Clicca qui per rileggere il testo della catechesi tenuta da Benedetto XVI il 9 gennaio scorso.
Grazie a Luisa per la segnalazione.
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giovedì 13 giugno 2013
mercoledì 15 maggio 2013
L'udienza generale nella cronaca di Salvatore Izzo
PAPA: NEL GIRO SULLA JEEP GLI REGALANO 2 COLOMBE E LE LIBERA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
Papa Francesco ha liberato questa mattina due colombe bianche in piazza San Pietro. E' accaduto durante il lungo giro in jeep tra i settori gremiti da oltre 70 mila fedeli.
Un gruppo, infatti, aveva portato due colombe in una gabbietta per donarle al Pontefice. Il segretario, monsignor Alfred Xuareb, si preparava a imbarcare la gabbietta sulla vettura, ma Francesco ha deciso seduta stante di liberarle. Una delle colombe si e' fermata qualche istante sulla mano destra del Papa.
© Copyright (AGI)
PAPA: QUANTI DI VOI PREGANO OGNI GIORNO LO SPIRITO SANTO? POCHI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Vorrei fare una domanda: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo, che ci fa conoscere Gesu'?". Cosi' Papa Francesco ha interrogato gli oltre 70 mila fedeli presenti in piazza San Pietro all'Udienza Generale.
"Saranno pochi: pochi, pochi", ha risposto il Pontefice mentre la folla lo applaudiva. "Invochiamolo tutti i giorni, facciamo questo proposito", ha aggiunto. "Lo farete?", ha chiesto di nuovo alla folla dei fedeli. "Non sento", li ha incalzati. E davanti al "si'" che arrivava dalla piazza gremita "tutti i giorni, eh! Cosi' lo Spirito Santo ci avvicinera' a Gesu'".
"Invochiamolo piu' spesso, perche' ci guidi sulla strada dei discepoli di Cristo", ha esortato ancora il Pontefice. La Verita', infatti, ha spiegato, non la possiamo raggiungere con le nostre forze". "Proviamo a chiederci - ha continuato - sono aperto all'azione dello Spirito Santo, lo prego perche' mi dia luce, mi renda piu' sensibile alle cose di Dio?". "Attraverso lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio - ha ricordato - prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma - si e' chiesto mettendosi dalla parte dei fedeli - la nostra vita e' veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?".
"Pensiamo - ha suggerito allora Francesco - a Maria che serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore". "L'accoglienza delle parole e delle verita' della fede perche' diventino vita, si realizza e cresce - ha concluso - sotto l'azione dello Spirito Santo. In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo 'si'', la sua disponibilita' totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento e' trasformata".
© Copyright (AGI)
PAPA: NON SI E' CRISTIANI A TEMPO, CIOE' IN ALCUNE CIRCOSTANZE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Non si e' cristiani 'a tempo', in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte; Si e' cristiani in ogni momento!". Lo ha detto Papa Francesco a conclusione dell'Udienza Generale di oggi dedicata al tema dello Sperito Santo che illumina la Chiesa e ciascuno. "La verita' di Cristo, che lo Spirito Santo ci insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita quotidiana", ha spiegato. "Se Dio non ci illumina interiormente - ha ricordato il Pontefice - il nostro essere cristiani sara' superficiale". Lo Spirito Santo, pero', "come promette Gesu', ci guida - ha assicurato - a tutta la verita'".
(AGI)
PAPA: RICONOSCERE RUOLO SCUOLA CATTOLICA PER INTERA SOCIETA'
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"La scuola cattolica costituisce una realta' preziosa per l'intera societa', soprattutto per il servizio educativo che svolge, in collaborazione con le famiglie".
Lo ha detto Papa Francesco a conclusione dell'Udienza Generale di oggi. "E' bene - ha scandito - che sia riconosciuto il suo ruolo in modo appropriato".
© Copyright (AGI)
PAPA: PROMUOVERE E DIFENDERE VITA UMANA DA CONCEPIMENTO ALLA FINE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Promuovere e difendere la vita umana dal concepimento al suo nautrale declino". Lo ha chiesto Papa Francesco ai pellegrini di lingua polacca presenti oggi all'Udienza Generale. Il Pontefice ha incoraggiato in proposito la Marcia per la Vita di Stettino, organizzata dall'Associazione Civitas Christiana.
© Copyright (AGI)
PAPA: SALUTA GIULIO BASE, MASSIMO BOLDI, SOMMA E NANCY BRILLI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
Al termine dell'Udienza Generale, salutando i gruppi presenti, Papa Francesco ha accettato di farsi fotografare con un gruppo di attori, tra i quali c'erano Giulio Base, Massimo Boldi, Sebastiano Somma e Nancy Brilli, che aveva il capo coperto da un velo nero.
© Copyright (AGI)
PAPA: A SETTEMBRE ANDRO' A CAGLIARI,LEGAME FRATELLANZA CON BAIRES
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Desidero visitare il Sntuario a Cagliari, quasi sicuro nel mese di settembre". Lo ha annunciato a sorpresa Papa Francesco, rispondendo all'entusiasmo dei pellegrini giunti dalla Sardegna per accompagnare i loro vescovi che ono in "visita ad limina". "Tra la citta' di Buenos Aires e Cagliari - ha ricordato il Papa - c'e' una fratellanza. Qaundo il fondatore l'ha fondata voleva chiamarla citta' della Trinita' ma i suoi marinai, che erano sardi volevano che fosse la Citta' della Madonna di Bonaria, cosi' alla fine trovarono un compromesso: Citta' della Santissima Trinita' e Porto di Nostra Signora di Bonaria. Alla fine la chiamiamo pero' solo Bonaria, cioe' Buenos Aires".
