giovedì 4 luglio 2013

L'anno prossimo Papa Francesco vorrebbe restituire la visita a Bartolomeo I. Nell'omelia a Santa Marta: inutili meditazioni ed aggiornamento se non tocchi le piaghe. Il Signore sa perché fa le cose e a ciascuno dà un tempo (Izzo)

PAPA: L'ANNO PROSSIMO VORREBBE RESTITUIRE VISITA A BARTOLOMEO I

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 lug. 

"L'anno prossimo Papa Francesco vorrebbe restituire la visita del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo". Lo rivela l'arcivescovo di Santiago del Cile, monsignor Ricardo Ezzati, che recentemente ha incontrato Papa Francesco per 45 minuti, in un'intervista rilasciata al sito dell'Episcopato. Il presule non precisa se il Pontefice intende dunque recarsi a Istanbul, dove il patriarca ecumenico risiede nel monastero di al Fanar, o accettare l'invito rivoltogli da Bartolomeo I ad incontrarsi in Terra Santa. Secondo monsignor Ezzati Bergoglio intenderebbe recarsi l'anno prossimo anche in Asia e Africa. 
Nell'intervista e' stato chiesto all'arcivescovo di Santiago se aveva avuto l'occasione di invitare il Papa a visitare il Cile e il presule ha risposto: "Abbiamo parlato su questo tema. Il Papa mi ha detto che quest'anno non ha previsto un viaggio in America del Sud, tranne quello in Brasile. Per il prossimo anno ha in programma diversi viaggi: vorrebbe restituire la visita del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, un altro (viaggio) in Africa e uno in Asia. Papa Francesco mi ha detto - ha poi concluso monsignor Ezzati - che sara' difficile nel 2014 un viaggio in America Latina, ma che nel 2015 spera di visitare l'Argentina, l'Uruguay, il Cile e possibilmente il Peru'". 

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PAPA: INUTILI MEDITAZIONI E AGGIORNAMENTO SE NON TOCCHI LE PIAGHE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 lug. 

"Per incontrare il Dio vivo non serve fare un corso di aggiornamento: e' necessario baciare con tenerezza le piaghe di Gesu' nei nostri fratelli affamati, poveri, malati, carcerati". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia di oggi alla Domus Santa Marta, rilevando che "nella storia della Chiesa ci sono stati alcuni sbagli nel cammino verso Dio". "Alcuni - ha osservato - hanno creduto che il Dio vivente, il Dio dei cristiani noi possiamo trovarlo per il cammino della meditazione, e andare piu' alto nella meditazione". "Questo - ha scandito - e' pericoloso: quanti si perdono in quel cammino e non arrivano".
Quanti seguono solo la dimensione verticale della fede, par Francesco "arrivano, forse, alla conoscenza di Dio, ma non a quella di Gesu' Cristo, Figlio di Dio, seconda Persona della Trinita'. A questo - ha detto - non ci arrivano". "E' il cammino degli gnostici: sono buoni, lavorano, quello, ma non e' il cammino giusto. E' molto complicato e non ti porta a buon porto". "Altri - ha continuato il Papa - hanno pensato che per arrivare a Dio dobbiamo essere noi mortificati, austeri, e hanno scelto la strada della penitenza: soltanto la penitenza, il digiuno. E neppure questi sono arrivati al Dio vivo, a Gesu' Cristo Dio vivo. Sono i pelagiani, che credono che con il loro sforzo possono arrivare". Gesu', invece, ha chiarito Bergoglio, ci dice che il cammino per incontrarlo e' quello di trovare le sue piaghe, che "tu trovi facendo le opere di misericordia, dando al corpo e anche all'anima, ma al corpo - ha sottolineato - del tuo fratello piagato, perche' ha fame, perche' ha sete, perche' e' nudo, perche' e' umiliato, perche' e' schiavo, perche' e' in carcere, perche' e' in ospedale". "Queste - ha osservato il Papa - sono le piaghe di Gesu' oggi". E per entrare nelle piaghe di Gesu', ha detto il Pontefice, "e' sufficiente uscire per la strada".
"Gesu' - ha detto ancora il Papa - ci chiede di fare un atto di fede in Lui tramite queste piaghe". In merito il Pontefice ha ricordato un concetto da lui espresso gia' altre volte in questi primi tre mesi di Pontificato: "Va benissimo - ha rilevato - se facciamo una fondazione per aiutare tutti quelli che hanno bisogno, e facciamo tante cose buone per aiutarli". "Questo - ha assicurato - e' importante, ma se noi rimaniamo su questo piano, saremo soltanto filantropici. Dobbiamo toccare le piaghe di Gesu', dobbiamo carezzare le piaghe di Gesu', dobbiamo curare le piaghe di Gesu' con tenerezza, dobbiamo baciare le piaghe di Gesu', e questo letteralmente". "Pensiamo - ha suggerito Francesco - a cosa e' successo a San Francesco quando ha abbracciato il lebbroso. Lo stesso che e' accaduto a Tommaso: la sua vita e' cambiata!". Chiediamo a San Tommaso - ha concluso - la grazia di avere il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesu' con la nostra tenerezza e sicuramente avremo la grazia di adorare il Dio vivo". 

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PAPA: IL SIGNORE SA PERCHE' FA LE COSE E A CIASCUNO DA' UN TEMPO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 lug. 

Puo' capitare di restare disorientati davanti a realta' che non immaginavamo, ma non bisogna scoraggiarsi. "Il Signore - ha spiegato Papa Francesco questa mattina nella messa alla Domus Santa Marta - sa perche' fa le cose. E a ciascuno di noi da' il tempo che lui crede che sia meglio per noi". Il Papa commentava il racconto evangelico dell'incredulita' di Tommaso. "Gesu' - ha ricordato - dopo la Resurrezione, appare agli apostoli, ma Tommaso non c'e'". "Ha voluto che aspettasse una settimana. A Tommaso ha concesso una settimana", ha spiegato Francesco. 

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