Clicca qui per leggere il testo della lettera.
Come sospettavo (clicca qui) il contenuto della missiva non corrisponde ai titoli sparati ovunque in queste ore. Si tratta di riflessioni che riprendono il pensiero ed il Magistero dei predecessori ed in particolare di Benedetto XVI.
La vulgata sara' ben diversa ma il testo e' chiaro. Purtroppo, pero', viviamo in un'epoca in cui contano le sensazioni e le vulgate mediatiche e non le parole scritte. La frase sulla coscienza verra' interpretata come il famoso "chi sono io per giudicare?".
Tuttavia chi usa la propria testa, evitando di darla in "comodato d'uso" ad altri, non puo' che scorgere la continuita' fra i due Papi non solo per quanto riguarda il concetto di coscienza ma anche per quello di Verita'.
Sicuramente un testo importante e denso.
76 commenti:
Mentre il Papa giustamente dialoga , qualcuno dei suoi ne approfitta per rilasciare interviste abbastanza rilevanti sulla vita della Chiesa.
http://dottaignoranza.blogspot.it/2013/09/monspietro-parolin-apre-allabolizione.html
Ma guarda Raffaella che il papa l' ha detto nella lettera quello che è stato sintetizzato nel titolo! Poi uno può dire che si potevano scegliere altri passi della lettera, ma capisco il direttore la Repubblica è letta da molti non credenti, che potranno ora leggere una lettera del papa se lo desiderano.
c'è una bella differenza tra riprodurre correttamente un pensiero e riprodurre una fetta di frase , quella che fa comodo e repubblica lo fa di mestiere questo gioco delle tre carte. I molti non credenti che leggono il giornale e si fermano ai titoli capiscono che il papa li raccomanda caldamente e li incoraggia a fare quel cavolo che vogliono secondo coscienza che se fanno bene va bene, che se fanno male c'è il perdono anche per loro. O no?
Tu dici, anonimo, che dopo il lettore tipo di rep va a leggere la parte sull'incarnazione e la resurrezione e la metabolizza? ma lasciamo stare, le vie del Signore sono infinite.
Del resto anche al Beato cardinale Newman hanno fatto dire quello che volevano sulla coscienza oltre a dire che era gay.
Anche per mons. Parolin si aprirà la diatriba, anzi si è già aperta su cosa voleva dire, se non ha fatto altro che ribadire quello che è noto, e cioè che il celibato è una disciplina e non un dogma o se ha aperto un altro finestrone sulla primavera. Su Linkiesta alla frase che il celibato non è un dogma il giornalista si è dichiarato svenuto per la novità. Si vede che segue le cose di chiesa da poche ore.
Ma è tutto così, ogni giorno. Un discutere su cosa è meglio intendere e cosa c'è di nuovo ogni giorno ,indipendentemente se sia vero o no.
La lettera è bella,ma non mi pare lo stile franceschiano,almeno quello cui siamo abituati attraverso omelie discorsi vari,l'italiano è ottimo,le argomentazioni dotte,se farina del suo sacco,chapeau.Sto aspettando quello che avevi promesso giorni fa.Buona giornata,Raffy.GR2
non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità «assoluta», nel senso che
assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede
cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! scrive il papa.
Dunque il titolo di Repubblica è fuorviante, e non certo fedele a quanto il papa afferma. Non c’è da stupirsene né da scandalizzarsi, ma caso mai conferma che bisogna risalire alle fonti originarie se si vuole osservare le cose senza preconcetti.
@Anonimo ti sembra scritta "troppo" bene? ma sicuramente l'avrà scritta in spagnolo e poi l'hanno tradotta. mica deve per forza scrivere direttamente in italiano. anche Benedetto scriveva in tedesco, mi pare :-)
E' oggettivo che frasi come: "Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'e' quando si va contro la coscienza" conducano a grande confusione nelle anime. Sta scrivendo a un giornale, a Repubblica e non sa che le singole frasi contano, soprattutto quelle brevi e sintentiche? E quelle frasi, anche sulla non assolutezza della Verità, le ha dette.
Un comunicatore come lui non ha valutato a quali parti del suo scritto sarebbe stato dato risalto?
Fateci caso, negli scritti di Benedetto è rarissimo estrapolare delle frasi riassuntive perchè in questo modo ha sempre evitato che le sue articolate argomentazioni potessero essere distorte e strumentalizzate. Certo così si paga un prezzo alla mediacità ma si vince in Verità.
Personalmente, a me pare che anche questa risposta sia stata scritta a quattro mani e che in mezzo ad una brillante risposta piena di verità, siano stati posti dei semi davvero avvelenati contro la dottrina cattolica della Verità, del peccato e del perdono.
l'italiano glielo hanno corretto ovvio. Pero' GR2 non è che i gesuiti prendono il primo che passa per fargli fare il provinciale a 37 anni e poi rettore della facoltà di teologia, quindi tanto stupido non deve essere.
mariateresa il titolo è una sintesi ovvio, ma il titolo della repubblica sintetizza esattamente quanto detto dal papa sulla coscienza.Per te ha detto qualcosa di diverso?
Ho letto l'intervista completa di Parolin su un giornale estero. Quello che ho trovato interessante non è il passaggio sul celibato, ma quello sulla collegialità e le riforme necessarie in tal senso.
Forse non mi sono ancora sintonizzato bene sulle frequenze del nuovo Papa e quindi tendo a non cogliere in pieno il suo messaggio ma tante volte ho come l'impressione che nel tentativo di gettare ponti di contatto verso i non credenti o i lontani e per non scontentare nessuno rischia molto il fraintendimento.
Io credo fermamente che Francesco sia nel solco della tradizione e dell'insegnamento della Chiesa Cattolica ma non lo trovo sempre così chiaro e preciso come accadeva con il predecessore.
Se quello che ho letto è riportato correttamente c'è un passaggio della lettera che mi lascia un po' perplesso, se posso citare dalla fonte:
"Per cominciare, io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità "assoluta", nel senso che assoluto è cioò che è slegato, ciò che è è previo di ogni relazione. Ora, la verità secondo la fede cristiana, è l'amore di Dio per noi in Gesù. Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant'è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sè: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, ecc. Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt'altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita"
Luca
qui la confusione va sempre più aumentando, io non riesco più a capire cosa è magistero e cosa non lo è: se i testi ufficiali li firma Bertone a nome del Pontefice e il pontefice scrive lettere ai giornali ... mi sto convincendo che sono solo una vecchia bigotta. meno male il Signore accoglie tutti, così forse ho qualche speranza! Maria Pia
Per ricordare:
Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo (...).