"Ma - ha tenuto a chiarire il Papa rivolto ai vescovi e ai fedeli sardi presenti all'Udienza Generale di oggi - e' per la Madonna vostra!". In effetti, "Buon Aire" e' la castellanizzazione del nome della Madonna di Bonaria, cioe', della Madonna della Candelora a cui i padri mercedari avevano edificato un santuario per i navigatori a Cagliari e che era venerata anche dai navigatori di Cadice in Spagna. La storia di questo Santuario della Vergine che sovrasta il Porto di Cagliari e' fatta risalire dalla tradizione al 1370, quando approdo' alle spiagge della Sardegna, allora dominata dai catalani, una cassa che conteneva l'immagine di una madonna che portava il bambino Gesu' in braccio e nell'altro un cero. Da allora fu venerata come la Madonna dei navigatori e la si chiamo' Bonaria o "della Buona Aria".
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Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
Papa Francesco ha liberato questa mattina due colombe bianche in piazza San Pietro. E' accaduto durante il lungo giro in jeep tra i settori gremiti da oltre 70 mila fedeli.
Un gruppo, infatti, aveva portato due colombe in una gabbietta per donarle al Pontefice. Il segretario, monsignor Alfred Xuareb, si preparava a imbarcare la gabbietta sulla vettura, ma Francesco ha deciso seduta stante di liberarle. Una delle colombe si e' fermata qualche istante sulla mano destra del Papa.
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PAPA: QUANTI DI VOI PREGANO OGNI GIORNO LO SPIRITO SANTO? POCHI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Vorrei fare una domanda: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo, che ci fa conoscere Gesu'?". Cosi' Papa Francesco ha interrogato gli oltre 70 mila fedeli presenti in piazza San Pietro all'Udienza Generale.
"Saranno pochi: pochi, pochi", ha risposto il Pontefice mentre la folla lo applaudiva. "Invochiamolo tutti i giorni, facciamo questo proposito", ha aggiunto. "Lo farete?", ha chiesto di nuovo alla folla dei fedeli. "Non sento", li ha incalzati. E davanti al "si'" che arrivava dalla piazza gremita "tutti i giorni, eh! Cosi' lo Spirito Santo ci avvicinera' a Gesu'".
"Invochiamolo piu' spesso, perche' ci guidi sulla strada dei discepoli di Cristo", ha esortato ancora il Pontefice. La Verita', infatti, ha spiegato, non la possiamo raggiungere con le nostre forze". "Proviamo a chiederci - ha continuato - sono aperto all'azione dello Spirito Santo, lo prego perche' mi dia luce, mi renda piu' sensibile alle cose di Dio?". "Attraverso lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio - ha ricordato - prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma - si e' chiesto mettendosi dalla parte dei fedeli - la nostra vita e' veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?".
"Pensiamo - ha suggerito allora Francesco - a Maria che serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore". "L'accoglienza delle parole e delle verita' della fede perche' diventino vita, si realizza e cresce - ha concluso - sotto l'azione dello Spirito Santo. In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo 'si'', la sua disponibilita' totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento e' trasformata".
© Copyright (AGI)
PAPA: NON SI E' CRISTIANI A TEMPO, CIOE' IN ALCUNE CIRCOSTANZE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Non si e' cristiani 'a tempo', in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte; Si e' cristiani in ogni momento!". Lo ha detto Papa Francesco a conclusione dell'Udienza Generale di oggi dedicata al tema dello Sperito Santo che illumina la Chiesa e ciascuno. "La verita' di Cristo, che lo Spirito Santo ci insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita quotidiana", ha spiegato. "Se Dio non ci illumina interiormente - ha ricordato il Pontefice - il nostro essere cristiani sara' superficiale". Lo Spirito Santo, pero', "come promette Gesu', ci guida - ha assicurato - a tutta la verita'".
(AGI)
PAPA: RICONOSCERE RUOLO SCUOLA CATTOLICA PER INTERA SOCIETA'
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"La scuola cattolica costituisce una realta' preziosa per l'intera societa', soprattutto per il servizio educativo che svolge, in collaborazione con le famiglie".
Lo ha detto Papa Francesco a conclusione dell'Udienza Generale di oggi. "E' bene - ha scandito - che sia riconosciuto il suo ruolo in modo appropriato".
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PAPA: PROMUOVERE E DIFENDERE VITA UMANA DA CONCEPIMENTO ALLA FINE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Promuovere e difendere la vita umana dal concepimento al suo nautrale declino". Lo ha chiesto Papa Francesco ai pellegrini di lingua polacca presenti oggi all'Udienza Generale. Il Pontefice ha incoraggiato in proposito la Marcia per la Vita di Stettino, organizzata dall'Associazione Civitas Christiana.
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PAPA: SALUTA GIULIO BASE, MASSIMO BOLDI, SOMMA E NANCY BRILLI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
Al termine dell'Udienza Generale, salutando i gruppi presenti, Papa Francesco ha accettato di farsi fotografare con un gruppo di attori, tra i quali c'erano Giulio Base, Massimo Boldi, Sebastiano Somma e Nancy Brilli, che aveva il capo coperto da un velo nero.
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PAPA: A SETTEMBRE ANDRO' A CAGLIARI,LEGAME FRATELLANZA CON BAIRES
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 15 mag.
"Desidero visitare il Sntuario a Cagliari, quasi sicuro nel mese di settembre". Lo ha annunciato a sorpresa Papa Francesco, rispondendo all'entusiasmo dei pellegrini giunti dalla Sardegna per accompagnare i loro vescovi che ono in "visita ad limina". "Tra la citta' di Buenos Aires e Cagliari - ha ricordato il Papa - c'e' una fratellanza. Qaundo il fondatore l'ha fondata voleva chiamarla citta' della Trinita' ma i suoi marinai, che erano sardi volevano che fosse la Citta' della Madonna di Bonaria, cosi' alla fine trovarono un compromesso: Citta' della Santissima Trinita' e Porto di Nostra Signora di Bonaria. Alla fine la chiamiamo pero' solo Bonaria, cioe' Buenos Aires".
