Toccare le piaghe per professare Gesù
Bisogna uscire da noi stessi e andare sulle strade dell’uomo per scoprire che le piaghe di Gesù sono visibili ancora oggi sul corpo di tutti quei fratelli che hanno fame, sete, che sono nudi, umiliati, schiavi, che si trovano in carcere e in ospedale. E proprio toccando queste piaghe, accarezzandole, è possibile «adorare il Dio vivo in mezzo a noi».
La ricorrenza della festa di san Tommaso apostolo ha offerto a Papa Francesco l’occasione di tornare su un concetto che gli è particolarmente a cuore: mettere le mani nella carne di Gesù. Il gesto di Tommaso che mette il dito nelle piaghe di Gesù risorto è stato infatti il tema centrale dell’omelia tenuta durante la messa celebrata questa mattina, mercoledì 3 luglio, nella cappella della Domus Sanctae Marthae. Con il Papa ha concelebrato tra gli altri il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che accompagnava un gruppo di dipendenti del dicastero.
Dopo le letture (Efesini 2,19-22; Salmo 116; Giovanni 20,24-29) il Santo Padre si è innanzitutto soffermato sul diverso atteggiamento assunto dai discepoli «quando Gesù, dopo la risurrezione, si è fatto vedere»: alcuni erano felici e allegri, altri dubbiosi. Incredulo era anche Tommaso al quale il Signore si è mostrato solo otto giorni dopo quella apparizione. «Il Signore — ha detto il Papa spiegando questo ritardo — sa quando e perché fa le cose. A ciascuno dà il tempo che lui crede più opportuno». A Tommaso ha concesso otto giorni; e ha voluto che sul proprio corpo apparissero ancora le piaghe, nonostante fosse «pulito, bellissimo, pieno di luce», proprio perchè l’apostolo, ha ricordato il Papa, aveva detto che se non avesse messo il dito nelle piaghe del Signore non avrebbe creduto. «Era un testardo! Ma il Signore — ha commentato il Pontefice — ha voluto proprio un testardo per farci capire una cosa più grande. Tommaso ha visto il Signore, è stato invitato a mettere il suo dito nella piaga dei chiodi, a mettere la mano nel fianco. Ma poi non ha detto: “è vero, il Signore è risorto”. No. È andato oltre, ha detto: “mio Signore e mio Dio”. È il primo dei discepoli che fa la confessione della divinità di Cristo dopo la risurrezione. E l’ha adorato».
Da questa confessione, ha spiegato il vescovo di Roma, si capisce quale era l'intenzione del Signore nei confronti di Tommaso: partendo dalla sua incredulità lo ha portato non tanto ad affermare la risurrezione, ma piuttosto la sua divinità. «E Tommaso — ha detto il Papa — adora il Figlio di Dio. Ma per adorare, per trovare Dio, il Figlio di Dio ha dovuto mettere il dito nelle piaghe, mettere la mano al fianco. Questo è il cammino». Non ce n'è un altro.
Naturalmente «nella storia della Chiesa — ha proseguito il Pontefice — ci sono stati alcuni sbagli nel cammino verso Dio. Alcuni hanno creduto che il Dio vivente, il Dio dei cristiani» si potesse trovare andando «più alto nella meditazione». Ma questo è «pericoloso; quanti si perdono in quel cammino e non arrivano?», ha detto il Papa. «Arrivano sì, forse, alla conoscenza di Dio, ma non di Gesù Cristo, Figlio di Dio, seconda Persona della Trinità — ha precisato —. A quello non ci arrivano. È il cammino degli gnostici: sono buoni, lavorano, ma quello non è il cammino giusto, è molto complicato» e non porta a buon fine.
Altri, ha continuato il Pontefice, «hanno pensato che per arrivare a Dio dobbiamo essere buoni, mortificati, austeri e hanno scelto la strada della penitenza, soltanto la penitenza, il digiuno. Neppure questi sono arrivati al Dio vivo, a Gesù Cristo Dio vivo». Questi, ha aggiunto, «sono i pelagiani, che credono che con il loro sforzo possono arrivare. Ma Gesù ci dice questo: “nel cammino abbiamo visto Tommaso”. Ma come posso trovare le piaghe di Gesù oggi? Io non le posso vedere come le ha viste Tommaso. Le piaghe di Gesù le trovi facendo opere di misericordia, dando al corpo, al corpo e anche all'anima, ma sottolineo al corpo del tuo fratello piagato, perché ha fame, perché ha sete, perché è nudo, perché è umiliato, perché è schiavo, perché è in carcere, perché è in ospedale. Quelle sono le piaghe di Gesù oggi. E Gesù ci chiede di fare un atto di fede a lui tramite queste piaghe».
