martedì 18 giugno 2013

Papa Francesco, rivoluzione, cuore di pietra e cuore di carne (Rusconi)

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17 commenti:

sam ha detto...

Da un lato c'è da gioire per l'entusiasmo di tanta gente, dsll'altro questo clima da stadio, da idolatria della star, sottolineato dal continuo ritorno di parole come "boato", "fedeli in delirio".. mi lascia perplessa.
Perchè il frutto della conversione è gioia, pace, dominio di sè ecc. Le esperienze di fede che ti lasciano il segno non sono quelle da "delirio" di massa, ma quelle che ti entrano dentro e allargano spazi di riflessione e silenzio, di tenerezza e di gioia. E che ti impongono di interrogarti su te stesso e attivare un cambiamento profondo del cuore che poi si tradurrà anche in opere.
Il mondo è pieno di star acclamate, di boati di entusiasmo e di stadi ricolmi di "fedeli" in delirio, ma cosa resta alla fine di quelle esperienze sul piano della storia individuale e collettiva? Il rischio è che anche la fede di molti si nutra di mode ed entusiasmi effimeri all'insegna della vanità.
Qualcuno ha già sottolineato che la modalità di approccio di Papa Francesco ricorda quelle degli evangelici e dei pentecostali (però loro almeno pregano molto, qui nel resoconto pare che, a parte Frisina, tutto il resto sia stato parecchio "orizzontale"...).
Tuttavia, al di là delle mie preferenze personali, può anche darsi che questa sia la strategia giusta di comunicazione per i tempi odierni. Trattandosi di "linguaggio" e non di contenuto, non lo discuto. E' compito della Chiesa e del Papa trovare sempre le modalità nuove per comunicare la fede di sempre.
Quello che invece mi appare un po' preoccupante, in un mondo che ha perso completamente di vista il senso del peccato, è quel continuo insistere che non è importante sbagliare o continuare a sbagliare, in questo caso si parla esplicitamente di continuare a far peccati, perchè tanto Gesù ti perdona, il tuo peccato se lo prende lui,(ritorna il tema della misericordia a buon mercato), e invece è molto più importante uscire, andare, fare...
Chiunque abbia intrapreso un cammino di conversione sa quanto sia difficile modificare le proprie inclinazioni e che sempre si cade e ci si rialza con la grazia e la misericordia di Dio, ma questo non significa affatto banalizzare il peccato o accettare serenamente una sua cronicizzazione, soprattutto nel caso si parlasse di peccati gravi e non soltanto di imperfezioni della vita cristiana. Da sempre, perchè è scritto nel Nuovo Testamento, la fede cristiana impone un cambiamento interiore, una conversione, una purificazione interiore, che si traducono anche in opere di carità e misericordia col prossimo. La priorità nasce anche dal fatto che prima è importante amare Dio con tutto il cuore, l'anima, la mente e le forze e poi il prossimo come se stessi. Ora, se si ama Dio, Non diventa più tanto "bello" continuare a caricarlo di peccati!
Inoltre, avendo una vita molto sbilanciata sulle opere (tranne in questi giorni che sono bloccata a letto) so quanto sia fondamentale non perdere la fonte della preghiera, della Parola di Dio e dei Sacramenti e come sia del tutto inutile pensare ai problemi del mondo se al contempo non ci si preoccupa di come si sta al cospetto di Dio e con i prossimi più vicini.
Invece nella prospettiva di Papa Francesco pare che la vita contemplativa non abbia senso e utilità o forse la dà per scontata quando invece, almeno qui in Europa, non lo è affatto.
Non è la discontinuità del linguaggio che mi colpisce, ma quella dei contenuti.

Anonimo ha detto...

Discontinuità di contenuti e discontinuità di linguaggio sono conseguenti l'uno all'altro. Bergoglio ora vive in senso universale quello che ha vissuto nell'ambito particolare di Buenos Aires. Una religiosità privata di contenuti, devastata dall'indifferenza e dall'ignoranza. Prova a rimediare come sa imitando gli show dei predicatori pentecostali per provocare interesse e scatenare passioni. Una strada che, secondo me, all'opposto. Sarebbe interessante sapere che situazione ha lasciato in Argentina.
Alessia

Fabiola ha detto...