"Ma - ha tenuto a chiarire il Papa rivolto ai vescovi e ai fedeli sardi presenti all'Udienza Generale di oggi - e' per la Madonna vostra!". In effetti, "Buon Aire" e' la castellanizzazione del nome della Madonna di Bonaria, cioe', della Madonna della Candelora a cui i padri mercedari avevano edificato un santuario per i navigatori a Cagliari e che era venerata anche dai navigatori di Cadice in Spagna. La storia di questo Santuario della Vergine che sovrasta il Porto di Cagliari e' fatta risalire dalla tradizione al 1370, quando approdo' alle spiagge della Sardegna, allora dominata dai catalani, una cassa che conteneva l'immagine di una madonna che portava il bambino Gesu' in braccio e nell'altro un cero. Da allora fu venerata come la Madonna dei navigatori e la si chiamo' Bonaria o "della Buona Aria".
© Copyright (AGI)
Francesco: Viviamo in un'epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità. Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo
Papa: viviamo epoca in cui si e' scettici nei confronti della verita'
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 15 mag
''Viviamo in un'epoca in cui si e' piuttosto scettici nei confronti della verita'''. Lo ha detto papa Francesco nella catechesi durante l'udienza generale in piazza San Pietro richiamando anche le parole del papa emerito sul relativismo.
''Benedetto XVI - ha aggiunto Francesco - ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioe' a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verita' venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo. Sorge la domanda: esiste veramente la verita'? Che cos'e' la verita'? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesu' gli rivela il senso profondo della sua missione: 'Che cos'e' la verita'?'. Pilato non riesce a capire che la Verita' e' davanti a lui, non riesce a vedere in Gesu' il volto della verita', che e' il volto di Dio''.
Gesu', ha spiegato il papa, e' ''proprio questo: la Verita', che, nella pienezza dei tempi, 'si e' fatta carne', e' venuta in mezzo a noi perche' noi la conoscessimo''.
''La verita' - ha proseguito il papa - non si afferra come una cosa, la verita' si incontra. Non e' un possesso, e' un incontro con una Persona''.
© Copyright ASCA
Papa Francesco: Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo. Pagelle ai media
Clicca qui per leggere il commento.
Vedremo se e come questa frase verra' ripresa dai media. Se non lo sara' o se non ci si soffermera' sul concetto in modo poco serio trovera' pienamente conferma cio' che dicevamo ieri.
Chissa' se Di Giacomo stava ascoltando...
Vedremo se e come questa frase verra' ripresa dai media. Se non lo sara' o se non ci si soffermera' sul concetto in modo poco serio trovera' pienamente conferma cio' che dicevamo ieri.
Chissa' se Di Giacomo stava ascoltando...
mercoledì 24 aprile 2013
L'udienza generale di questa mattina nella cronaca di Salvatore Izzo
PAPA: INTERROGA RAGAZZI DI PIAZZA S. PIETRO, PENSATE AI TALENTI?
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
Dopo aver spiegato nella sua catechesi la parabola dei talenti, Papa Francesco si e' rivolto oggi ai tanti giovani presenti in Piazza San Pietro: "A voi, che siete all'inizio del cammino della vita, chiedo: Avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? Avete pensato a come potete metterli a servizio degli altri?". "Non sotterrate - ha chiesto loro - i talenti. Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegli ideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti".
Secondo Francesco, "la vita non ci e' data perche' la conserviamo gelosamente per noi stessi, ma ci e' data perche' la doniamo".
"Cari giovani - ha scandito - abbiate un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi!". Nella sua catechesi il Pontefice argentino si e' soffermato a lungo sulla parabola dei talenti, che, ha detto, "ci fa riflettere sul rapporto tra come impieghiamo i doni ricevuti da Dio e il suo ritorno, in cui ci chiedera' come li abbiamo utilizzati". "Al suo ritorno - infatti - il padrone giudica l'operato dei suoi servitori: loda i primi due, mentre il terzo viene cacciato fuori nelle tenebre, perche' ha tenuto nascosto per paura il talento, chiudendosi in se stesso". "Un cristiano che si chiude in se stesso, che nasconde tutto quello che il Signore gli ha dato - ha concluso a braccio - non e' cristiano! E' un cristiano che non ringrazia Dio per tutto quello che gli ha donato!".
© Copyright (AGI)
PAPA: NON TUTTI I CRISTIANI CREDONO AL GIUDIZIO FINALE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
"La fede nel ritorno di Cristo e nel Giudizio finale a volte non e' cosi' chiara e salda nel cuore dei cristiani". Lo ha denunciato Papa Francesco nella catechesi all'Udienza Genrale di oggi. "Gesu' - ha ricordato - durante la vita pubblica, si e' soffermato spesso sulla realta' della sua ultima venuta". "Cari fratelli e sorelle - ha poi esortato Francesco rivolgendosi ai 100 mila fedeli presenti - guardare al Giudizio finale non ci faccia mai paura; ci spinga piuttosto a vivere meglio il presente".
