venerdì 7 giugno 2013

Il discorso di Papa Francesco ai futuri nunzi nei commenti di Salvatore Izzo. Oggi il Pontefice sarà "intervistato" dagli allievi dei gesuiti

PAPA: NUNZI APOSTOLICI DIVENTANO RIDICOLI SE FANNO I MONDANI 

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu. 

Se un segretario di nunziatura o un nunzio apostolico "si lascia coinvolgere nelle tante forme, nelle tante maniere della mondanita', si rende ridicolo e tutti ridono di lui". 
Lo ha detto Papa Francesco ai futuri nunzi apostolici che si preparano all'incarico all'Accademia Ecclesiastica. "Per favore - ha chiesto loro - non rendetevi ridicoli: o santi o tornate in diocesi a fare il parroco; ma non siate ridicoli nella vita diplomatica, dove per un sacerdote vi sono tanti pericoli". 

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PAPA: IL CARRIERISMO ECCLESIASTICO E' UNA LEBBRA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu. 

"Il carrierismo e' una lebbra". Lo ha detto Papa Francesco nel discorso ai futuri nunzi apostolici. "Dovete essere liberi - ha chiesto loro parlando a braccio - da ambizioni o mire personali per me e' importante, e' importante. Il carrierismo e' una lebbra, una lebbra. Per favore: niente carrierismo". "Voi - ha aggiunto il Pontefice - vi preparate ad un ministero, non a una professione, a un ministero e questo ministero vi chiede un uscire da voi stessi, un distacco da se' che puo' essere raggiunto unicamente attraverso un intenso cammino spirituale e una seria unificazione della vita attorno al mistero dell'amore di Dio e all'imperscrutabile disegno della sua chiamata".
"Con la fede - ha spiegato - e' quindi possibile vivere la liberta' dai propri progetti e dalla propria volonta' "non come motivo di frustrazione o di svuotamento" ma come "apertura al dono sovrabbondante di Dio, che rende fecondo il sacerdozio". Un servizio che potra' anche apparire "esigente" ma permettera' - ha assicurato il Papa - "di essere e respirare nel cuore della Chiesa, della sua cattolicita'". Ma per essere liberi interiormente e' necessario avere una "grande cura della vita spirituale", perche' "senza preghiera non c'e' liberta' interiore". Al termine dell'incontro, Papa Francesco ha rivolto, sempre a braccio, un pensiero al personale laico ma anche alle suore, "buone madri" che accompagnano con la preghiera, la fedelta' e l'amore l'intera comunita' della Pontificia Accademia Ecclesiastica. "Presenze nascoste" ma importanti per vivere con serenita' e impegno la propria missione. 

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PAPA: VORREI CHE I DIPLOMATICI VATICANI FOSSERO UOMINI LIBERI 

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu. 

Papa Francesco ha proposto oggi ai futuri diplomatici della Santa Sede una vera e propria lezione sulla liberta' che dovrebbe caratterizzare il loro servizio, mettendoli al riparo dai rischi del carrierismo e delle cordate che sono presenti nella Chiesa dai tempi del nepotismo ecclesiastico. 
"Essere liberi - ha detto Francesco ai giovani sacerdoti che studiano all'Accademia Ecclesiastica - anzitutto significa essere liberi da progetti personali: da alcune delle modalita' concrete con le quali forse, un giorno, avevate pensato di vivere il vostro sacerdozio, dalla possibilita' di programmare il futuro; dalla prospettiva di permanere a lungo in un vostro luogo di azione pastorale".
"Essere uomini liberi significa - ha esortato il Pontefice rivolto ai futuri nunzi apostolici - rendervi liberi, in qualche modo, anche rispetto alla cultura e alla mentalita' dalla quale provenite, non per dimenticarla e tanto meno per rinnegarla, ma per aprirvi, nella carita', alla comprensione di culture diverse e all'incontro con uomini appartenenti a mondi anche molto lontani dal vostro. Soprattutto, significa vigilare per essere liberi da ambizioni o mire personali, che tanto male possono procurare alla Chiesa, avendo cura di mettere sempre al primo posto non la vostra realizzazione, o il riconoscimento che potreste ricevere dentro e fuori la comunita' ecclesiale, ma il bene superiore della causa del Vangelo e il compimento della missione che vi sara' affidata". Per questo motivo, ha spiegato Francesco ai nuovi diplomatici, "dovrete essere disposti ad integrare ogni vostra visione di Chiesa, pure legittima, ogni personale idea o giudizio, nell'orizzonte dello sguardo di Pietro e della sua peculiare missione al servizio della comunione e dell'unita' del gregge di Cristo, della sua carita' pastorale, che abbraccia il mondo intero e che, anche grazie all'azione delle Rappresentanze Pontificie, vuole rendersi presente soprattutto in quei luoghi, spesso dimenticati, dove maggiori sono le necessita' della Chiesa e dell'umanita'". 