Benedetto XVI, 18 agosto 2011, Madrid.
PS: Questa lettera l'avrebbe potuto scrivere tale quale il Papa emerito Benedetto XVI. Solo che non sarebbe stata pubblicata dalla Repubblica in prima pagina.
@11.24 e chi ha detto niente su di lui,ho solo notato che l'italiano,diversamente da tutti gli altri discorsi trascritti o pubblicati, è perfetto,poi ognuno trae le sue conclusioni,e firmati,per favore,mi piace poterti chiamare per nome,va bene anche un nick,ma dialogare con chi non si firma non mi piace.GR2
A proposito di coscienza, vi propongo di leggere, o rileggere, questo testo dell`allora card. Joseph Ratzinger:
L`ELOGIO DELLA COSCIENZA
http://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=16
sì anonimo, per me il titolo è fuorviante. Hai presente Fouché il ministro di Napoleone? Diceva: "datemi due righe nella lettera di un uomo e io lo farò impiccare". Le singole parole hanno un certo significato a seconda di come sono presentate e dove. Ma se per te va tutto bene, va bene anche per me.
Che la cosa abbia dato stura a dubbie interpretazioni però non sono l'unica a dirlo.
La frase da te citata, Luca, e' resa nel linguaggio benedettiano (quello che preferisco) dal concetto di amicizia tra l'individuo e Dio. Benedetto ha spesso parlato di questo rapporto di amicizia che ognuno di noi deve crearsi nella propria esistenza. E' questa amicizia che ci offre la consapevolezza di sentirci amati e di conseguenza la scoperta della verita' nell'amore di Dio. Bergoglio parla "laico" per farsi capire dal barbuto e i suoi adepti. Legittima scelta ma nella risoluzione in pixel laici, l'immagine, a mio avviso, non risulta nitida. Viene adeguata ad una categoria di pensiero alla quale manca la percezione del mistero, e se manca la percezione del mistero il discorsetto sulla relazione e verita' perde tutto il "sugo".
http://video.repubblica.it/dossier/il-nuovo-papa/ansaldo-e-rodari-perche-il-papa-ha-risposto-a-scalfari/139700/138238?ref=HREA-1
per la serie, "OGGI LE COMICHE"
Da notare la presentazione iniziale di Ansaldo. Sembrava una versione post-moderna del pastorello di Fatima. Un secolo fa la luce aveva la forma della visione della Madonna. Oggi di una lettera di risposta "scandalosamente affascinante" al "LORO FONDATORE".
Una vita passata a interloquire umilmente di persona con risposte "scandalosamente non affascinanti" in convegni organizzati da iconoclasti anticlericali come l'altro "FONDATORE MASSIMO" (il signor Micromega)????? NON PERVENUTA
Caro Luca,
il termine "assoluto" significa "sciolto da ogni vincolo". Si è tentato in passato di definire Dio stesso come l' "Assoluto".
Ciò che il Papa ci sta dicendo è che il contenuto della Fede non è un blocco esistente in qualche armadio (o libro), ma è ciò che una Persona Vivente -Cristo- ci propone. "Io sono la verità".
Ovviamente, ciò che i giornali (tutti -compresi molti giornali di Chiesa- gestiti con mentalità anticristica illuministica) sparano è: "Finalmente un Papa ha detto che la Verità non esiste! Noi lo sapevamo dal 1700"
Grazie Luisa.
In realtà Ratzinger aveva perfettamente confutato quanto sostiene Bergoglio in quella frase.
La coscienza non può essere di per sè il criterio della moralità e dell'assoluzione morale se non è collegata alla Verità che è Cristo (ovvero Dio, Colui che é, l'Assoluto, e non "la relazione" di Dio con noi, perchè Cristo è Verità anche se noi non ci relazioniamo a Lui).
"Non di meno può sorgere, a questo punto, una contraddizione. È fuori discussione che si deve sempre seguire un chiaro dettame della coscienza, o che almeno non si può mai andare contro di esso. Ma è questione del tutto diversa se il giudizio di coscienza, o ciò che uno prende come tale, abbia anche sempre ragione, se esso cioè sia infallibile.
Infatti se così fosse, ciò vorrebbe dire che non c’è nessuna verità — almeno in materia di morale e di religione, ossia nell’ambito dei fondamenti veri e propri della nostra esistenza. Dal momento che i giudizi di coscienza si contraddicono, ci sarebbe dunque solo una verità del soggetto, che si ridurrebbe alla sua sincerità.
..."
No, Seraphicus, Papa Benedetto NON avrebbe scritto tale e quale questa lettera!
Devo confessare che Repubblica non c'entra la frase del Papa è questa:" Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire."
Sono molto turbato da quanto detto da Papa Francesco.
Questo contraddice quanto detto da BVXI riportato da sam. Ed io condivido il pensiero di BVXI
Non è vero, caro Anonimo delle 14:00, che ci sia contraddizione fra i due Papi.
Lo dico non per criticarla, ma per attenuare il suo turbamento.
Papa Francesco sta dicendo semplicemente che quando decido se ammazzare il vicino antipatico, lo faccio non in base al Catechismo, ma al dettato della coscienza - e che perciò sarò colpevole anche se non avevo in casa il Catechismo.
È verissimo che il dettato della coscienza non è assoluto (cioè svincolato dalla Legge Naturale) né certo. Ecco allora che il Catechismo mi aiuta, e molto...fortunato chi se ne serve (questo lo dico io, non il Papa).
A leggere bene, ripeto, si tratta di una minaccia, non di un'assoluzione previa. Minaccia nel senso che il Papa dice "Non potrete andare a dire a Dio che non eravate credenti: Lui vi risponderà che vedevate comunque la distinzione fra bene e male, grazie a una cosa chiamata coscienza"
Sull'argomento della coscienza Papa Benedetto XVI seguiva maggiormente la dottrina di S. Agostino mentre Papa Francesco segue su questo punto quella di S. Tommaso d'Aquino.
Sam, sulla coscienza Bergoglio ha pedissequamente ripetuto il Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafi da 1776 a 1802 e , mi pare, che con quel catechismo Ratzinger abbia qualche relazione...