Secondo il nuovo Pontefice, "l'attesa del ritorno del Signore e' il tempo dell'azione: noi siamo nel tempo dell'azione, il tempo in cui mettere a frutto i doni di Dio non per noi stessi, ma per Lui, per la Chiesa, per gli altri, il tempo in cui cercare sempre di far crescere il bene nel mondo". "Dio - ha spiegato Francesco - ci offre con misericordia e pazienza questo tempo affinche' impariamo ogni giorno a riconoscerlo nei poveri e nei piccoli, ci adoperiamo per il bene e siamo vigilanti nella preghiera e nell'amore. Il Signore, al termine della nostra esistenza e della storia, possa riconoscerci come servi buoni e fedeli". In proposito, il Pontefice ha citato la parabola evangelica delle vergini stolte che "trovano chiusa la porta che introduce alla festa nuziale. Bussano con insistenza, ma ormai e' troppo tardi, lo Sposo risponde: non vi conosco". "Lo Sposo - ha sottolineato Bergoglio - e' il Signore, e il tempo di attesa del suo arrivo e' il tempo che Egli ci dona, a tutti noi, con misericordia e pazienza, prima della sua venuta finale; e' un tempo della vigilanza; tempo in cui dobbiamo tenere accese le lampade della fede, della speranza e della carita', in cui tenere aperto il cuore al bene, alla bellezza e alla verita'; tempo da vivere secondo Dio, poiche' non conosciamo ne' il giorno, ne' l'ora del ritorno di Cristo". "Quello che ci e' chiesto - ha poi scandito - e' di essere preparati all'incontro: preparati ad un incontro, ad un bell'incontro, quell'incontro con Gesu', che significa saper vedere i segni della sua presenza, tenere viva la nostra fede, con la preghiera, con i Sacramenti, essere vigilanti per non addormentarci, per non dimenticarci di Dio". "La vita dei cristiani addormentati - ha quindi concluso il Papa - e' una vita triste, eh?, non e' una vita felice. Il cristiano dev'essere felice, la gioia di Gesu'. Non addormentarci!".
© Copyright (AGI)
CRISI: PAPA, E' IMPORTANTE NON CHIUDERSI IN SE STESSI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
"In particolare, in questo tempo di crisi, oggi, e' importante non chiudersi in se stessi, sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali, intellettuali, materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere solidali, essere attenti all'altro". Lo ha detto Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale.
© Copyright (AGI)
PAPA: INCORAGGIA LE NONNE DI PLAZA DE MAYO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
Al termine dell'Udienza Generale Papa Francesco ha salutato e incoraggiato Estella Carlotto ed altre rappresentanti delle "nonne de plaza de Mayo", l'associazione che si batte per la memoria dei desaperecidos, cioe' della vittime della dittatura militare in Argentina e per la ricerca dei loro figli, dati illegalmente in adozione. "Sono soddisfatta ed emozionata: abbiamo parlato, ci ha baciato, nessun protocollo particolare".
Carlotto ha consegnato a Papa Francesco una lettera nella quale ha ribadito le richieste che fanno da anni le "madri di Plaza de Mayo": "Aprire gli archivi del Vaticano e della Chiesa argentina" per trovare informazioni sui circa 500 bambini spariti. Di questi, 108 sono stati sinora ritrovati. "Sono a vostra disposizione, contate su di me", ha risposto Papa Francesco.
© Copyright (AGI)
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
Dopo aver spiegato nella sua catechesi la parabola dei talenti, Papa Francesco si e' rivolto oggi ai tanti giovani presenti in Piazza San Pietro: "A voi, che siete all'inizio del cammino della vita, chiedo: Avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? Avete pensato a come potete metterli a servizio degli altri?". "Non sotterrate - ha chiesto loro - i talenti. Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegli ideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti".
Secondo Francesco, "la vita non ci e' data perche' la conserviamo gelosamente per noi stessi, ma ci e' data perche' la doniamo".
"Cari giovani - ha scandito - abbiate un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi!". Nella sua catechesi il Pontefice argentino si e' soffermato a lungo sulla parabola dei talenti, che, ha detto, "ci fa riflettere sul rapporto tra come impieghiamo i doni ricevuti da Dio e il suo ritorno, in cui ci chiedera' come li abbiamo utilizzati". "Al suo ritorno - infatti - il padrone giudica l'operato dei suoi servitori: loda i primi due, mentre il terzo viene cacciato fuori nelle tenebre, perche' ha tenuto nascosto per paura il talento, chiudendosi in se stesso". "Un cristiano che si chiude in se stesso, che nasconde tutto quello che il Signore gli ha dato - ha concluso a braccio - non e' cristiano! E' un cristiano che non ringrazia Dio per tutto quello che gli ha donato!".
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PAPA: NON TUTTI I CRISTIANI CREDONO AL GIUDIZIO FINALE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
"La fede nel ritorno di Cristo e nel Giudizio finale a volte non e' cosi' chiara e salda nel cuore dei cristiani". Lo ha denunciato Papa Francesco nella catechesi all'Udienza Genrale di oggi. "Gesu' - ha ricordato - durante la vita pubblica, si e' soffermato spesso sulla realta' della sua ultima venuta". "Cari fratelli e sorelle - ha poi esortato Francesco rivolgendosi ai 100 mila fedeli presenti - guardare al Giudizio finale non ci faccia mai paura; ci spinga piuttosto a vivere meglio il presente".