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PAPA: A FUTURI DIPLOMATICI CITA BENEDETTO XVI E GIOVANNI XXIII 

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu.

"Vivere il ministero a servizio del Successore di Pietro e delle Chiese a cui sarete inviati, potra' apparire esigente, ma vi permettera' per cosi' dire di essere e di respirare nel cuore della Chiesa, della sua cattolicita'. E questo costituisce un dono speciale". Papa Francesco lo ha detto questa mattina ai futuri diplomatici della Santa Sede ai quali ha proposto due riflessioni dei suoi predecessori, cominciando dal Papa Emerito Benedetto XVI, per il quale, ha ricordato, "laddove c'e' apertura all'oggettivita' della cattolicita', li' c'e' anche il principio di autentica personalizzazione".
"Cari amici - ha poi raccomandato Francesco citando ora parole del Beato Giovanni XXIII, 'del quale abbiamo celebrato pochi giorni fa il cinquantesimo anniversario della morte' - abbiate grande cura della vita spirituale, che e' la sorgente della liberta' interiore. Potrete fare tesoro prezioso degli strumenti di conformazione a Cristo propri della spiritualita' sacerdotale, coltivando la vita di preghiera e facendo del vostro lavoro quotidiano la palestra della vostra santificazione". Di Angelo Roncalli, Papa Bergoglio ha ricordato agli studenti dell'Accademia Ecclesiastica "il suo lungo servizio come Rappresentante Pontificio" come "uno degli ambiti, e non il meno significativo, nei quali la sua santita' ha preso forma. Rileggendo i suoi scritti, impressiona la cura che egli sempre pose nel custodire la propria anima, in mezzo alle piu' svariate occupazioni in campo ecclesiale e politico". "Da qui nascevano - ha concluso - la sua liberta' interiore, la letizia che trasmetteva esternamente, e la stessa efficacia della sua azione pastorale e diplomatica".

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PAPA: DOMANI LO INTERVISTERANNO GLI ALLIEVI DEI GESUITI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 giu. 

Come passa il tempo Papa Francesco da quando e' stato eletto? Come si sente davanti a una responsabilita' cosi' grande? Ha mai avuto dubbi di fede? Il nuovo Pontefice rispondera' a queste e altre domande di alcuni allievi delle scuole dei gesuiti in occasione dell'incontro in programma domani. Nell'Aula Paolo VI saranno in 9mila tra ragazzi, ex-alunni, famiglie e personale scolastico assieme a membri dei movimenti giovanili ignaziani e delle scuole Fe y Alegria, la rete di scuole popolari al fianco degli immigrati. L'incontro con il primo Papa gesuita della storia sara' preceduto da un momento di animazione.
Musica, video, testimonianze di alunni, ex-alunni e docenti, per raccontare come l'educazione dei gesuiti abbia cambiato loro la vita. Tra gli ex allievi hanno confermato la loro presenza Staffan de Mistura, Luigi Abete e Giovanni Minoli: solo per citare alcune delle persone piu' note che hanno studiato nelle Scuole della Compagnia di Gesu'. "Quando arrivera' il Papa - anticipa oggi la Radio Vaticana - alcuni studenti leggeranno domande e riflessioni. Sei collegi italiani e uno di Scutari, in Albania, hanno infatti preparato disegni, lettere e alcuni regali per il Santo Padre e daranno vita anche a un grande coro di circa 200 persone".
"Credo - confida padre Vitangelo Denora, delegato per le scuole della Provincia d'Italia della Compagnia di Gesu' - che sara' una festa, un bell'incontro fra i giovani, i bambini, i ragazzi e una persona che dimostra di voler loro bene, di essere attenta a loro". Quanto alle attese degli adulti, il gesuita aggiunge: "per i nostri professori, per il personale e le nostre famiglie, ci aspettiamo che ci possa rafforzare nella missione che viene compiuta attraverso una scuola al servizio dei giovani".
"Cosa fai tu tutto il giorno?", chiederanno dunque i bambini a Francesco. E gli adolescenti, delle scuole medie, che, sottolinea Denora, "e' un'eta' in cui spesso i ragazzi non hanno molta fiducia in loro stessi", domanderanno al Papa "come si fa a prendersi delle responsabilita' nella vita?", ed anche "Ma tu hai amici? Quanti amici hai?", mentre "i piu' grandi, quelli del liceo, che questo Papa ha interrogato nella ricerca della realizzazione della propria vita, si interrogano sui valori veri, su cosa conti, e chiedono rispetto alla fede come sia stato il suo percorso oppure come pensa il futuro dei giovani, come pensa di rapportarsi a loro". 

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