Non è sufficiente, ha aggiunto ancora il Papa, costituire «una fondazione per aiutare tutti», né fare «tante cose buone per aiutarli». Tutto questo è importante, ma sarebbe solo un comportamento da filantropi. Invece, ha detto Papa Francesco, «dobbiamo toccare le piaghe di Gesù, dobbiamo accarezzare le piaghe di Gesù. Dobbiamo curare le piaghe di Gesù con tenerezza. Dobbiamo letteralmente baciare le piaghe di Gesù». La vita di san Francesco, ha ricordato, è cambiata quando ha abbracciato il lebbroso perchè «ha toccato il Dio vivo e ha vissuto in adorazione». «Quello che Gesù ci chiede di fare con le nostre opere di misericordia — ha concluso il Pontefice — è quello che Tommaso aveva chiesto: entrare nelle piaghe».
(©L'Osservatore Romano 4 luglio 2013)
20 commenti:
Grazie Raffa per quest'articolo:
Questo il mio commento. Leggi con attenzione il discorso sulla Risurrezione...
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/07/toccare-le-piaghe-per-professare-gesu-o.html
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».
Caro Gesù, come ti permetti di dire che sacerdoti e dottori della Legge siano dei pelagiani che non ti hanno incontrato, mentre esalti chi cura le Tue piaghe, riflesse in quelle di un fratello in difficoltà? ;-)
Fuor di metafora, il Papa non ha detto che la vita monastica sia da cancellare: piuttosto ha ricordato a tutti che la Fede senza le opere è morta, e chi dice "Signore, Signore" e poi non segue la Parola, l'insegnamento di Gesù, è sterile (zitellone, a dirla con Papa francesco). Fare tutto meccanicamente, senza aprirsi all'altro, dire quelle quattro paroline senza sporcarsi le mani o perdere un po' di tempo a capire l'altro, non è essere cristiani. Potrei fare mille esempi di persone attentissime al gettone di presenza in chiesa, alle Messe, ai ritiri, prezzemolini parrocchiali che, però, se dovevano passare cinque minuti con me lo facevano senza sincerità, o stufandosi, o facendo mille salamelecchi solo se passava di lì il parroco... ;-)
Bisogna badare all'anima, sì, ha detto il Papa, ma non dobbiamo dimenticare il corpo (le opere di misericordia) dei fratelli.
Quanto al "professare non tanto la Resurrezione, ma piuttosto la divinità di Gesù": non ci sono le virgolette nel testo, e nell'mp3 non compare la frase in oggetto. Quindi l'ipotesi più probabile è che sia una frase poco chiara del giornalista e non del Papa. A volte le soluzioni più banali possono essere si rivelano quelle esatte... ;-)
Ester. :-)
Mi compiaccio, se è un errore del giornalista.
E' deplorevole che si tratti de L'Osservatore Romano, al quale è normale attribuire attendibilità nel riportare. Non era un'opinione...
Ci sono altre affermazioni problematiche.
E il primo a riconoscere la divinità di Gesù e stato Pietro, non Tommaso.
Sul mio blog hanno postato il link a gloria TV che non riporta la parte della Risurrezione. Purtroppo il filmato finisce prima. La prima parte è riportata molto fedelmente.
Dall'ascolto ho colto un parlare molto sentito e l'estrema concentrazione dei presenti, e mi ha colpito un chiaro riferimento a Gesù nella frase: "Gesù ci chiede di fare un atto di fede a lui tramite queste piaghe".
Trovo comunque deleterio pubblicare queste omelie, a braccio e dunque estemporanee, che alcune pecche (e quindi disorientamento) le possono presentare. Vanno colte nell' "hic et nunc" dell'evento puntuale e non si possono prendere come scuola di pensiero.
Ester, capisco tutto e apprezzo.
Ma il problema é che trasmette la solita lettura: " l'unica cosa che conta é fare caritativa", Gesù lo si incontra nelle piaghe altrui". E questo é vero, ma non é tutto. E il discredito su un'elevazione intellettuale/contemplativa (gnosticismo?) o su un approccio ascetico/penitenziale é segno di una visione perlomeno parziale.(grossier). Forse la responsabilità di questa ambiguità è più di chi diffonde questi testi, a spezzoni, che del Papa.
Ester, mi hai tolto i pensieri di bocca...