Mentre papa Bergoglio parlava dei cristiani facili al lamento è stato interrotto da applausi scroscianti.
Ho pensato: sembra di essere in Parlamento mentre Napolitano frustava gli onorevoli e loro giù ad applaudire.
Bene. un istante dopo il Papa ha chiesto se anche i presenti conoscessero cristiani così...ottenendo muggiti di sììììì compiaciuti.
Senza parole.
L'equivoco è che così si permette di pensare che si tratti sempre degli altri, mai di se stessi.
Come se io chiedessi ai miei studenti se anche loro conoscono dei giovani stupidi: confermerebbero certamente e ciascuno penserebbe a quello che gli sta inviso per un qualche motivo.
Spesso la forma è tutto. E soprattutto ogni contenuto chiede una forma che non lo banalizzi, cioè che gli corrisponda. Non so se il Cristianesimo possa stare dentro la forma del postmoderno. Forse sì ma non per me.

Raffaella ha detto...

Ottimo l'accostamento di Fabiola fra i cristiani ed i parlamentari strigliati da Napolitano.
Ad essere brutti, sporchi, cattivi, impresentabili, lamentosi sono sempre gli "altri".
R.

sam ha detto...

Sicuramente il Cristianesimo attraverserà anche il postmoderno, ma condivido, non può assimilarne la forma in modo acritico.
In altro post ho approfondito il tema del linguaggio pastiche indicato sul blog di Magister e ho rivisto un po' la mia indifferenza alle forme rispetto ai contenuti della predicazione di Papa Francesco...
Il pastiche sarebbe infatti il linguaggio proprio della postmodernità ed avrebbe per caratteristiche il mimetismo (in effetti è quello che mi è capitato più volte leggendo Papa Francesco, temi, concetti e parole a me cari, ma un po' "pasticciati" in modo da produrre un risultato per me talora stonato e dissonanate), l'assimilazione acritica di tutte le culture (in altre parole potremmo anche chiamarlo il linguaggio del relativismo) e infine la dissacrazione o meglio la desacralizzazione dei temi trattati...
E' chiaro che un linguaggio così può essere molto pericoloso nel trattare quanto c'è di più vero, immutabile e sacro.

Anonimo ha detto...

Vorrei in un certo senso riallacciarmi al bellissimo commento di Sam,io sono tornato in chiesa grazie a BXVI,all'incontro con questo straordinario catecheta,devo a lui la mia'educazione'religiosa,anche riguardo alla conoscenza delle sacre scritture,che giocoforza ho dovuto leggere per meglio comprendere i suoi scritti,omelie e quant'altro,mi è costata molta fatica adattarmi a questo nuovo modo di pensare,è stata una prova dolorosa dover rinunciare a cose che parevano importanti e che tali non erano,ho dovuto fare un bagno di umiltà per tornare ad inginocchiarmi e a pregare,però l'ho fatto perchè mi sentivo in qualche modo sorretto da un insegnamento solido,argomentato,razionale e credibile,questo per 8 anni,poi,il patatrac,per me traumatico e difficilmente superabile,almeno a breve termine,e cosa mi ritrovo?Uno show entusiastico da Woodstock,latrìe indigeribili,discorsi che dire che mi lasciano spiazzato è puro eufemismo,insomma non so più a che santo votarmi,oltretutto la mia affezione per papa Benedetto mi è costata anche l'irrisione e la'compassione'di amici laici e non,ora non so se questo sia il modo di comunicare giusto per questi tempi,non mi pongo il problema,non mi piace e basta,però soffro a dover constatare che forse tutti gli sforzi fatti sono serviti a nulla,non è neppure il caso di rivolgersi a qualche prete perchè qui sono tutti infatuati di francesco e settimanalmente organizzano viaggi a roma per incontrarlo,mentre per l'altro non c'era mai posto,neppure nel ricordo;chiedo scusa per lo sfogo, vi assicuro di non essere solo in questa situazione,ma siamo costretti al silenzio,aspettando che passi,mahhhh.GR2

Anonimo ha detto...

ANCHE IO SONO TORNATA IN CHIESA GRAZIE A BENEDETTO xvi GRAZIE ALLE SUE CATECHESI AI SUOI LIBRI CHE MI HANNO COMPLETAMENTE TRAVOLTO LA VITA E RIPORTATA A CRISTO
BENEDETTO XVI UN GRANDE STRAORDINARIO UOMO

Eugenia ha detto...