Quello che mi fa andare in bestia nella vita e' la scorrettezza. Vi faccio un paio di esempi. Primo esempio: quando Benedetto ha pubblicato il suo trittico su Gesu' di Nazareth, nella premessa venne precisato dall'autore come lo scritto dovesse essere considerato espressione di un suo punto di vista sulla vita e le opere di Gesu' e, per questo, passibile di critiche e contestazioni. L'umilta' di una simile specificazione non stava nella dichiarazione di apertura alle critiche ma nel definire esplicitamente i confini tra le proprie prerogative di autore, quelle di pontefice e quello di lettore. Era l'evidente espressione di una correttezza per la quale la regola fondamentale nella relazione e' il rispetto del proprio e dell'altrui spazio vitale e la definizione chiara, esplicita e non equivoca del luogo di interlocuzione. Questo ha fatto a ratisbona. Questo ha fatto ogniqualvolta ha parlato a qualsivoglia interlocutore e in cambio di tale correttezza ha ricevuto sputi e insulti. Secondo esempio: Bergoglio va a fare una visita in un centro di accoglienza per migranti e nel discorso esprime la convinzione della necessita' di usare i conventi vuoti per ospitare senzatetto e stranieri profughi. In questa espressione, il papa fa una dichiarazione che suona implicitamente con un tono magisteriale ma di fatto e' solo una considerazione personale del tutto opinabile. Nel giocare su piu' piani comunicativi alternandoli in funzione dell'enfasi persuasiva, Bergoglio dimostra una scorrettezza che a me risulta particolarmente fastidiosa. Io so che qualunque buona ed efficace comunicazione gioca proprio sulla suddetta dinamicita' ma, specie dopo Benedetto, l'odore di "vidillegno" (espressione del mio dialetto per indicare la puzza che lasciano le uova sulle pentole anche dopo averle lavate con l'acqua calda e detersivo) della scorrettezza mi e' intollerabile.
Scusate ma continuo a non capire.
Francesco dice: assoluto è ciò che non ha relazione.
Dio ha relazione con noi, quindi non è assoluto e non essendo assoluto non è nemmeno l'essere illimitato e perfetto che ha in se la ragione di essere.
Per continuare: "Tant'è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sè: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive".
Anche questo mi crea difficoltà.
Significa che ognuno può accogliere la verità ma poi esprimerla ed elaborarla a seconda delle proprio esperienze? Ma questa verità "elaborata" è ancora Verità oppure una sua deformazione?
Luca
Ha ragione, cara Carmelina.
Papa Benedetto pensava e parlava con un'accuratezza e un rispetto straordinari (anche per la Sua santità personale), ma questo non basta per dire "Non bisogna farsi impressionare dal confronto".
Basta dire che la lettera in questione (peraltro di ottimo contenuto...) è firmata "Francesco".
E chi sarebbe? il garzone del negozio?
http://www.corriere.it/cronache/13_settembre_11/papa-lettera_c0885266-1ad1-11e3-a75c-ad7543f2d611.shtml
LEGGETEVI QUESTA PERLA DI IPOCRISIA MISTA A CATTIVERIA ALLO STATO PURO DI UN TIPO CHE CONTINUA A SENTIRSI IN DOVERE DI DISINFESTARE LA CHIESA DALLA PRESENZA DI CIO' CHE LUI CONSIDERA UNA SORTA DI INFETTO ECTOPLASMA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA RATZINGERIANA (Ratzinger e i suoi epigoni) E NELLO STESSO TEMPO IL BISOGNO DI RATIFICARE TEOLOGICAMENTE L'OPERATO DI BERGOGLIO ESSENDO, A SUO AVVISO, UNA SORTA DI PASTORALE "CHE NON ENUNCIA LA CONSAPEVOLEZZA TEOLOGICA MA NON NE E' PRIVO". QUESTA E' LA SECONDA VOLTA CHE QUESTO PERSONAGGIO RITIRA FUORI 'STA MENATA DELLA TEOLOGIA BERGOGLIANA "INCONSAPEVOLMENTE-CONSAPEVOLE". HA TANTO L'ARIA DELLA SORELLASTRA DI CENERENTOLA CHE VUOLE A TUTTI I COSTI INFILARE NEL PROPRIO PIEDONE ( NEL CASO IN QUESTIONE, NEL PIEDONE IDEALIZZATO) LA SCARPINA DI CRISTALLO DEI DESIDERI. Scusate il maiuscolo ma e' l'espressione grafica del tono di voce (parecchio alto) che avrei usato se l'avessi detto in una conversazione.
"la Repubblica è letta da molti non credenti, che potranno ora leggere una lettera del papa se lo desiderano"
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Ecco perché il muro di Berlino ci ha messo tanto a cadere, i Papi allora non indirizzavano lettere alla Pravda. Che lenti.
penso- e quindi e' discutibile cio' che dico, perche' e' un mio pensiero, un pehnsiero umano, quindi non assoluto, ma perfettibile - che innanzitutto un Papa non scrive una lettera ad un direttore di quotidiano - e dico io, tnto meno ad un trombone come Scalfari). Se vuole esprimersi sulal Fede e commentare e chiarire la "sua" enciclica scrive una Lettera a tutti, cardinali, vescovi, presbiteri, religiosi, credenti e non, come sempre hanno fatto tutti i Papi. Qundi definisce i comcetti ed i termini che usa, e fa riferimento al Magistero (incluso l' ultimo Concilio). Tanto piu' dev' essere preciso e far riferimento al Magistero, se la lettera e' piu' rivolta ai non credenti che ai credenti che si suppone- ma oggi e' difficile esserne certi - conoscono di che cosa si parla..In tutti i casi la scrive di suo pugno, e anche dopo tardotta, se viene tradotta, la rivede, cosi da armonizzare eventuali discrepanze, che potrebbero dar adito ad equovoci.
Un ultimo appunto: io non ricordo tante difficolta' interpretative nel commentare che cosa il Papa volesse dire con Paolo Vi e Giovanni Paolo II, nonostante questi non fosse italiano. Come mai?
Rosa
per rinvenire, dopo le parole di Parolin (scusate il gioco di ...parole!) : D
http://papabenedettoxvitesti.blogspot.it/2011/01/il-celibato-sacerdotale-nelle-risposte.html
No mi spiace Fileno, Bergoglio nelle sue parole sembra aver pedissequamente dimenticato, degli articoli del catechismo da te citati, quelli dal 1786 in avanti, che fanno coincidere esattamente la dottrina del Catechismo con quanto Ratzinger spiegava nel suo trattato indicato da Luisa e senza i quali la dottrina Cattolica sulla coscienza non potrebbe dirsi affatto completa:
III. Scegliere secondo coscienza
1786 Messa di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un giudizio retto in accordo con la ragione e con la legge divina, sia, al contrario, un giudizio erroneo che da esse si discosta.
1787 L'uomo talvolta si trova ad affrontare situazioni che rendono incerto il giudizio morale e difficile la decisione. Egli deve sempre ricercare ciò che è giusto e buono e discernere la volontà di Dio espressa nella legge divina.