Io vado a Messa, ogni Domenica e nelle feste. Medito sulle letture del giorno. Prego. Eppure, quando mi dicono: sei praticante...sei una buona cristiana, rispondo sempre che sì, sono praticante, ma sono una mediocre cristiana. Perché davanti alle piaghe, materiali e spirituali, dei miei fratelli, passo oltre. Perché? Perché sono pigra, sono chiusa nel mio bozzolo, ho paura. Paura di compromettermi con il vecchietto mezzo matto che viene sempre a Messa, con l'extracomunitario che mi chiede due spiccioli... Altri magari si fermano, parlano con loro. Io no. Io guardo altrove... Prego. Medito. Vado a Messa. Ma sono una cattiva cristiana. Sì. Proprio una "cattiva" cristiana, volendo richiamare la vexata quaestio delle "categorie bergogliane". Perché seguire Cristo è ben altra cosa...
Paola
Mi piacerebbe sapere quanti di quelli che fanno la difesa d'ufficio del Papa e ne tessono lodi sperticate hanno mai davvero toccato una piaga aperta di un povero, magari purulenta, magari sporca di escrementi e se mai lo faranno... vado in fiducia che l'abbia fatto il Papa che ne parla.
Avendolo fatto anch'io - Dio mi è testimone! - spinta dalla carità di Cristo e dalla forza dell'incontro con lui nella Santa Eucaristia, non importa se mi giudicherete male e se mi contesterete ancora, ma non mi importa!
HO VOGLIA DI GRIDARE e se potessi griderei ancora più forte!
Mi sono guardata la registrazione su GloriaTV: quanto è affascinante questo Papa, mamma mia che belle cose che dice... ma insieme ne affetta altre in modo spaventoso!!!
E non può essere un equivoco perchè questa è almeno la quinta occasione in cui sembra palesare a parole questa teologia affascinante ma falsa ("I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me" Gv 12,8) dell'incarnazione di Cristo nei poveri, che sembrerebbe confermata anche dal gesto di inginocchiarsi nella Solennità del Giovedì Santo davanti ai poveri e non alla Santa Eucaristia.
Forse non mi crederete, ma per qualche grazia di Dio sto riuscendo a voler bene a Papa Francesco, nonostante tutto questo mio sconcerto e dolore per le sue parole, ma no, non starò zitta, pur pregando il Signore di illuminarmi e fermarmi Lui se sto sbagliando.
Ribadisco che sono sempre più fortemente sconcertata da queste estremizzazioni e schematizzazioni che tendono all'omologazione e alla riduzione dei carismi nella Chiesa.
Non esiste un solo modo per arrivare a Gesù, anzi non esiste proprio nessun modo automatico nelle forze dell'uomo per arrivare a Gesù, perchè se l'andare in giro a toccare e baciare piaghe fosse un modo automatico per arrivare a Gesù sarebbe gnostico o pelagiano anch'esso, quanto la meditazione o la mortificazione così intese.
E' Gesù che ci raggiunge e ci spinge ad andare, ci spinge ad amare e si fa riconoscere nei poveri che mette sulla nostra strada.
Ma senza Santa Eucaristia, senza la Chiesa dei Sacramenti, dove è Gesù che ci raggiunge e si fa presente, senza dei santi sacerdoti che celebrino con amore, trovandosi tra le mani, riconoscendo ed amando lì il Corpo piagato di Cristo e porgendocelo da amare e da adorare come Cristo vivo e vero e lì realmente presente, tutta la carità cristiana si esaurirebbe in un soffio!
I Sacerdoti sono i più vicini a Gesù, anche se non hanno mai baciato le piaghe dei poveri e persino quando non se ne rendono conto, Gesù è lo stesso nelle loro mani!
L'Eucaristia è Cristo sacramentato, i poveri non sono Cristo, anche se in essi amiamo Lui!
Nei poveri amiamo e serviamo Cristo, ma nell'Eucaristia Lo adoriamo Dio vivo e vero! Quella E' la sua carne, non misticamente ma realmente!
Non esiste vera carità senza contemplazione e la carità si porta sempre dietro penitenze e mortificazione. Ma la prima Carità è Cristo, da Lui e per Lui!
"E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova."
1 Cor 13,3
Amore di Dio e amore del prossimo sono inscindibili, ma la Chiesa ha molti carismi e non riterrò mai un contemplativo che non abbia mai toccato la piaga di un povero meno vicina a Gesù di me che l'ho fatto, avendo realmente in un caso riconosciuto nel volto del povero il volto di Cristo.
Ma se ha questo pallino, non potrebbe Papa Francesco promuovere questa forma di carità e di misericordia senza disprezzare le altre?
Perchè deve esaltare dei Cristiani ed escluderne degli altri?
"Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;
vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;
vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti."
1 Cor 12, 4-6
Scusami Raffaella, ma non posso tacere.