Anche io anonimo delle 16.10 sono tornata alla chiesa ed a Cristo per merito di Sua Santità Benedetto XVI ma ora dopo tutto quello che sono state capaci di orgsnizzare certe cerarchie ecclesiastiche contro di lui mi chiedo: è questa la chiesa a cui sono tornata? C'è una profonda contraddizione tra ciò chr ls chiesa prefica ed il modo in cui opera in certi casi. Il mio sforzo di rimanere nel recinto di Pietro non so se porterà i frutti sperati ma , almeno, potrò sempre trovare rifugio negli scritti di quel gtande Papa e uomo che è Benedetto XVI.

sam ha detto...

Cari amici, io ho cominciato il mio cammino di conversione prima di "scoprire" Joseph Ratzinger, ma quando l'ho scoperto ha riempito l'entusiasmo della mia fede ritrovata di contenuti, spiegazioni e direzione.
Non mi è difficile credere che molti attraverso di lui siano arrivati alla fede in Cristo, che è cosa ben diversa dall'idolatria di un Papa o da una moda religiosa.
Quel che è durissimo da digerire è che Ratzinger-Benedetto ha, non solo una prospettiva totalmente cristocentrica, ma anche completamente e fondamentalmente ecclesiale, un amore per la Chiesa straordinario, nonostante lui stesso nei suoi studi e nella sua attività abbia dovuto riscontrare e anche subire brutalmente le corruzioni degli uomini di Chiesa.
Come si fa ad amare una Chiesa dal volto sfigurato, una Chiesa che persino ti perseguita com'è successo per esempio a Giovanna d'Arco? Sembra un mistero, ma Benedetto ci ha lasciato centinaia di pagine o forse migliaia per spiegarcelo e soprattutto il suo esempio di santità.
Il fatto che qui ci siano tanti amici toccati dalla grazia sotto il pontificato di Benedetto che oggi soffrono, ma non abbandonano, dimostra che il fondamento su cui Benedetto ha costruito è buono... le vostre case sono costruite sulla roccia. Tenete duro, coraggio! la piena passerà, le acque rientreranno.
L'importante nel frattempo è tenere lo sguardo diritto su Gesù e il cuore nel Suo Cuore.
La Chiesa anche oggi ha fedeli sinceri, santi, confessori della fede e martiri in tante parti del mondo. Non è solo Vaticano. E se ci sta davvero a cuore la santità della Chiesa, dobbiamo sforzarci anche noi di essere più santi, è questo che ci ha insegnato Benedetto.

luisa ha detto...

Anche ai tempi di Karol Wojtila gli stadi si riempivano, le folle osannavano e i giornalisti strombazzavano. Ma nessuno osava criticare. Sono stata all'incontro, ieri, e concordo sull'atteggiamento poco composto di molti convenuti. Ma questi sono i nostri parrocchiani, abituati a ossequiare il chierico di turno chiunque esso sia (ma quanto tempo si perde nelle parrocchie a festeggiare diaconati, ordinazioni, fine anno catechistico, inizio anno catechistico...?). Ma abituati da chi? Certo non da Francesco, che è appena arrivato.
Quanto al pentimento, nel vangelo di domenica scorsa Gesù dice alla prostituta: "Va' in pace" e non "fai penitenza e cambia vita"...

Fabiola ha detto...

Vero, Sam.
Anche a me Benedetto ha insegnato, soprattutto, ad amare la Chiesa, lo ha fatto insieme a don Giussani.
La Chiesa: cioè Cristo, contemporaneo ad ogni uomo in ogni tempo.
Fuori della Chiesa Cristo diventa un sogno della nostra mente o un fantasma della nostra immaginazione.
E quindi: "hic manebimus optime".
Ho appena riletto: "Perché sono ancora nella Chiesa" del Nostro.
Che respito grande.
Tutta la gloria è nel profondo, scriveva Marshall e parlava della Chiesa. Per vederla, hai ancora ragione, occorre chiedere, almeno chiedere, di essere santi.

Luisa ha detto...

Luisa e luisa...basta non confondere.

sam ha detto...

Luisa, all'adultera Gesù dice: "va' e d'ora in poi non peccare più".

