giovedì 18 luglio 2013

Lumen Fidei: il commento di José Luis Restán

Mucho de Benedicto, pero es toda de Francisco

José Luis Restán

“La providencia nos está dando una sacudida con el Papa Francisco, estoy impresionado por la fuerza de su testimonio, por su estilo de vida y por su capacidad de relacionarse con la gente”. Así se expresaba recientemente el Cardenal Ángelo Scola en una entrevista concedida al vaticanista Andrea Tornielli. Es una valoración muy cualificada pero además llena de precisión. Cuatro meses después de la elección de Jorge Bergoglio para la Sede de San Pedro, es indudable que el nuevo Papa ha impreso una quinta velocidad al camino de la Iglesia. Su singular personalidad ha irrumpido rompiendo esquemas, pero no olvidemos que a eso ha contribuido decisivamente el gesto profético de Benedicto XVI y su propio testimonio de los últimos días.
La urgencia expresada por Benedicto XVI en la vigilia de la beatificación de John Henry Newman, cuando decía que los cristianos no podemos permitirnos el lujo de continuar como si no pasara nada, haciendo caso omiso de la profunda crisis de fe que impregna nuestra sociedad, o confiando sencillamente en que el patrimonio de valores transmitido durante siglos de cristianismo seguirá inspirando y configurando el futuro de nuestra sociedad, es la que traspiran los relámpagos de Francisco cuando nos invita a salir a las periferias existenciales, para llevar al corazón de cada hombre la única respuesta a su ansia de curación y de felicidad, que es Jesucristo.    
La publicación de la encíclica Lumen Fidei es una demostración clamorosa de la dinámica de la renovación en la continuidad. Por eso ha desagradado tanto al frente de los creadores virtuales de un pontificado en abierta ruptura (según ellos) con cuarenta y cinco años de guía eclesial, la que va desde el Pablo VI de la Humanae Vitae hasta Benedicto XVI. A estos recreadores virtuales les ha fastidiado la impronta ratzingeriana de la primera encíclica de Francisco porque les deja sin argumentos. Y es que nadie puede sustraerse a la sentencia del cardenal Ouellet en la presentación del documento: “en esta encíclica hay mucho de Benedicto, pero es toda de Francisco”.
Otro gesto que ha producido alergia en el campo de los constructores de fantasías eclesiales ha sido la decisión (personalísima) de Francisco, de canonizar conjuntamente a Juan XXIII y a Juan Pablo II. Alguno no ha podido reprimir su mal humor al decir que “eran como el agua y el aceite” pues uno amaba el diálogo mientras el otro tendía a la imposición. Afortunadamente estas y otras leyendas apolilladas se las conoce muy bien el Papa Bergoglio. La futura canonización de ambos pontífices tendrá un valor añadido como lectura histórica del arco de los últimos cincuenta años.
Entre las filas de la fantasía rupturista vuelve a cobrar protagonismo estos días Leonardo Boff, primero entusiasmado y ahora desilusionado con Francisco. Empieza a estropearse el festival. Leonardo debería escuchar más a su hermano Clodovis, que ha reconocido abiertamente que en el gran debate de los años ochenta sobre la Teología de la Liberación Ratzinger llevaba razón: “hacer el bien no basta para ser cristiano, lo esencial es confesar la fe… sin eso la Iglesia se vuelve irrelevante, pero no sólo ella sino el mismo Cristo”.      
Para terminar apunto un pasaje clave en la celebrada pero poco estudiada homilía de Francisco en la isla de Lampedusa. Aquel en que en que recordando la desorientación de Adán tras su desobediencia, explica que cuando el hombre pretende ocupar el lugar de Dios “la armonía se rompe… y el otro no es ya un hermano al que amar, sino simplemente alguien que molesta en mi vida, en mi bienestar… El sueño de ser poderoso, de ser grande como Dios, en definitiva de ser Dios, lleva a una cadena de errores que es cadena de muerte, ¡lleva a derramar la sangre del hermano!”.  

http://www.paginasdigital.es/v_portal/informacion/informacionver.asp?cod=4028&te=15&idage=7689&vap=0

7 commenti:

Anonimo ha detto...