...
IV. Il giudizio erroneo
1790 L'essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza. Se agisse deliberatamente contro tale giudizio, si condannerebbe da sé. Ma accade che la coscienza morale sia nell'ignoranza e dia giudizi erronei su azioni da compiere o già compiute.
1791 Questa ignoranza spesso è imputabile alla responsabilità personale. Ciò avviene “quando l'uomo non si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 16]. In tali casi la persona è colpevole del male che commette.
1792 All'origine delle deviazioni del giudizio nella condotta morale possono esserci la non conoscenza di Cristo e del suo Vangelo, i cattivi esempi dati dagli altri, la schiavitù delle passioni, la pretesa ad una malintesa autonomia della coscienza, il rifiuto dell'autorità della Chiesa e del suo insegnamento, la mancanza di conversione e di carità.
1793 Se - al contrario - l'ignoranza è invincibile, o il giudizio erroneo è senza responsabilità da parte del soggetto morale, il male commesso dalla persona non può esserle imputato. Nondimento resta un male, una privazione, un disordine. E' quindi necessario adoperarsi per correggere la coscienza morale dai suoi errori.
…
IN SINTESI
1795 “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 16].
1796 La coscienza morale è un giudizio della ragione, con il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto.
1797 Per l'uomo che ha commesso il male, la sentenza della propria coscienza rimane un pegno di conversione e di speranza.
1798 Una coscienza ben formata è retta e veritiera. Formula i suoi giudizi seguendo la ragione, in conformità al vero bene voluto dalla sapienza del Creatore. Ciascuno deve valersi dei mezzi atti a formare la propria coscienza.
1799 Messa di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un retto giudizio in accordo con la ragione e con la legge divina, sia, all'opposto, un giudizio erroneo che se ne discosta.
1800 L'essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza.
1801 La coscienza morale può rimanere nell'ignoranza o dare giudizi erronei. Tali ignoranze e tali errori non sempre sono esenti da colpevolezza.
1802 La Parola di Dio è una luce sui nostri passi. La dobbiamo assimilare nella fede e nella preghiera e mettere in pratica. In tal modo si forma la coscienza morale.
___________________
Questi sono i giorni del combattimento spirituale in cui le menzogne vengono sparse a partire dalla verità, come quando satana tentava Cristo citando le sacre scritture. Preghiamo Dio per il discernimento e per conservarci nella fede!
Fa bene a esprimere i dubbi, caro Luca.
Vede, "Assoluto" è un termine molto infelice, perché definisce negando.
Se io dico che una persona o una cosa sono "assolutamente importanti", sto dicendo che sono importanti nel momento in cui tagliano i ponti con qualunque persona o cosa diversi da loro.
Infatti non fa parte del linguaggio cattolico dire che Dio è "l'Assoluto": vorrebbe dire che Egli è "Colui che noi pensiamo come privo di rapporti con noi". Questo, fra l'altro, vorrebbe dire che Lo pensiamo in funzione nostra (sia pure negando), e non in quanto "Colui che è".
Per la seconda parte: la frase significa che nessuno può estrarre un libro dallo scaffale e dire "Ho in mano la Verità". Neppure per la Sacra Scrittura ciò è vero: la Chiesa, a differenza dei Protestanti, ha sempre detto "Scrittura E Tradizione sono lE fontI della Rivelazione".
Non so quando potrò, eventualmente, commentare ancora. Cordiali saluti
Luca ti ricordi quando Benedetto, durante il funerale a don giussani disse che Cristianesimo non e' un moralismo, non e' un sistema etico? ti ricordi poi cio' che disse a ratisbona? Ebbene le due cose sono legate a doppio filo. NelL'islam, come disse Benedetto in quella lectio magistralis, la verità fa capo alla valenza di assoluto delineata , in senso negativo, da Bergoglio (ogni parola assume valori diversi a seconda del contesto): assoluto cio' che non ha relazione. Nel cristianesimo, invece, la verita' fa capo ad una relazione tra l'uomo e Dio attraverso il Cristo. Cos'è che noi tutti (credente e non credenti) cogliamo dalla nostra storia? la sofferenza (Cristo), la disperazione (Cristo), il silenzio (Cristo) e la Speranza o risurrezione (Cristo). Questo e' un linguaggio comune e diverso per tutti e a questo facciamo capo per interrogarci e interrogare la nostra coscienza. Spero di esserti stata d'aiuto
@ rosa
I testi di Giovanni Paolo ii li scriveva Ratzinger.
"Se io dico che una persona o una cosa sono "assolutamente importanti", sto dicendo che sono importanti nel momento in cui tagliano i ponti con qualunque persona o cosa diversi da loro."
La spiegazione non mi sembra corretta? Se sono assolutamente importanti significa che lo sono a prescindere dalla situazione attuale, che in altri termini lo sono sempre.
Si ricordi poi che in filosofia il termine assoluto, si pensi ad esempio ad Hegel, non significa affatto che é chiuso in se stesso, ma che non é relativo, che non ha in altri il fondamento del suo essere. In questo senso é quindi corretto dire, per esempio, che il summum esse subsistens (termine con cui Tommaso d'Aquino si riferisce a Dio) é l'assoluto.
Roberto
Scusa Andrea, filosoficamente definire Dio come l'assoluto (in contrapposizione al relativo) non penso sia sbagliato, se ben ricordo anche S.Tommaso usa questa terminologia.
Assoluto nel sento che tutto contiene e tutto muove.
Aristotele definisce l'assoluto (cioè Dio) come atto puro cioè qualcosa pienamente realizzato e che basta a se stesso.
Certo è sempre una descrizione teorica che non esprime l'incontro con il Dio vivente, non racconta l'esperienza del Risorto. Converrai con me che la frase scritta da Francesco non è delle più felici sopratutto se rivolta a dei non credenti che potranno usarla come "prova", come pretesto per dimostrare ancora di più il relativismo.
Detto questo grazie per la pazienza e le gentili risposte, ho capito ciò che volevi esprimere.
Io invece trovo la lettera del Papa qualitativamente notevole e per nulla contraddittoria con il Magistero della Chiesa. Riguardo la coscienza, il Papa cita perfettamente il Catechismo della Chiesa Cattolica. L'unica cosa che forse manca, è la spiegazione della coscienza erronea che avrebbe allontanato ogni dubbio di interpretazione. Riguardo alla verità assoluta: qui non si parla di Dio come essere assoluto ma di verità assoluta. Se una verità è assoluta significa che la più grande verità in mezzo a tante altre. Mentre noi sappiamo che di Verità ne esiste una sola!