Alla peccatrice inginocchiata ai suoi piedi in lacrime che non cessava di baciargli e profumargli i piedi davanti a tutti (pentimento e riparazione sono già presenti) Gesù non risparmia il riconoscimento pubblico del suo stato di peccatrice, dicendo a Simone: "le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato" e poi a lei dice: "Ti sono perdonati i tuoi peccati" e ancora "La tua fede ti ha salvata, va' in pace". Maria Maddalena è diventata santa.

Nella conversione di San Paolo, Gesù parte con il richiamo a Saulo "Saulo Saulo perchè mi perseguiti?" e poi lo rende cieco
e ad Anania che ha qualche perplessità ad andare a ridare la vista a quel cattivone, che intanto stava pregando, il Signore risponde, tra le altre cose: "io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome".

Il perdono rimette i peccati, non sempre la pena, e chi è contento di farsi perdonare da Gesù solo se non c'è da parlare di conversione e penitenza è inutile che si faccia illusioni, perchè in quel caso non c'è evidentemente pentimento e neppure perdono.

Comunque l'intervento di Luisa (la Luisa-pro del Blog) mette in assoluta evidenza il pericolo di una fede facile, consolatoria, assolutoria, quasi una dimostrazione empirica delle nostre preoccupazioni circa la ridondanza di messaggi che veicolano una misericordia a buon mercato, un perdono che sembra sostituire la giustizia.

Siamo finiti in uno stadio con Benny Hinn e Padre Raniero:

Gesù ti ama... yeah! (y)
Gesù ti ha salvato... yeah!(y)
i tuoi peccati se li è presi Lui, te li ha lavati via... yeah! (y)
Che giorno felice, facciamoci un balletto sopra... yeah!(y)
E poi andiamo avanti come prima... yeah!(y)

Ma questo è non riconoscere a qual prezzo siamo stati riscattati!

Per questo da Pietro ci aspettiamo parole chiare, complete e non fraintendibili, come questa:

"Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d'un tempo, quando eravate nell'ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo.
E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio.
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia."

1 Pt 1, 14-19


CARLA ha detto...

Carissima Eugenia

PER ME LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI E' STATA COME UNA SPADA NEL CUORE
NOI DOBBIAMO RESTARE NELLA CHIESA DI CRISTO PER AMORE DEL NOSTRO PAPA EMERITO PERCHE LUI CI HA INSEGNATO AD CRISTO

sam ha detto...

Per amor del vero, bisogna dire che l'originale è molto meglio dei resoconti.
Per conservare l'immagine della "nuova" Chiesa, volemose bene e perdono per tutti, si omettono le parti migliori, quelle che - accanto alle parti che ci lasciano perplessi - sono più condivisibili ed edificanti:

"Prepararci alla lotta spirituale: l’evangelizzazione chiede da noi un vero coraggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire con la preghiera, con la mortificazione, con la voglia di seguire Gesù, con i Sacramenti che sono un incontro con Gesù, dire a Gesù: grazie, grazie per la tua grazia. Voglio portarla agli altri. Ma questo è lavoro: questo è lavoro. Questo si chiama – non vi spaventate – si chiama martirio. Il martirio è questo: fare la lotta, tutti i giorni, per testimoniare. Questo è martirio. E ad alcuni il Signore chiede il martirio della vita, ma c’è il martirio di tutti i giorni, di tutte le ore: la testimonianza contro lo spirito del male che non vuole che noi siamo evangelizzatori."

http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/june/documents/papa-francesco_20130617_convegno-diocesano-roma_it.html

CARLA ha detto...

HO POSTATO UN COMMENTO E AVETE TAGLIATO UNA FRASE CHE AVETE RITENUTO INOPPORTUNA
ANCHE BENEDETTO HA DETTO ALL'INIZIO DEL SUO PONTIFICATO CHE NON SAREBBE SCAPPATO DAI LUPI-
PERCHE CERCARE DI NASCONDERE SEMPRE LA REALTA?
IN QUESTO MODO SI METTE IL SUDICIO ANCORA SOTTO I TAPPETI
VI SIETE DIMENTICATI CHE QUESTO E' IL BLOG DI BENEDETTO E CHE EGLI STESSO HA DETTO CHE LA «bellezza» ANNIENTI LA SPORCIZIA E SVELI LA VERITÄ

Raffaella ha detto...

C'e' modo e modo di parlare, Carla!
Come ho detto in un'altra occasione, vi prego di non farmi fare Catone il censore del blog!
Ciascuno si regoli. Si puo' dire tutto con moderazione.
R.