O.T.
su Italia Oggi di stamani:
Francesco, Ratzinger e Wojtyla tutti e tre d’accordo sugli stessi principi non negoziabili
Il Papa come i due predecessori
Difendere la vita dal concepimento alla morte naturale
Maria pia

carmelina ha detto...

http://espresso.repubblica.it/
ammappete!!! poco, poco che Bergoglio tira fuori il concetto di "protezione della vita dal concepimento alla morte" e gli sguinzagliano magister che racconta per filo e per segno i presunti trascorsi in sudamerica di monsignor ricca. il tono e' comprensivo e giustificatorio (le presunte gesta amorose del prelato sono state messe nel dimenticatoio dai tempi in cui a gestire la segreteria...indovinate un po'....cucù settetete, c'era il cardinale sodano, e il tipo in Vaticano avrebbe fatto, da allora, parecchia carriera), ma la tempistica e' parecchio curiosa. per giorni magister mugugnava di queste "informazioni giunte all'orecchio di Francesco" e adesso un dettagliato resoconto. magister e' un professionista serio e non si infognerebbe mai in una storiaccia simile se non fosse suffragata da qualche straccio di prove. ma ha tanto l'aria di un violento coppino sulla nuca di chi ti sorride con fare amichevole (del tipo "comprendiamo che tu sei BBBBuono e lo facciamo per il tuo bene") ma dalla potenza della manata, voglia, d'altro canto, darti un "cortese avvertimento" per la tua futura navigazione.

carmelina ha detto...

mie considerazioni personali. ai tempi di Benedetto i ricca erano protetti da una stampa che aveva interesse a interloquire con loro e ad evocarli ma non denunciarli (non si uccidono le galline dalle uova d'oro) ogniqualvolta c'era da sp..re l'operato del Papa tedesco (ovvero quando parlava troppo: praticamente sempre). oggi l'alleanza si e' rotta e i media hanno interesse a tirare fuori gli scheletri e dar loro nome e cognome: un po' per insufflare in alto il pallone aerostatico super Francesco (gli eroi popolari sono una mano santa per la pubblicistica); un po' per farli (gli scheletri) penzolare a mo' di piccoli impiccati come gentile avvertimento nel caso Super Francesco si ricordasse oltre ai poveri e agli uomini bisognosi di tenerezza, pure quelli bisognosi di (ideali) sganassoni per manifesta supponenza libertaria.

mariateresa ha detto...

ma il coppino chi sarebbe a infliggerlo veramente , carmelina? perchè non mi è chiaro. Se Magister si è esposto così o è matto o è vero. O tutte e due.
In sincerità le dichiarazioni sul rispetto della vita del Papa non mi sono sembrate esplosive, nè la stampa le ha recepite come esplosive.
Non so cosa sta succedendo, ma qualcosa succede.E uno non riesce a capirci niente con questi media.

gemma ha detto...

Onestamente non credo, Magister mi pare sia stato fin dall'inizio un pochettino più ai margini rispetto al coro di osanna generale. Intanto a sentire il dagopapista ogni gaffe sarà una polpetta avvelenata della curia o della lobby gaia, non più imbranataggine o inadeguatezza come ai tempi di Benedetto. In quanto alla difesa della vita, la questione è passata inosservata e pochi l'hanno sentita. Ormai l'imprinting al pontificato è già stato dato, l'anticipo di simpatia c'è è il beneficio del dubbio ci sarà, qualunque cosa verrà detta o fatta se non piace verrà ignorata o sarà polpetta avvelenata. Meglio così, dopo anni di dossier BBC e NYT e sit in radicali contro la chiesa pare davvero primavera

carmelina ha detto...