Sam, grazie ma prima di ci tarli li avevo letti, e ribadisco Bergoglio ha pedissequamente ribadito l'insegnamento della Chiesa Cattolica nel suo catechismo. Mi spiace che mi paragona nientedimeno che a satana, ma capisco che chi vuole insegnare il mestiere al Papa non ha molti riguardi per un povero interlocutore di un blog. Comunque il catechismo e' chiarissimo e tutti possono farsi una idea.
Liturgista, se una verità è assoluta significa che le altre sono false e non che è la più grande verità in mezzo a tante altre.
Il sole è giallo è una verità assoluta,il che esclude la possibilità che il sole sia verde.
Poichè appunto il catechismo è chiarissimo, e San Tommaso pure, sarebbe stato meglio citarli espressamente nella Lettera, onde evitare confusioni o interpretazioni maliziose e faziose. Tra l'altro, Scalfari non è sicuramente un ignorante, e quindi può benisssimo seguire un discorso teologico-filosofico con citazioni da Aristotele a Hegel. Anche molti lettori di repubblica si piccano di essere colti (ne conosco tanti nel mio ambiente familaire e professionale).
Rosa
PS: so bene che c'era Ratzinger dietro GPII
Inutile utilizzare artifizi retorici alla Schopenhauer per demonizzare l'interlocutore, caro Fileno, per di più mettendosi dalla parte della vittima. Non paragonavo lei o altri a satana, ma denunciavo l'azione di confondimento che ancora oggi satana compie attraverso l'ambiguità dei messaggi che provengono dalla Chiesa, persino dal Papa.
Io rispetto la sua opinione che non condivido e la confuto con argomenti e non con accuse. La prego di fare lo stesso. Non creda che non mi costi dover esprimere le cose che esprimo, ma stia tranquillo che è un problema di me con la mia coscienza e della mia coscienza di fronte a Dio.
Lei continui pure a pensare che sia giusto che il Papa dica che chi "non ha la fede, nè la cerca" basta che nella vita agisca secondo la propria coscienza.
Io continuo a pensare che questo non aiuti la conversione e la salvezza delle anime e che sia in contrasto con quanto dice il Catechismo:
1791 Questa ignoranza spesso è imputabile alla responsabilità personale. Ciò avviene “quando l'uomo non si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 16]. In tali casi la persona è colpevole del male che commette.
e in contrasto anche con quanto scriveva Ratzinger:
"Nell’incontro con Gesù, chi si autogiustifica appare come colui che è veramente perduto. Se il pubblicano, con tutti i suoi innegabili peccati, sta davanti a Dio più giustificato del fariseo con tutte le sue opere veramente buone (Lc 18,9-14), ciò avviene non perché in qualche modo i peccati del pubblicano non siano veramente peccati e le buone opere del fariseo non siano buone opere. Ciò non significa affatto che il bene che l’uomo compie non sia bene davanti a Dio e che il male non sia male davanti a Lui, e neppure che ciò non sia poi in fondo così importante. La ragione vera di questo giudizio paradossale di Dio si mostra proprio a partire dalla nostra questione: il fariseo non sa più che anch’egli ha delle colpe. È completamente in pace con la sua coscienza. Ma questo silenzio della coscienza lo rende impenetrabile per Dio e per gli uomini. Invece il grido della coscienza, che non dà tregua al pubblicano, lo fa capace di verità e di amore. Per questo Gesù può operare con successo nei peccatori, perché essi non sono diventati, dietro il paravento di una coscienza erronea, impermeabili a quel cambiamento che Dio attende da essi, così come da ciascuno di noi. Egli non può invece avere successo con i “giusti”, precisamente perché ad essi sembra di non aver bisogno di perdono e di conversione; infatti la loro coscienza non li accusa più, ma piuttosto li giustifica....
L’uomo può vedere la verità di Dio a motivo del suo essere creaturale. Non vederla è peccato. Essa non viene vista solo quando e perché non si vuole vederla. Tale rifiuto della volontà, che impedisce la conoscenza, è colpevole. Perciò se la spia luminosa non si accende, ciò è dovuto ad un deliberato sottrarsi a quanto non desideriamo vedere."
da L'elogio della coscienza, la verità interroga il cuore, di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Cantagalli, 2009
Se devo essere sincera il carteggio Scalfari-Beregoglio mi lascia totalmente indifferente, al di là delle esegesi che se ne possono dare e dell'opportunità di rispondere sul quotidiano laicista repubblica. La risposta non farà che vellicare il già ipertrofico ego del fondatore (l'uomo che non crede in Dio), e dei suoi, al punto che la prossima volta, magari, scriverà direttamente al Fondatore della Chiesa cattolica.
Alessia
Mario Adinolfi accusa repubblica di strumentalizzazione.
http://marioadinolfi.ilcannocchiale.it/2013/09/11/repubblica_strumentalizza_berg.html
Alessia
la lettera di Benedetto al Financial times, grazie a twitter di Luca Maggi
http://t.co/13X45txaMa
quindi anche l'assoluta novità è relativa...
Guarda Fileno che sam ha messo solo in evidenza quello che ha osservato anche il Liturgista nel suo intervento: "l'unica cosa che manca e' la spiegazione della coscienza erronea". Non e' roba da poco in un testo scritto da un papa che parla di verita' e coscienza. Ma Bergoglio ha interesse a mettere in evidenza i punti di quel cammino comune tra credenti e non credenti. Per amore di efficacia persuasiva e' disposto a sacrificare la "correttezza". Non gli interessa chiarire. Gli interessa convincere. E' interessato a vincere i cuori per Cristo e in Cristo. Il resto (la verita', la coscienza, la dottrina ecc) viene in seguito. Un simile atteggiamento pastorale non tiene conto che nell'attuale contesto storico non esiste piu' una coscienza di popolo che possa compensare quel "resto" in attesa di una conciliazione o addirittura conversione. un bambino non si educa da solo e neanche un popolo si educa da solo. In un contesto destrutturato in cui la memoria si disperde o peggio perde significato, il popolo e la sua naturale capacita' di riconoscere il bello e il buono vanno a farsi benedire. E' necessario trasformate i cuori di pietra in carne ristabilendo quella memoria e con questa il senso del sacro e del mistero e ancora quello del peccato e infine del buono e del bello. Benedetto si e' sgolato, salassato a forza di urlare questa verita'. Se non si passa attraverso lui, per arrivare a Bergoglio, la pastorale di quest'ultimo e' carta straccia.
Copio tutta la citazione trovata nel Blog di Mic:
M.R. ha detto...