Secondo il nuovo Pontefice, "l'attesa del ritorno del Signore e' il tempo dell'azione: noi siamo nel tempo dell'azione, il tempo in cui mettere a frutto i doni di Dio non per noi stessi, ma per Lui, per la Chiesa, per gli altri, il tempo in cui cercare sempre di far crescere il bene nel mondo". "Dio - ha spiegato Francesco - ci offre con misericordia e pazienza questo tempo affinche' impariamo ogni giorno a riconoscerlo nei poveri e nei piccoli, ci adoperiamo per il bene e siamo vigilanti nella preghiera e nell'amore. Il Signore, al termine della nostra esistenza e della storia, possa riconoscerci come servi buoni e fedeli". In proposito, il Pontefice ha citato la parabola evangelica delle vergini stolte che "trovano chiusa la porta che introduce alla festa nuziale. Bussano con insistenza, ma ormai e' troppo tardi, lo Sposo risponde: non vi conosco". "Lo Sposo - ha sottolineato Bergoglio - e' il Signore, e il tempo di attesa del suo arrivo e' il tempo che Egli ci dona, a tutti noi, con misericordia e pazienza, prima della sua venuta finale; e' un tempo della vigilanza; tempo in cui dobbiamo tenere accese le lampade della fede, della speranza e della carita', in cui tenere aperto il cuore al bene, alla bellezza e alla verita'; tempo da vivere secondo Dio, poiche' non conosciamo ne' il giorno, ne' l'ora del ritorno di Cristo". "Quello che ci e' chiesto - ha poi scandito - e' di essere preparati all'incontro: preparati ad un incontro, ad un bell'incontro, quell'incontro con Gesu', che significa saper vedere i segni della sua presenza, tenere viva la nostra fede, con la preghiera, con i Sacramenti, essere vigilanti per non addormentarci, per non dimenticarci di Dio". "La vita dei cristiani addormentati - ha quindi concluso il Papa - e' una vita triste, eh?, non e' una vita felice. Il cristiano dev'essere felice, la gioia di Gesu'. Non addormentarci!".
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CRISI: PAPA, E' IMPORTANTE NON CHIUDERSI IN SE STESSI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
"In particolare, in questo tempo di crisi, oggi, e' importante non chiudersi in se stessi, sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali, intellettuali, materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere solidali, essere attenti all'altro". Lo ha detto Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale.
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PAPA: INCORAGGIA LE NONNE DI PLAZA DE MAYO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 apr.
Al termine dell'Udienza Generale Papa Francesco ha salutato e incoraggiato Estella Carlotto ed altre rappresentanti delle "nonne de plaza de Mayo", l'associazione che si batte per la memoria dei desaperecidos, cioe' della vittime della dittatura militare in Argentina e per la ricerca dei loro figli, dati illegalmente in adozione. "Sono soddisfatta ed emozionata: abbiamo parlato, ci ha baciato, nessun protocollo particolare".
Carlotto ha consegnato a Papa Francesco una lettera nella quale ha ribadito le richieste che fanno da anni le "madri di Plaza de Mayo": "Aprire gli archivi del Vaticano e della Chiesa argentina" per trovare informazioni sui circa 500 bambini spariti. Di questi, 108 sono stati sinora ritrovati. "Sono a vostra disposizione, contate su di me", ha risposto Papa Francesco.
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Udienza generale: il testo della catechesi di Papa Francesco
Clicca qui per leggere il testo della catechesi.
Papa Francesco all'udienza generale: il cristiano non si chiuda in se stesso, ma doni la gioia di aver incontrato Gesù
Clicca qui per leggere il commento.
giovedì 18 aprile 2013
Leggere Francesco attraverso Benedetto (Father Z)
Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Mariateresa.
mercoledì 17 aprile 2013
L'udienza generale di stamattina nella cronaca di Salvatore Izzo
PAPA: OLTRE 80MILA FEDELI IN PIAZZA S.PIETRO PER UDIENZA GENERALE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
Papa Francesco e' stato accolto in piazza San Pietro da oltre 80mila fedeli, in gran parte italiani, che partecipano all'Udienza Generale. In particolare ci sono oggi consistenti pellegrinaggi dal Triveneto, dalle Marche, dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Calabria e dalla Sardegna. Al suo arrivo, il nuovo Pontefice ha compiuto un lungo giro in jeep scoperta tra i diversi settori, tutti gremiti.
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PAPA: PIU' CHE UN GIUDICE GESU' E' UN AVVOCATO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
"Quando uno e' chiamato da un giudice o ha una causa, la prima cosa che fa e' chiamare un avvocato perche' lo difenda: noi ne abbiamo uno che ci difende sempre dalle insidie del Diavolo, da noi stessi e dai nostri peccati, Gesu' e' il nostro avvocato".
Lo ha sottolineato Papa Francesco nella catechesi all'Udienza Generale di oggi. "Che bello - ha commentato - sentire questo: abbiamo un avvocato!". "Non abbiamo paura - ha poi esortato rivolto agli 80mila fedeli presenti in piazza San Pietro - di andare da lui a chiedere perdono, non si stanca mai di perdonarci". Nella nostra vita - ha assicurato Francesco - non siamo mai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende. Non siamo mai soli: il Signore crocifisso e risorto ci guida; con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nel nascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficolta', nelle loro gioie e speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dell'amore di Dio". "Come afferma san Giovanni nella sua Prima Lettera, Egli - ha quindi ripetuto - e' il nostro avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere benedizione, a chiedere misericordia. Lui ci perdona sempre, e' il nostro avvocato: ci difende sempre. Non dimenticate questo: Cristo Gesu' risorto, asceso al Cielo, avvocato per noi". "Cari fratelli e sorelle - ha spiegato inoltre il nuovo Pontefice tornando al tema della catechesi, dedicata alla verita' di fede dell'Ascensione di Gesu' in Cielo - l'Ascensione non indica l'assenza di Gesu', ma ci dice che Egli e' vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non e' piu' in un preciso posto del mondo come lo era prima dell'Ascensione; ora e' nella Signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi"."L'Ascensione di Gesu' al Cielo - ha quindi concluso Papa Bergoglio - ci fa conoscere allora questa realta' cosi' consolante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra umanita' e' stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio; Lui e' come un capo cordata quando si scala una montagna, che e' giunto alla cima e ci attira a se' conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure, quelle del nostro salvatore, del nostro avvocato".