http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/ior-ior-ior-francesco-francis-francisco-26560/
per la serie facce di tolla without limits. galeazzi stigmatizza la strana tempistica della fuoriuscita pubblica delle soffiate sulla presunta condotta scandalosa di monsignor ricca in sudamerica. tempistica che sarebbe attribuita alla volontà di non ben determinati topi di curia di ostacolare l'opera di pulizia portata avanti da Bergoglio. osservazione più che legittima. peccato che quando negli anni passati le veline e le lettere anonime infestavano il Vaticano e inondavano le redazioni dei giornali, a galeazzi e ai colleghi non e' mai saltato nell'anticamera del cervello di fare la medesima ossrervazione: all'epoca era considerato espressione del malessere interno ad una curia in piena guerra civile a causa di un segretario di stato inetto e un Papa filosofo chiuso nella sua torre d'avorio. non solo. se andate a dare un'occhiata alla homepage del fatto quotidiano la notizia non appare nemmeno di striscio ed e' parecchio strano. un tempo marco lillo & company si sarebbero buttati a pesce sulla faccenda. ma in tempi bergogliani, i media si stanno muovendo in ordine sparso. non hanno più interesse ad assaltare la Santa Sede a colpi di mitraglia e baionetta. il papa argentino sta loro a genio: le soffiate vanno prima filtrate per bene e usate con economia di tanto in tanto, giusto per lanciare qualche "amichevole" avvertimento sui termini dell'armistizio in atto tra papato e opinionificio pubblico (povertà no limits, presunti diritti civili BECCO CHIUSO).

carmelina ha detto...

maria teresa, mettiamola cosi'. le notizie sul Vaticano pullulano (confidenze, lettere anonime, chiacchiericcio, inchieste della magistratura ecc ecc). in questo coacervo di colori (e magister e' uno di questi), delle redazioni di giornali scelgono quelli con cui comporranno il dipinto desiderato in base ai loro interessi politici e/o economici del momento. in poche parole, con dei fatti (veri) si costruiscono dei teoremi a tavolino. magister e' portatore attivo di una notizia da settimane ma oggi al tipo e' stata data la prima pagina. tu mi dirai: avranno voluto prima accertarsi della fondatezza delle accuse. ma gli accenni fatti da magister, qualche settimana fa, presupponevano gia' una certa sicurezza della bonta' dell'informazione avuta. su dagospia e la stampa la notizia ti viene venduta come una polpetta avvelenata. sul fatto quotidiano e' (per ora) taciuta (si parla della commissione sulla finanza creata da Bergoglio). e gli altri giornaloni zitti e mosca (per adesso). e' palese che nessuno di questi ha interesse a mordere il posteriore al nuovo papa (in altri tempi ci sarebbero stati i fuochi artificiali che sarebbero giunti in tempo reale anche sui media stranieri). ma e' anche palese che su l'espresso hanno pensato bene, a pochi giorni dalla partenza per Rio dove Bergoglio pronuncerà nuove parole d'ordine del suo pontificato a milioni di ragazzi e ragazze giovani, di tirargli, a mio avviso, un amichevole coppino di avvertimento. perché e' chiaro che l'armistizio in auge attualmente tra Santa Sede e opinionificio pubblico e' legato alla neutralità di Bergoglio sulla faccenda dei diritti civili. Dici bene mariateresa quando fai notare che le parole del papa sul rispetto della vita non sono esplosive ma sta di fatto che Bergoglio e' un tipo alquanto impulsivo e l'occasione (un oceanico raduno di giovani) e' ideale per parlare oltre che di povertà e misericordia anche di vita matrimoniale e tutto ciò' che comporta. in Europa e negli USA la faccenda delle nozze tra persone dello stesso sesso non e' roba da ridere. e' frutto di un sistematico piano politico-culturale che non ammette, non tollera più alcuna opposizione e ill papato e' l'unico ostacolo (per quanto debole e privo di forza di persuasione) a questo plebiscito bulgaro. Bergoglio ha creato delle aspettative con la sua neutralità e ci si aspetta (di piu', si pretende) che le mantenga. ricca in tutta questa storia e' solo un poveretto da racconto boccaccesco utilizzato alla bisogna. non c'e nessuno tra i giornalisti (italiani e stranieri) che abbia l'obbiettivita di giudizio e la vastità' di conoscenze (ognuno ha dei prelati di riferimento che raccontano il loro punto di vista, i loro interessi particolari) necessarie per raccontare la verità sulle faccende vaticane. possono al massimo raccontare fatti veri (come fa per esempio l'onesto magister) ma all'interno di sovrastrutture narrative predisposte, finiscono per delineare iperreali disegni preconfezionati.