"L'amore [...] è una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta" (B-XVI, Caritas in Veritate)
Anonimo e Rosa, lo dico con affetto, non esageriamo, Ratzinger è sicuramente un grandissimo teologo, ma dire che scriveva i testi di GPII o stava dietro a GPII mi pare una cosa irrispettosa per tutti e due. Ratzinger è stato un fedele collaboratore di GPII,che tra le innumerevoli qualità, che lo stesso BXVI ha testimoniato in tutte le sedi possibili e immaginabili, era uno degli scrittori cattolici più capaci e letti, prima di essere eletto Papa.
Quello che ho visto in questi mesi dal 13 marzo in poi e che continuo a vedere è che c'è aria di confusione. Eravamo abituati ad un linguaggio chiaro, preciso, dove neanche un punto era mai detto o messo a caso. Ultimamente non c'è gesto o scritto o parola che non dia adito ad interpretazioni ambigue. Il paragrafo sulla verità assoluta e quello sulla coscienza, visto l'importanza e la delicatezza dell'argomento, andavano espressi in modo inequivocabile che non potesse dare adito e nessun "se" e a nessun "ma". Dissento da uno dei commenti qui sopra in cui si diceva che la lettera poteva essere stata scritta tale e quale da Benedetto. No, non poteva perchè B16 avrebbe ponderato bene ogni virgola, anzi, probabilmente avrebbe considerato un'idea malsana scrivere una lettera aperta al direttore di Repubblica prevedendone immancabili strumentalizzazioni (che, puntualmente, ci sono state!). S.
Avete già detto quasi tutto.
Mi limito a suggerire, per chi ne fosse interessato, il testo di Joseph Ratzinger: Il Dio delle fede e il Dio dei filosofi. La prolusione o lezione inaugurale all'Università di Bonn del 1959. (Marcianum Press)
Soprattutto per la questione dell'assoluto e della verità.
A margine: mai visto utilizzare tante parole per spiegare (togliere le pieghe) le parole di un Pontefice. O per difenderne l'ortodossia. Tra gli applausi degli eterodossi.
Ogni giorno siamo al "conflitto delle interpretazioni". E a una nuova lenzuolata di Massimo Introvigne, poverello.
No, è realtà. E' stato il ghost-writer, non da solo, ovviamente, delle più significative encicliche del Beato GP2, Fides et ratio, per esempio, senza nulla voler togliere al Papa prossimo santo che con la frenetica attività missionaria che aveva certo non poteva star dietro a tutto. Nell'allora card. Ratzinger ha avuto un braccio destro geniale, onesta, fedele e disinteressato. Magari fossero stati tutti così! Magari Papa Benedetto avesse avuto i collaboratori che meritava!
Alessia
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-fermi-tutti-sul-tavolo-del-papa-arrivato-un-dossier-con-indizi-che-due-62518.htm
MA MASSIMO FRANCO CI E' O CI FA??? E' un articolo totalmente sconclusionato. Sentite questa in relazione ancora alle voci sulla consulente col nome da squaw pellerossa e monsignor ricca: "Prevale l'impressione di trovarsi di fronte a una guerra fra bande della quale il caso Chaouqui è soltanto l'ultima tappa; e dove il confine fra torti e ragioni rischia di sfumare pericolosamente. Di certo, somiglia al frammento di un'offensiva tesa a delegittimare il nuovo corso e comunque a ricreare un'atmosfera di sospetti e tensioni"
"D'altronde, rivedendo al rallentatore gli scandali e i misteri dell'ultima fase del pontificato di Benedetto XVI, si ha la sensazione di assistere ai colpi di coda di una sorta di sistema informativo parallelo che ha addomesticato e inquinato a lungo la comunicazione vaticana. Si è avuta la sensazione che in alcuni momenti esistesse un circuito alternativo a quello ufficiale"
.....................SUI GIORNALI DI MEZZO MONDO ARRIVANO DOCUMENTI SEGRETI PROVENIENTI DALLA SCRIVANIA DI BENEDETTO ACCOMPAGNATE DA LETTERE DAL TONO MINATORIO; L'ARRESTO DEL MAGGIORDOMO DI BENEDETTO E IL SUO PROCESSO PUBBLICO CON SP......O MEDIATICO; LIBRO SCRITTO DA UN GIORNALISTA DI SCOOP SCANDALISTICI CON DOCUMENTI AUTOGRAFI CONTRABBANDATI DALL'APPARTAMENTO PONTIFICIO CHE FA IL GIRO DEL MONDO; E MASSIMO FRANCO SOLO ADESSO SI ACCORGE, SULLA BASE DI QUALCHE TWEET MONTATO DI UNA CON IL BOOK DA FOTOMODELLA DI POSTAL MARKET E LE STORIELLE SULL'ALLEGRO PASSATO DI UN MONSIGNORE, CHE ESISTEREBBE UNA "sorta di sistema informativo parallelo che ha addomesticato e inquinato a lungo la comunicazione vaticana". Oggi che a rischio c'e' la luna di miele del pontefice buono e bravo a prescindere, MASSIMO FRANCO SI E' ACCORTO CHE LA GUERRA PER BANDE NON GLI FA PIU' MARCHETTA PER LA SUA NUOVA POSIZIONE STRATEGICA DI VATICANISTA APOLOGETA DEL NUOVO CORSO.
MA CHE SE NE ANDASSE A "............ . p.s. Lo so non me la pubblichi Raffaella. MA QUANDO CE VO, CE VO
Dire che l`allora cardinale e teologo Joseph Ratzinger "stava dietro" i testi di Giovanni Paolo II ( evidentemente non tutti)non è mancare di rispetto è dire la semplice verità.
io non ho detto che Ratzinger scriveva cio,' che GPII diceva, ma intendevo che dietro le opere dottrinali di GPII c' era anche, e forse molto, Ratzinger, che era Prefetto della Congregazioen per la Fed, l' ex sant' Uffizio. Per altro ho recentemente letto il testo Memoria ed identita' di GPII, e non ho avuto bosogno di un esegeta per capire cio' che Woytila dice. supportandolo sempre con riferimenti al Magistero (suo e di altri)
Quando ascoltavo. leggevo GPII non ho ami avuto l' impressioen che co fosse un' altra mano dietro, con Francesco si, fin dal primo momento.
Rosa
@Fileno sono d'accordo con te, è come dire implicitamente (perché il senso è questo) che GP2 non fosse capace di scrivere alcunché. e poi, semplicemente, la cosa non è vera: linguaggi profondamente diversi, accenti diversi, persino idee diverse su alcune cose, in GP2 ci sono delle sfumature che in Benedetto non si trovano. non mi dilungo ma avrei parecchi esempi da citare.