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IRAN: PAPA, SONO VICINO A POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA =
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
Papa Francesco ha appreso "con tristezza del violento sisma che ha colpito le popolazioni dell'Iran e del Pakistan, portando morte, sofferenza, distruzione". "Innalzo una preghiera a Dio - ha detto al termine dell'udienza Generale di oggi - per le vittime e per tutti coloro che sono nel dolore e desidero manifestare al popolo iraniano e a quello pakistano la mia vicinanza".
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PAPA: RITARDO AEREO HA BLOCCATO LAVORATORI DELLA E.ON DI SASSARI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
"I lavoratori della E.On che dovevano venire da Sassari non sono riusciti ad arrivare a questa Udienza Generale perche' il loro aereo ha avuto tre ore di ritardo, ma sono comunque nel nostro cuore". Lo ha detto Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale di oggi.
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PAPA: PER LA CHIESA PRIMITIVA ASCENSIONE NON RAPPRESENTO' LUTTO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
L'Ascensione di Gesu' non fu vissuta come un lutto dalla Chiesa primitiva, anzi "gli Apostoli, dopo aver visto Gesu' salire al cielo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia".
"Questo - ha commentato Papa Francesco all'Udienza Generale - ci sembra un po' strano. In genere quando siamo separati dai nostri familiari, dai nostri amici, per una partenza definitiva e soprattutto a causa della morte, c'e' in noi una naturale tristezza, perche' non vedremo piu' il loro volto, non ascolteremo piu' la loro voce, non potremo piu' godere del loro affetto, della loro presenza". Invece "con lo sguardo della fede, essi comprendono che, sebbene sottratto ai loro occhi, Gesu' resta per sempre con loro, non li abbandona e, nella gloria del Padre, li sostiene, li guida e intercede per loro".
Per Francesco, l'Ascensione rappresenta "l'anello che aggancia e collega la vita terrena di Gesu' a quella della Chiesa". In merito, nella catechesi ha citato anche il racconto degli Atti degli Apostoli, nel quale "San Luca accenna anche alla nube che sottrae Gesu' dalla vista dei discepoli, i quali rimangono a contemplare il Cristo che ascende verso Dio; intervengono allora due uomini in vesti bianche che li invitano a non restare immobili a guardare il cielo, ma a nutrire la loro vita e la loro testimonianza della certezza che Gesu' tornera' nello stesso modo con cui lo hanno visto salire al cielo".
E' questo - ha spiegato - "l'invito a partire dalla contemplazione della Signoria di Gesu', per avere da Lui la forza di portare e testimoniare il Vangelo nella vita di ogni giorno: contemplare e agire, insegna san Benedetto 'ora et labora' - ha quindi concluso il nuovo Pontefice citando il protettore del suo grande predecessore - sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani".
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PAPA: BREVE COLLOQUIO CON L'EX PG MONSIGNOR SCICLUNA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
Al termine dell'Udienza Generale, Papa Francesco ha conversato brevemente in piazza San Pietro con l'ex promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, monsignor Charles Scicluna, attualmente vescovo ausiliare di Malta.
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Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
Papa Francesco e' stato accolto in piazza San Pietro da oltre 80mila fedeli, in gran parte italiani, che partecipano all'Udienza Generale. In particolare ci sono oggi consistenti pellegrinaggi dal Triveneto, dalle Marche, dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Calabria e dalla Sardegna. Al suo arrivo, il nuovo Pontefice ha compiuto un lungo giro in jeep scoperta tra i diversi settori, tutti gremiti.
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PAPA: PIU' CHE UN GIUDICE GESU' E' UN AVVOCATO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
"Quando uno e' chiamato da un giudice o ha una causa, la prima cosa che fa e' chiamare un avvocato perche' lo difenda: noi ne abbiamo uno che ci difende sempre dalle insidie del Diavolo, da noi stessi e dai nostri peccati, Gesu' e' il nostro avvocato".
Lo ha sottolineato Papa Francesco nella catechesi all'Udienza Generale di oggi. "Che bello - ha commentato - sentire questo: abbiamo un avvocato!". "Non abbiamo paura - ha poi esortato rivolto agli 80mila fedeli presenti in piazza San Pietro - di andare da lui a chiedere perdono, non si stanca mai di perdonarci". Nella nostra vita - ha assicurato Francesco - non siamo mai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende. Non siamo mai soli: il Signore crocifisso e risorto ci guida; con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nel nascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficolta', nelle loro gioie e speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dell'amore di Dio". "Come afferma san Giovanni nella sua Prima Lettera, Egli - ha quindi ripetuto - e' il nostro avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere benedizione, a chiedere misericordia. Lui ci perdona sempre, e' il nostro avvocato: ci difende sempre. Non dimenticate questo: Cristo Gesu' risorto, asceso al Cielo, avvocato per noi". "Cari fratelli e sorelle - ha spiegato inoltre il nuovo Pontefice tornando al tema della catechesi, dedicata alla verita' di fede dell'Ascensione di Gesu' in Cielo - l'Ascensione non indica l'assenza di Gesu', ma ci dice che Egli e' vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non e' piu' in un preciso posto del mondo come lo era prima dell'Ascensione; ora e' nella Signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi"."L'Ascensione di Gesu' al Cielo - ha quindi concluso Papa Bergoglio - ci fa conoscere allora questa realta' cosi' consolante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra umanita' e' stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio; Lui e' come un capo cordata quando si scala una montagna, che e' giunto alla cima e ci attira a se' conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure, quelle del nostro salvatore, del nostro avvocato".
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IRAN: PAPA, SONO VICINO A POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA =
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
Papa Francesco ha appreso "con tristezza del violento sisma che ha colpito le popolazioni dell'Iran e del Pakistan, portando morte, sofferenza, distruzione". "Innalzo una preghiera a Dio - ha detto al termine dell'udienza Generale di oggi - per le vittime e per tutti coloro che sono nel dolore e desidero manifestare al popolo iraniano e a quello pakistano la mia vicinanza".