Questa storia delle piaghe... I poveri non sono tutti uguali, posso dirlo? Ci sono categorie per le quali c'è da organizzare i turni per quanti volontari ci sono disponibili, altri nessuno li vuol nemmeno vedere. I piu' dimenticati sono anziani e malati. È molto romantica per esempio l'assistenza ai cosiddetti barboni di strada e anche agli immigrati ma gli anziani soli e con piaghe da decubito non hanno la fila al loro capezzale. Mi infastidisce un po' la demagogia attorno alla povertà, sono sincera, anche perché i poveri di cui si parla sono sempre quelli appartenenti a categorie di poveri (immigrati, rom, gruppi in centri di accoglienza, carcerati, baraccopoli) il povero singolo invece spesso muore solo in casa senza che nessuno si senta autorizzato a riconoscerlo tale
Grazie di esistere, Sam!
Mi hai tolto le parole di bocca.
Sam,il suo (tuo?)post è bello e profondo,come sempre,se mi è concesso esprimere un parere modestissimo,alla "parla come magni",l'incontro con Cristo c'è se Lui ti sceglie,non sei mai tu a scegliere Lui,è il mio caso,niente chiesa,niente letture,del vangelo conoscevo solo una frase che mi aveva colpito come titolo di un romanzo che mi era stato regalato'Volete andarvene anche voi?'non sapevo neppure chi l'avesse pronunciata,lo lessi nel risguardo di copertina,restò da qualche parte,poi l'elezione di BXVI,una reazione atomica per me,costretto a rivedere tutta la mia visione di vita,praticamente messo con le spalle al muro,"vuoi andartene anche tu"?Ma stavolta non ho potuto dire di no,Lui mi ha scelto,seguendo percorsi noti solo a Lui,ha puntato il dito su di me,come nel quadro di Caravaggio,Lo seguo,a fatica,sono un cattolico indegno ed impresentabile,faccio poco,quello che posso,ma quando vedo Cristo esposto in adorazione eucaristica,mi inginocchio e prego tantissimo,con un fervore mai immaginato,e Dio solo sa quanto mi sia costato,ma era destino che andasse così,non per merito mio,servo dei più inutili,vorrei,sarei voluto andare via,ma resisto,spero abbia scelto bene,anche giuda era suo discepolo dopo tutto....grazie per le sue/tue parole,mi fanno pensare...GR2
Leggendo i vostri interventi, tutti molto belli e toccanti, sento ancora di più i limiti della mia fede e una certa "durezza" che sto sviluppando. Mi sento molto edificata da tutti, in modo particolare dalla testimonianza di Paola, dalla sua consapevolezza e umiltà. Vorrei arrivare a voler bene a questo papa, malgrado i dubbi, malgrado il fatto non sia Benedetto, cosa di cui certo non ha colpa, ma ancora non ci riesco. Credo di aver bisogno di preghiere perchè non voglio ridurmi a diventare una che, sbagliando, proclama: Cristo sì e Chiesa no. Voglio sentirmi ancora parte di questa grande famiglia.
Alessia
Sam e Gemma, grazie! Teresa
Grazie, Sam.
Io insegno, ho a che fare con altre piaghe.
Quelle della carne le ho toccato curando la mia mamma per anni, ma forse non conta perché era la mia mamma.
Non so che cristiana sono. E, in fondo, non mi interessa.
So di aver ricevuto una grande, immeritata, Grazia. Che mi ha fatto capace di gesti di cui, da sola, non sarei stata capace. Solo questo. Una grande Grazia. Amata oltre misura. Come un bambino svezzato in braccio a sua madre. Don Giussani ci ha sempre detto di non guardare troppo al nostro male o alla nostra coerenza morale piuttosto alla sorpresa della Sua Presenza che ci fa percepire il dolore per il nostro male. Il resto l'hai già scritto splendidamente tu.
Amiche tutte, grazie. Concordo con quello che avete scritto.
Gemma, è proprio vero che la retorica e la strumentalizzazione ideologica della povertà siano orribili.
Fabiola, conta conta anche la mamma... non conta chi si cura, ma conta l'amore con cui lo si fa e poi la cura verso i genitori vale doppio, che è persino un comandamento di Dio, anche se magari fa poca scena e a maggior ragione per questo.. :-)
GR2 dammi del tu :)
Con riferimento a molte cose che sono state scritte, sono molto felice che le parole di Papa Francesco servano a toccare il cuore dei fedeli e li spingano ad interrogarsi e a provare ad aprirsi, con la mendicante fuori dalla Chiesa, come con la parente o la vicina di casa sola e povera d'amore, se non di sostanze.