Ormai, dopo le braccia, le spalle, ecc..., mi sono caduti anche i calzini e non mi viene nemmeno più la voglia di scrivere qualcosa. Su questa 'epistola' dell'apostolo Francesco poi…
Mi viene solo un commento rassegnato: il pastore di evangelica memoria è andato, sì, alla ricerca della pecora smarrita, ma non ha lasciato le altre novantanove allo sbando; il padre misericordioso non ha lasciato il figlio fedele, anche se intristito e un po' gretto, per andare all’avventura a cercare il figliol prodigo. Ha aspettato a casa vigile e pronto.
Dico questo con sofferenza, ma mi pare che a 'papa' Francesco urgano più i lontani che i credenti (chissà fino a quando, visto che nessuno si preoccupa di confermarli e di farli crescere nella fede). A 'papa' Francesco sembra proprio che i credenti stiano sullo stomaco. Piccoli e neri come sono! Zitelle e zitelloni, piccoli borghesi attaccati al potere, alle proprietà e al denaro, alla carriera, egoisti insensibili e ciechi davanti alla povertà, all'immigrazione...
Che follia questo momento! Anche la verità e la chiesa (come la società, la cultura…) stanno diventando liquide, o addirittura... gassose.
Mi stupivo ogni volta leggendole, ma ora capisco sempre meglio le parole di Gesù: ”Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.
Caro Luca (16:22), grazie a te.
Siamo d'accordo sul fatto che bisogna aver chiaro, e rendere chiaro, che solo Dio è necessario, tutto il resto (e tutti gli altri) non lo è. Gli enti contingenti sono importanti perché voluti e amati da Colui che "è".
San Tommaso era accusato di materialismo, per il suo realismo neo-aristotelco; io sono con lui, e mi permetto di avversare il Platonismo.
Il mio giudizio di merito sulla lettera, se vuoi, si trova sul blog Fidesetforma
@ sam 15:46
Dalla lettera del Papa:
"Innanzi tutto, mi chiede se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede. PREMESSO CHE - ED E' COSA FONDAMENTALE - LA MISERICORDIA DI DIO NON HA LIMITI SE CI SI RIVOLGE A LUI CON CUORE SINCERO E CONTRITO, la questione PER CHI NON CREDE IN DIO sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche PER CHI NON HA LA FEDE, c’è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire."
Nella tua ricostruzione, sam, e nella tua accusa gravissima, corredata dalla citazione dei punti del Catechismo, manca, risulta ignorato, qualsiasi riferimento alla "premessa" che il Papa indica come "FONDAMENTALE".
Egli esclude in premessa che la misericordia di Dio, pure in sé illimitata, possa raggiungere chi NON "si rivolge a lui con cuore sincero e contrito", cioè chi, anche da non credente, non cerca sinceramente Dio e non vede la verità a partire dalla condizione creaturale.
Per questo la risposta del Papa, nel senso tomista della doverosa sequela della coscienza (anche erronea), diversamente dalla domanda di Scalfari, fa rferimento al peccato e al perdono "per chi non ha la fede", e non già "per chi non crede e non cerca la fede".
La risposta del Papa Francesco rispecchia perfettamente, ed anzi rafforza (attraverso il riferimento al cuore sincero e contrito), tanto la dottrina del Catechismo come l'insegnamento di Benedetto XVI successivamente riportato.
Tutto ciò è chiarissimo e lo vede chiunque legga i testi senza pregiudizi.
Preghiamo perché siamo capaci di ascoltare il Papa che, anche quando scrive ai non credenti e usa un linguaggio adatto alla loro condizione, ci conferma nella Fede, piuttosto che stravolgerene le parole; e per non restare vittime della tentazione satanica a partire dalle presunzioni radicate o dalle "verità" parziali.
gianni
La lettera è bella,ma non mi pare lo stile franceschiano,almeno quello cui siamo abituati attraverso omelie discorsi vari,l'italiano è ottimo,le argomentazioni dotte,se farina del suo sacco,chapeau.
Sarò stata corretta non crede? dato che l'italiano non è la sua lingua madre e che vive in Italia da 6 mesi
@Anonimo ti sembra scritta "troppo" bene? ma sicuramente l'avrà scritta in spagnolo e poi l'hanno tradotta. mica deve per forza scrivere direttamente in italiano. anche Benedetto scriveva in tedesco, mi pare :-)
Infatti !!! ma figuriamoci qui ogni occasione è ghiotta per sminuire Francesco e trattarlo da analfabeta
ma dialogare con chi non si firma non mi piace.GR2
perchè invece GR2
Visto che il compitino di Scalfari è uscito domenica e che già oggi abbiamo la risposta di Francesco (come fosse l'unico a poter usare il nome senza altre aggiunte), mi viene di pensare che la cosa non fosse troppo inaspettata oltreTevere. Così invece di parlare sempre delle solite menate quali IMU, pedofilia, Ior, ecc. finalmente siamo tutti d'accordo che basti seguire la coscienza e che i conventi vuoti potrebbero servire ad alloggiare gli extracomunitari impedendo che diventino alberghi a pagamento. Eufemia
ah, ecco, una cosa è dire che Ratzinger era "dietro" alle encicliche, una cosa è dire che scriveva TUTTI i discorsi di GP2, compresi Angelus, omelie, saluti ecc. davvero sarebbe insultante per Wojtyla, che sapeva scrivere anche lui benissimo e non era affatto ignorante (ho letto qualche suo saggio di prima che diventasse papa, e posso dirlo con cognizione di causa).
"la questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male".
Io penso che quel termine, "percepito" è un po' infausto. La percezione è qualcosa di relativo e se parli di come viene percepito il bene o il male...
Un medico che pratica l'aborto o l'eutanasia le può percepire nella sua coscienza come cose giuste
@ganniz. Il dottore viene per i malati, non per i sani.
Effettivamente, se si seguisse la regola aurea di attribuire a ogni Papa ciò che è stato emanato, detto e scritto durante il proprio pontificato, forse, si smetterebbe anche di usare Ratzinger come capro espiatorio di tutto quello che della Chiesa non piace da oltre trent'anni.
Caro Gianni se avessi letto tutti i miei commenti, avresti letto che ho scritto che mi pare una lettera a quattro mani, con una parte luminosa e un'altra tenebrosa e quindi in contraddizione con la parte luminosa.
Le difese d'ufficio, dopo la risposta di Scalfari, mostrano tutta la loro inutilità: quella lettera ha sortito il risultato prevedibile, ottenendo il plauso di Scalfari che ha estratto esattamente le tenebre dalla luce, definendole illuminate.