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PAPA: RITARDO AEREO HA BLOCCATO LAVORATORI DELLA E.ON DI SASSARI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
"I lavoratori della E.On che dovevano venire da Sassari non sono riusciti ad arrivare a questa Udienza Generale perche' il loro aereo ha avuto tre ore di ritardo, ma sono comunque nel nostro cuore". Lo ha detto Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale di oggi.
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PAPA: PER LA CHIESA PRIMITIVA ASCENSIONE NON RAPPRESENTO' LUTTO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
L'Ascensione di Gesu' non fu vissuta come un lutto dalla Chiesa primitiva, anzi "gli Apostoli, dopo aver visto Gesu' salire al cielo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia".
"Questo - ha commentato Papa Francesco all'Udienza Generale - ci sembra un po' strano. In genere quando siamo separati dai nostri familiari, dai nostri amici, per una partenza definitiva e soprattutto a causa della morte, c'e' in noi una naturale tristezza, perche' non vedremo piu' il loro volto, non ascolteremo piu' la loro voce, non potremo piu' godere del loro affetto, della loro presenza". Invece "con lo sguardo della fede, essi comprendono che, sebbene sottratto ai loro occhi, Gesu' resta per sempre con loro, non li abbandona e, nella gloria del Padre, li sostiene, li guida e intercede per loro".
Per Francesco, l'Ascensione rappresenta "l'anello che aggancia e collega la vita terrena di Gesu' a quella della Chiesa". In merito, nella catechesi ha citato anche il racconto degli Atti degli Apostoli, nel quale "San Luca accenna anche alla nube che sottrae Gesu' dalla vista dei discepoli, i quali rimangono a contemplare il Cristo che ascende verso Dio; intervengono allora due uomini in vesti bianche che li invitano a non restare immobili a guardare il cielo, ma a nutrire la loro vita e la loro testimonianza della certezza che Gesu' tornera' nello stesso modo con cui lo hanno visto salire al cielo".
E' questo - ha spiegato - "l'invito a partire dalla contemplazione della Signoria di Gesu', per avere da Lui la forza di portare e testimoniare il Vangelo nella vita di ogni giorno: contemplare e agire, insegna san Benedetto 'ora et labora' - ha quindi concluso il nuovo Pontefice citando il protettore del suo grande predecessore - sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani".
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PAPA: BREVE COLLOQUIO CON L'EX PG MONSIGNOR SCICLUNA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 apr.
Al termine dell'Udienza Generale, Papa Francesco ha conversato brevemente in piazza San Pietro con l'ex promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, monsignor Charles Scicluna, attualmente vescovo ausiliare di Malta.
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Udienza generale: il testo della catechesi di Papa Francesco
Clicca qui per leggere il testo della catechesi.
mercoledì 10 aprile 2013
mercoledì 3 aprile 2013
Il Papa all'udienza generale riprende le catechesi sull'Anno della Fede (Radio Vaticana)
Il Papa all'udienza generale riprende le catechesi sull'Anno della Fede
Il Papa all'udienza generale di stamane in Piazza San Pietro ha ripreso le catechesi sull'Anno della Fede iniziate da Benedetto XVI.
Oltre 30mila i fedeli presenti, tra cui 10mila pellegrini della diocesi di Milano guidati dal cardinale Angelo Scola. Il Papa è partito dall'espressione del Credo «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture». "E’ proprio l’evento che stiamo celebrando - ha detto - la Risurrezione di Gesù, centro del messaggio cristiano, risuonato fin dagli inizi e trasmesso perché giunga fino a noi. San Paolo scrive ai cristiani di Corinto: «A voi… ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto; cioè che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici»". "Questa breve confessione di fede - ha proseguito - annuncia proprio il Mistero Pasquale, con le prime apparizioni del Risorto a Pietro e ai Dodici: la Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza. Senza questa fede nell’amore della Resurrezione di Gesù, la nostra speranza sarà debole. Non sarà pure speranza. Proprio la morte e la Resurrezione di Gesù sono il cuore della nostra speranza. L’Apostolo afferma: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati»".
"Purtroppo - ha osservato - spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po’ quella fede all’acqua di rose, come diciamo noi, no? Non è la fede forte. Questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle con coraggio e con impegno. La Risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova queste realtà quotidiane. La Risurrezione di Cristo è la nostra forza!".
Il Papa poi domanda: "Ma come ci è stata trasmessa la verità di fede della Risurrezione di Cristo? Ci sono due tipi di testimonianze nel Nuovo Testamento: alcune sono nella forma di professione di fede, cioè di formule sintetiche che indicano il centro della fede; altre invece sono nella forma di racconto dell’evento della Risurrezione e dei fatti legati ad esso". La prima - ha detto - è la forma della professione di fede come affermata nel Credo oppure quella della Lettera ai Romani in cui san Paolo scrive: «Se con la tua bocca proclamerai: “Gesù è il Signore!”, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo». "Fin dai primi passi della Chiesa - ha affermato - è ben salda e chiara la fede nel Mistero di Morte e Risurrezione di Gesù". Il Papa si è soffermato sulle testimonianze nella forma di racconto, che si trovano nei Vangeli: "Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento furono le donne. All’alba, esse si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, e trovano il primo segno: la tomba vuota. Segue poi l’incontro con un Messaggero di Dio che annuncia: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, non è qui, è risorto. Le donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé. Lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani! Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di “uscire” per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita! La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza! Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. E’ proprio la nostra testimonianza".
Il Papa ha poi sottolineato un altro elemento: "Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello! - ha esclamato - Questa è un po’ la missione delle donne! Delle mamme, delle donne: dare testimonianza ai loro figli, ai loro nipotini che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto! Mamme e donne avanti con questa testimonianza!".