Io non credo che questo renda di per sè più santi, ma certamente rende più felici.
In realtà se ci confrontiamo con tutti i santi della Chiesa nella loro varietà, così come ci ha insegnato a fare Benedetto, veniamo costantemente interpellati sul nostro cammino. Se anche uno fosse messo abbastanza bene in qualcosa, di sicuro scopre di essere terribilmente indietro in molte altre cose.
Solo Dio è buono e Lui solo è santo!
Al contempo però, leggendo la vita dei santi, così diversi gli uni dagli altri, ciascuno con i suoi carismi, i suoi punti di forza e le sue debolezze, la sua storia, il suo cammino, ci sentiamo incoraggiati a camminare in Cristo, sapendo che il Signore ha per ciascuno un disegno diverso, senza omologazioni e senza esclusioni e che apprezza ogni gesto di vero amore (non solo verso i poveri e i derelitti del mondo)e di buona volontà.
D'altro canto uno può fare tante opere di carità verso i poveri ed avere un caratteraccio oppure insuperbirsene e così vanificare tutto.
Quanto può essere facile e consolatorio amare e aiutare i poveri e quanto difficile, invece, sopportare con amore e serenità umiliazioni e ingiustizie, magari da persone a cui si vuole bene e in cui si era riposta fiducia!
Se mi confronto con il modello di "buon cristiano" di Papa Francesco, per me sarebbe fin troppo facile... poi guardo a Benedetto, al suo esempio, alla sua mitezza, alla sua umiltà... e capisco che la santità è tutta un'altra cosa e corro a nascondermi!!!
Lasciamo che sia Gesù a giudicare se siamo cristiani buoni o cattivi, Lui non ha pregiudizi e non appiccica etichette, non guarda le apparenze, neppure le opere esteriori, Lui guarda il cuore.
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la pietà,
camminare umilmente con il tuo Dio.
Mic 6,8
Care amiche e cari amici, tutta la lettura e scrittura di queste settimane, legata ad una mia imprevista e forzata inattività fisica, mi ha un po' provato sul piano spirituale...
Non basta parlarne, ho proprio bisogno di un po' di silenzio e contemplazione, prima di riprendere la mia missione attiva e per questo per un po' ho bisogno di staccare la spina.
Prima, però, voglio dirvi che vi voglio bene e che questo Blog è uno splendido luogo cristiano, siete tutti (a parte forse l'"incompiuto" :-) molto edificanti, sia quando siamo d'accordo, sia quando non lo siamo.
Grazie soprattutto all'inossidabile Raffaella: la mia ammirazione per la tua costanza e la tua missione è massima e grazie perchè, anche se non vai in giro a medicare piaghe carnali, ci sono molte altre piaghe che contribuisci a rimarginare. In noi e in Cristo... perchè la Verità è ferita!
Grazie a tutti e che Dio vi benedica! Ricordiamoci nelle preghiere.
Ci mancherai, e molto, cara Sam,
ma rimaniamo unite nella preghiera.
Carissima Sam, ci (mi) mancherai moltissimo :-))
Ti abbraccio con tutto il cuore e buon lavoro!
Torna presto...
Un abbraccio
Raffaella
Cara sam, restiamo uniti nella preghiera e con il pensiero, quel che ci hai donato, le tue riflessioni, le tue reazioni, sono state per me altrettanti spunti di riflessione, ti ringrazio.
Anche oggi hai messo le parole su pensieri che avevo ma che non avevo ancora espresso, quando scrivi:
"Quanto può essere facile e consolatorio amare e aiutare i poveri e quanto difficile, invece, sopportare con amore e serenità umiliazioni e ingiustizie, magari da persone a cui si vuole bene e in cui si era riposta fiducia!
Se mi confronto con il modello di "buon cristiano" di Papa Francesco, per me sarebbe fin troppo facile... poi guardo a Benedetto, al suo esempio, alla sua mitezza, alla sua umiltà... e capisco che la santità è tutta un'altra cosa e corro a nascondermi!!!
Lasciamo che sia Gesù a giudicare se siamo cristiani buoni o cattivi, Lui non ha pregiudizi e non appiccica etichette, non guarda le apparenze, neppure le opere esteriori, Lui guarda il cuore."
A presto!
Sam,ti lascio con questa bellissima preghiera di saluto,in inglese, so che lo mastichi:May the road rise to meet you/may the wind be always at your back/may the sun shine warm upon your face/and the rains fall soft upon your fields and,until we meet again,/may God hold you in the palm of His hand.Sei stata di grande aiuto......attendo il tuo ritorno,che Dio ti benedica.GR2
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