Se avete ragione voi difensori d'ufficio, mi aspetto che il Papa smentisca la lettura - a vostro avviso strumentalizzata - che ne ha dato Scalfari.
Se questo non farà, significa che il messaggio che doveva passare al grande pubblico - che legge i titoli e non sa neppure di tutte le discussioni e sottili esegesi del gregge cattolico più impegnato - sarà esattamente quello che è passato ovvero il pensiero del Card. Martini diventato Magistero (so che la lettera non è canonicamente "magistero", ma lo diventa nel comune sentire).
Io non giudico le intenzioni del Papa, dico solo che i suoi fans ne decantano tanto le sue doti di comunicatore in funzione degli appalusi guadagnati dai media... da Scalfari gli applausi non li aveva presi nessuno e qualcuno potrebbe fare la collezione degli insulti da lui scagliati contro Benedetto... ma se fosse vero, allora è chiaro che l'ambiguità di Francesco è voluta, così come lo era quella del Card.Martini.
Il risultato è che ciascuno estrae dalle parole di questo papa quel che vuol sentirsi dire, fino al risultato che vediamo, che nel medesimo discorso trovano conferma alle proprie tesi un Introvigne e uno Scalfari.
Ripeto non giudico le intenzioni, giudico i risultati: la semina di una gran confusione dottrinale.
Ma ci sei o ci fai?GR sono le mie iniziali,2 sta per non confondermi con un omonimo,bello il tuo passare,tirare il sasso poi nasconderti nell'anonimato,ti ho detto datti un nick,altrimenti piantala di provocare.GR2
Sarà come dici tu, cara sam, e stiamo pure nella "logica" dei pubblicisti e del razionalismo. Riduciamo a questo la fede, che almeno ci da il gusto della dialettica: intronizziamo le parole e i concetti, ché alla fine più di questo non possiamo fare, ed è tutto inutile.
Anche Ferrara ha capito tutto. Stiamo con loro (ma almeno ne fanno un mestiere, ne ricavano il pane).
E tuttavia, anche così, a me piace di più la comprensione di una mente più acuta della mia, quella di un filosofo molto interessante:
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"L’aspetto più rilevante del meraviglioso intervento del Papa è la risposta che egli ha offerto alla domanda provocatoria che la modernità e l’illuminismo hanno mosso ai cristiani: esiste una verità assoluta o tutto è relativo?
Secondo Francesco vi è un diverso rapporto verso la verità da parte del credente e del non credente. Pensarsi creato da Dio significa collocare il senso della vita in riferimento ad una “realtà” che oltrepassa le proprie idee e i propri criteri, una disponibilità a comprendersi e farsi guidare dall’eternità nella via della salvezza. Il Papa ha precisato, però, che da tale interazione con Dio non deriva una verità assoluta nel senso moderno del termine. E’ una presenza che entra all’interno della vita personale, lasciandosi afferrare nel mistero dell’Incarnazione di Dio che si fa uomo: una verità che viene dall’esterno, restando sempre inesauribile alla conoscenza limitata del credente."
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http://www.formiche.net/2013/09/12/vi-confesso-che-la-lettera-del-papa-scalfari-meravigliosa/
che quasi mi convince anche nella spiegazione che accenna del "culto dell'assoluto".
Non so, mi sembra proprio vero e mi rende più chiare e decisive, direi più vere, certe frasi del Papa come questa:
"Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma
significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita. Non ha detto forse Gesù
stesso: «Io sono la via, la verità, la vita»?"
Dunque continuiamo così, anche se non ce ne viene nulla.
Ma per carità - questo sì! - non diciamoci ratzingeriani.
Ciao
gianni
Hai ragione Anonimo delle 10,09: "Il dottore viene per i malati, non per i sani". Ne sono convinto. Sì! Ma,... quale medico cura il malato somministrando una medicina che lasci spazio all'annacquamento, all'edulcorazione, o con una posologia e un dosaggio lasciato alla libera interpretazione del malato? Quale medico può accettare di correre il rischio che la sua medicina possa essere resa inutile o addirittura dannosa?
E poi, quali, tra quanti credono di credere, oggi, possono pensare di essere 'sani'?
Francesco Colafemmina su Fides et Forma ha fatto un esaustivo elenco degli insulti lanciati da Scalfari a Papa Benedetto.
Alessia
Per me, non credente, chi dialoga con il non credente è chi scende disarmato nell'arena e discute in maniera non organizzata, col coraggio di rispondere a braccio, in diretta e prendendosi fischi e irrisioni. Ho letto da qualche parte Ravasi dire che questo scambio epistolare sarebbe il manifesto del cortile dei gentile. Mi spiace, questo al più può essere il manifesto del salotto chic, come gli incontri che organizzava lui col priore di Bose e amici non credenti simpatizzanti del card Martini, il cortile è quello in piazza, con interlocutore poco condiscendente e ammirato, dove a battuta segue controbattuta, con nessun dubbio sul fatto che possa essere tua, e chiarendo subito possibili fraintendimenti. Non me ne voglia il card Ravasi, si riguardi chi ne ha voglia il video dell'incontro Ratzinger - Flores d'Arcais nel cortile di micromega. È' visibile sul sito di radio radicale
http://www.radioradicale.it/scheda/180695
Aggiungo che ho sempre ritenuto un peccato che il Papa Benedetto non abbia accettato la provocazione di Odifreddi con " caro Papa ti scrivo". Sarebbe stata una bella disputa
Quale novità mai sarebbe l'affermare che la verità,( proprio perché assoluta), resta inesauribile alla conoscenza e all'esperienza, non solo del credente, ma dell'uomo, tout court?
Eppure Scalfari (se l'ha capita o perché non ha voluta capirla) afferma di avervi trovato una novità epocale.
Non si tratta della lettera si tratta della sua opportunità e della confusione che ha creato.
Meglio una Chiesa incidentata che chiusa: benissimo. Detto fatto.
Intronizziamo "parole" e "concetti"?
Può darsi. Ma di che cosa è fatta anche la lettera di un Papa, se non di parole e concetti?
Questo ci è dato, innanzitutto, per comunicare e capirci. Il resto fa parte dell'imperfezione strutturale dell'essere uomini, compresa la confusione e il "conflitto delle interpretazioni". Lascia fare: è un'applicazione di quell'inesauribilità della Verità di cui ci dice il Papa.
Scusate, ma visto che oggi pare tutto nuovo, posto anche i link sull'evento di allora su repubblica
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/09/22/il-cardinale-incontra-ateo.html?ref=search
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/09/22/fede-ragione.html?ref=search
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