"Per Dio - ha proseguito il Papa - conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore. Gli Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere, le donne no". Dunque, i discepoli fanno più fatica a credere: "Pietro corre al sepolcro, ma si ferma alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo di Gesù. Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l’amore".
"Dopo le apparizioni alle donne - osserva ancora il Papa - ne seguono altre: Gesù si rende presente in modo nuovo: è il Crocifisso, ma il suo corpo è glorioso; non è tornato alla vita terrena, bensì in una condizione nuova. All’inizio non lo riconoscono, e solo attraverso le sue parole e i suoi gesti gli occhi si aprono: l’incontro con il Risorto trasforma, dà una nuova forza alla fede, un fondamento incrollabile. Anche per noi ci sono tanti segni in cui il Risorto si fa riconoscere: la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, gli altri Sacramenti, la carità, quei gesti di amore che portano un raggio del Risorto. Lasciamoci illuminare dalla Risurrezione di Cristo, lasciamoci trasformare dalla sua forza, perché anche attraverso di noi nel mondo i segni di morte lascino il posto ai segni di vita". Quindi il Papa ha concluso parlando a braccio: "Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza: ragazzi e ragazze. Eccoli! A voi vi dico: portate avanti questa certezza. Il Signore è vivo e cammina al nostro fianco nella vita! Questa è la vostra missione: portate avanti questa speranza. Siete ancorati a questa speranza. Quest’ancora che è nel cielo. Tenete forte la corda. Siete ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo darà speranza a questo mondo un po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!".
© Copyright Radio Vaticana
Il Papa all'udienza generale di stamane in Piazza San Pietro ha ripreso le catechesi sull'Anno della Fede iniziate da Benedetto XVI.
Oltre 30mila i fedeli presenti, tra cui 10mila pellegrini della diocesi di Milano guidati dal cardinale Angelo Scola. Il Papa è partito dall'espressione del Credo «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture». "E’ proprio l’evento che stiamo celebrando - ha detto - la Risurrezione di Gesù, centro del messaggio cristiano, risuonato fin dagli inizi e trasmesso perché giunga fino a noi. San Paolo scrive ai cristiani di Corinto: «A voi… ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto; cioè che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici»". "Questa breve confessione di fede - ha proseguito - annuncia proprio il Mistero Pasquale, con le prime apparizioni del Risorto a Pietro e ai Dodici: la Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza. Senza questa fede nell’amore della Resurrezione di Gesù, la nostra speranza sarà debole. Non sarà pure speranza. Proprio la morte e la Resurrezione di Gesù sono il cuore della nostra speranza. L’Apostolo afferma: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati»".
"Purtroppo - ha osservato - spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po’ quella fede all’acqua di rose, come diciamo noi, no? Non è la fede forte. Questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle con coraggio e con impegno. La Risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova queste realtà quotidiane. La Risurrezione di Cristo è la nostra forza!".
Il Papa poi domanda: "Ma come ci è stata trasmessa la verità di fede della Risurrezione di Cristo? Ci sono due tipi di testimonianze nel Nuovo Testamento: alcune sono nella forma di professione di fede, cioè di formule sintetiche che indicano il centro della fede; altre invece sono nella forma di racconto dell’evento della Risurrezione e dei fatti legati ad esso". La prima - ha detto - è la forma della professione di fede come affermata nel Credo oppure quella della Lettera ai Romani in cui san Paolo scrive: «Se con la tua bocca proclamerai: “Gesù è il Signore!”, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo». "Fin dai primi passi della Chiesa - ha affermato - è ben salda e chiara la fede nel Mistero di Morte e Risurrezione di Gesù". Il Papa si è soffermato sulle testimonianze nella forma di racconto, che si trovano nei Vangeli: "Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento furono le donne. All’alba, esse si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, e trovano il primo segno: la tomba vuota. Segue poi l’incontro con un Messaggero di Dio che annuncia: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, non è qui, è risorto. Le donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé. Lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani! Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di “uscire” per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita! La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza! Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. E’ proprio la nostra testimonianza".
Il Papa ha poi sottolineato un altro elemento: "Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello! - ha esclamato - Questa è un po’ la missione delle donne! Delle mamme, delle donne: dare testimonianza ai loro figli, ai loro nipotini che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto! Mamme e donne avanti con questa testimonianza!".
"Per Dio - ha proseguito il Papa - conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore. Gli Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere, le donne no". Dunque, i discepoli fanno più fatica a credere: "Pietro corre al sepolcro, ma si ferma alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo di Gesù. Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l’amore".
"Dopo le apparizioni alle donne - osserva ancora il Papa - ne seguono altre: Gesù si rende presente in modo nuovo: è il Crocifisso, ma il suo corpo è glorioso; non è tornato alla vita terrena, bensì in una condizione nuova. All’inizio non lo riconoscono, e solo attraverso le sue parole e i suoi gesti gli occhi si aprono: l’incontro con il Risorto trasforma, dà una nuova forza alla fede, un fondamento incrollabile. Anche per noi ci sono tanti segni in cui il Risorto si fa riconoscere: la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, gli altri Sacramenti, la carità, quei gesti di amore che portano un raggio del Risorto. Lasciamoci illuminare dalla Risurrezione di Cristo, lasciamoci trasformare dalla sua forza, perché anche attraverso di noi nel mondo i segni di morte lascino il posto ai segni di vita". Quindi il Papa ha concluso parlando a braccio: "Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza: ragazzi e ragazze. Eccoli! A voi vi dico: portate avanti questa certezza. Il Signore è vivo e cammina al nostro fianco nella vita! Questa è la vostra missione: portate avanti questa speranza. Siete ancorati a questa speranza. Quest’ancora che è nel cielo. Tenete forte la corda. Siete ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo darà speranza a questo mondo un po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!".
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