteva più dedicarsi solo alla meditazione nella solitudine. Doveva vivere con Cristo per tutti. Doveva tradurre le sue conoscenze e i suoi pensieri sublimi nel pensiero e nel linguaggio della gente semplice della sua città. La grande opera filosofica di tutta una vita, che aveva sognato, restò non scritta. Al suo posto ci venne donata una cosa più preziosa: il Vangelo tradotto nel linguaggio della vita quotidiana e delle sue sofferenze. Ciò che ora costituiva la sua quotidianità, lo ha descritto così: "Correggere gli indisciplinati, confortare i pusillanimi, sostenere i deboli, confutare gli oppositori... stimolare i negligenti, frenare i litigiosi, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, mostrare approvazione ai buoni, tollerare i cattivi e amare tutti" (cfr Serm 340, 3). "Continuamente predicare, discutere, riprendere, edificare, essere a disposizione di tutti - è un ingente carico, un grande peso, un'immane fatica" (Serm 339, 4)
sempre di nuovo essere lì per tutti, non per la propria perfezione; sempre di nuovo, insieme con Cristo, donare la propria vita, affinché gli altri potessero trovare Lui, la vera Vita.
** Ma guarda , incredibile.!...trovo singolare che
Papa Benedetto abbia avuto in serbo la stessa sorte