martedì 16 luglio 2013

IL VANGELO DEL GIORNO

Martedì 16 luglio 2013

CALENDARIO ROMANO

Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24. 

Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: 
«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. 
Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. 
E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! 
Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».      

CALENDARIO AMBROSIANO

Dal Vangelo secondo Luca 10,13-16. 

Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. 
Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 
E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! 
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».      

LETTURE DEL GIORNO

CALENDARIO ROMANO

Libro dell’Esodo 2,1-15. 

Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una figlia di Levi. 
La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. 
Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. 
La sorella del bambino si pose ad osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto. 
Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. 
L'aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva. Ne ebbe compassione e disse: "È un bambino degli Ebrei". 
La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: "Devo andarti a chiamare una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?". 
"Và", le disse la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 
La figlia del faraone le disse: "Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario". La donna prese il bambino e lo allattò. 
Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli divenne un figlio per lei ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: "Io l'ho salvato dalle acque!". 
In quei giorni, Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i lavori pesanti da cui erano oppressi. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. 
Voltatosi attorno e visto che non c'era nessuno, colpì a morte l'Egiziano e lo seppellì nella sabbia. 
Il giorno dopo, uscì di nuovo e, vedendo due Ebrei che stavano rissando, disse a quello che aveva torto: "Perché percuoti il tuo fratello?". 
Quegli rispose: "Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di uccidermi, come hai ucciso l'Egiziano?". Allora Mosè ebbe paura e pensò: "Certamente la cosa si è risaputa". 
Poi il faraone sentì parlare di questo fatto e cercò di mettere a morte Mosè. Allora Mosè si allontanò dal faraone e si stabilì nel paese di Madian e sedette presso un pozzo. 

Salmi 69(68),3.14.30-31.33-34. 

Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque profonde e l'onda mi travolge. 
Ma io innalzo a te la mia preghiera, 
Signore, nel tempo della benevolenza; 
per la grandezza della tua bontà, rispondimi, 
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio. 

Io sono infelice e sofferente; 
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro. 
Loderò il nome di Dio con il canto, 
lo esalterò con azioni di grazie, 

Vedano gli umili e si rallegrino; 
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio, 
poiché il Signore ascolta i poveri 
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.  

CALENDARIO AMBROSIANO

Primo libro di Samuele 9,15-27.10,1ab. 

Il Signore aveva detto all'orecchio di Samuele, un giorno prima che giungesse Saul: 
"Domani a quest'ora ti manderò un uomo della terra di Beniamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo Israele. Egli libererà il mio popolo dalle mani dei Filistei, perché io ho guardato il mio popolo, essendo giunto fino a me il suo grido". 
Quando Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: "Ecco l'uomo di cui ti ho parlato; costui avrà potere sul mio popolo". 
Saul si accostò a Samuele in mezzo alla porta e gli chiese: "Vuoi indicarmi la casa del veggente?". 
Samuele rispose a Saul: "Sono io il veggente. Precedimi su all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò domani mattina e ti manifesterò quanto pensi; 
riguardo poi alle tue asine smarrite tre giorni fa, non stare in pensiero, perché sono state ritrovate. A chi del resto appartiene il meglio d'Israele, se non a te e a tutta la casa di tuo padre?". 
Rispose Saul: "Non sono io forse un Beniaminita, della più piccola tribù d'Israele? E la mia famiglia non è forse la più piccola fra tutte le famiglie della tribù di Beniamino? Perché hai voluto farmi questo discorso?". 
Ma Samuele prese Saul e il suo servo e li fece entrare nella sala e assegnò loro il posto a capo degli invitati che erano una trentina. 
Quindi Samuele disse al cuoco: "Portami la porzione che ti avevo dato dicendoti: Conservala presso di te". 
Il cuoco portò la coscia e la coda e le pose davanti a Saul, mentre Saul diceva: "Ecco, ciò che è avanzato ti è posto davanti, mangia, perché proprio per te è stato serbato, perché lo mangiassi con gli invitati". Così quel giorno Saul mangiò con Samuele. 
Scesero poi dall'altura in città; fu allestito un giaciglio per Saul sulla terrazza 
ed egli vi si coricò. Al sorgere dell'aurora Samuele chiamò Saul che era sulla terrazza, dicendo: "Alzati, perché devo congedarti". Saul si alzò e i due, cioè lui e Samuele, uscirono. 
Quando furono scesi alla periferia della città, Samuele disse a Saul: "Ordina al servo che ci oltrepassi e vada avanti" e il servo passò oltre. "Tu fermati un momento, perché io ti faccia intendere la parola di Dio". 
Samuele prese allora l'ampolla dell'olio e gliela versò sulla testa, poi lo baciò dicendo: "Ecco: il Signore ti ha unto capo sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu lo libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno. Questo ti sarà il segno che proprio il Signore ti ha unto capo sulla sua casa.

Salmi 2,7-8.10-11.6.12c. 

Annunzierò il decreto del Signore. 
Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. 
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti 
e in dominio i confini della terra. 

E ora, sovrani, siate saggi, 
istruitevi, giudici della terra; 
servite Dio con timore 
e con tremore esultate. 

"Io l'ho costituito mio sovrano 
sul Sion mio santo monte". 
che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia. 

1 commento:

Anonimo ha detto...


"Regina mundi digníssima, María, Virgo perpétua, intercéde pro nostra pace et salúte, quæ genuísti Christum Dóminum, Salvatórem ómnium."


http://www.maranatha.it/Feriale/santiProprio/0716TextLat.htm